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giovedì 31 maggio 2012

Nuova #Musica: Giuseppe Chiaramonte plays 19th Century Guitar at Infinitamusica Festival 2012

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 Blog Chitarra e Dintorni: Nuove Musiche: Giuseppe Chiaramonte plays 19th Century Guitar at ...

#ARTE #CULTURA: Una Marina di Libri

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 ARTE CULTURA: Una Marina di Libri: Tre giornate, 50 case editrici da tutta Italia, 130 eventi per tutte le età, 200 ospiti nazionali e internazionali: Una Marina di Libri è...

#Cinema: QUERELLE DE BREST


 QUERELLE DE BREST (Querelle)

 di Rainer W. Fassbinder

 con  Brad Davis, Jeanne Moreau, Franco Nero.
 Soggetto: dal romanzo di Jean Genet; Sceneggiatura: R.W. Fassbinder; Fotografia: Xaver Schwarzenberger. Prod.: Oeter Schidor/R.F.T.; 1982, 105’.


 E' il film testamento di Fassbinder (uscì dopo la sua morte) e contiene tutte le problematiche più care al regista: l'omosessualità, l'amore, la violenza, la morte, ecc. Quando uscì diventò subito un manifesto per la liberazione omosessuale, anche se la struttura del film, molto teatrale e allegorica, ne rendeva difficile la comprensione da parte del grande pubblico. (...)
 Il film fu presentato in versione integrale al Festival di Venezia del 1982 e provocò una dichiarazione ufficiale di disaccordo con la giuria del festival da parte del Presidente della stessa giuria (Marcel Carné) perchè questa si era rifiutata di assegnargli il leone d'oro. (cinemagay.it)

 A cura di Cinema Arsenale

#Graphic: Don Seppia!

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 LuchoBoogieGraphic: Don Seppia!: Visto che dal punto di vista vaticano sono giornate tranquilline, ecco qui una vignetta fresca fresca per il male. L'originale è in bianco ...

#Immagini dal #mondo: Ninfea

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 SEE THE WORLD - immagini dal mondo: Ninfea

#Cucina: UN COLPO AL CERCHIO E UNO ALLA BOTTE

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 Santa Parmigiana: UN COLPO AL CERCHIO E UNO ALLA BOTTE: Non vorrei, avendo parlato della mia madre in seconda nel post dei biscotti, che la mia mamma ufficiale e primissima si offendesse co...

mercoledì 30 maggio 2012

#Jazz #Guitar: Martin Taylor

wadhurstmusicfestival.info
 La Via della Chitarra Jazz: Martin Taylor: Biografia e discografia

#Fiori #Albizia #Foto di Bernardo Braccini:

http://www.accademiadeisensi.com/fiori/215%20ALBIZZIA%20FRUTTI.jpg 



  Generalità:
Albero di medie dimensioni, originario dell'Asia, diffuso in Italia già dal 1700; molte altre specie di albizia sono presenti anche in Africa ed in Australia. Il fusto è eretto, con corteccia liscia, di colore verde scuro, tende a fessurarsi con il passare degli anni; gli alberi adulti raggiungono i 10-12 metri di altezza, sviluppando un'ampia chioma ad ombrello. il fogliame è molto delicato e leggero, costituito da foglie bipennate, costituite da piccole foglioline ovali, di colore verde brillante, caduche. In estate produce, da giugno-luglio, fino alla fine di agosto, numerosi fiori profumati, costituiti da capolini di colore rosato, riuniti in corimbi. In autunno ai fiori seguono i frutti, silique allungate, che seccano sull'albero, contenenti alcuni semi fertili. Pianta molto diffusa in Italia centro settentrionale, anche come alberatura stradale
 
Esposizione:
 Prediligono le posizioni ben soleggiate, o anche semiobreggiate. In genere non temono il freddo, ma inverni particolarmente rigidi possono danneggiare i rami più giovani, per questo motivo è consigliabile porre a dimora questi alberi in una zona protetta dal vento invernale. Non temono l'inquinamento e sopportano discretamente la salsedine.
 
Annafiature:
 si consiglia di annaffiare le giovani piante messe a dimora in primavera, evitando di lasciare il terreno asciutto per periodi di tempo prolungato; le piante ormai stabilizzate in genere si accontentano delle piogge, salvo casi di clima particolarmente siccitoso, nel qual caso è consigliabile intervenire bagnado il terreno in profondità almeno ogni 10-15 giorni. Verso la fine dell'inverno interrare del concime organico ai piedi del fusto, mesoclandolo bene al terreno.
 
Terreno:
 Si sviluppano senza problemi in qualsiasi tipo di terreno, evitando i terreni particolarmente acidi o pesanti.
 
Moltiplicazione:
 Avviene per seme, in primavera, o anche per talea in estate. La germinazione dei semi è molto facile, infatti questi alberi tendono ad autoseminarsi.
 
Parassiti e Malattie:
 da alcuni anni nell'Italia settentrionale le piante di albizia sono state attaccate da un parassita molto aggresivo, che le sta decimando, si tratta di una particolare specie di psilla, per evitare la morte delle piante è bene trattare gli alberi attaccati da tale parassita non appena se ne notano i primi esemplari.
 
fonte web: http://www.giardinaggio.it/giardino/Alberi/Albizia/Albizia.asp

    Nuova #Musica: La Leona: Grondona plays Arcas, Stradivarius, 2005

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     Blog Chitarra e Dintorni: Nuove Musiche: Recensione di La Leona: Grondona plays Arcas, Stra...: Ebbene sì, lo ammetto, che ci posso fare? Sono un fan di Grondona. Lo ammetto, è più forte di me, non resisto. E come si potrebbe al...

    #ARTE #CULTURA: I limiti che cambiano la Fotografia

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     ARTE CULTURA: VIETATO! I limiti che cambiano la Fotografia: VIETATO! I limiti che cambiano la Fotografia INTERVENGONO: Giovanna Calvenzi e Renata Ferri, photo editor RCS, Gabriele Caproni, del Circo...

    #Cinema: MARIGOLD HOTEL


     MARIGOLD HOTEL

     di John Madden

     con Judi Dench, Tom Wilkinson, Bill Nighy, Maggie Smith

     GB, 2012, 123'



     Cosa ci fanno Judi Dench, Bill Nighy, Tom Wilkinson e Maggie Smith in un hotel di Bangalore in India, che dal vero appare ben diverso dalle immagini del depliant? In teoria cercano un diversivo nella loro vita di pensionati, in pratica si trovano catapultati in un’avventura che cambierà le loro vite per sempre. Diretto da John Madden (Shakespeare in Love, Il debito) il film è una commedia corale basato sul romanzo Mio suocero, il gin e il succo di mango di Deborah Moggach.

     A cura di Cinema Arsenale

    #Immagini dal #mondo: Cerbiatto maschio

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     SEE THE WORLD - immagini dal mondo: Cerbiatto maschio: Fotografato a Rezzago nel triangolo Lariano

    #Cucina: LE DODICI FATICHE DI MAMMA

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     Santa Parmigiana: LE DODICI FATICHE DI MAMMA: Me li hanno tanto chiesti che finalmente mi son decisa...... ho fatto i cannelloni di magro. Premessa numero 1) non li facevo da due lus...

    martedì 29 maggio 2012

    #Fiori #Dolichos Lablab #Foto Di Bernardo Braccini:

    Interessante leguminosa ornamentale. Produce fiori rosa, del tutto simili a quelli di altre leguminose, riuniti in spighe erette. Dopo la fioritura compaiono vistosissimi baccelli lucidi color porpora. ATTENZIONE: semi e baccelli possono provocare disturbi se ingeriti.

    http://www.accademiadeisensi.com/fiori/240%20DOLICHOS%20LABLAB%20PURPUREA.jp
    Famiglia: Fabaceae

    Ciclo di vita: perenne

    Tipo di pianta: rampicante

    Uso: grillage, pergole

    Altezza: 600 cm

    Larghezza: -

    Periodo di fioritura: luglio-settembre

    Frutti in: agosto-settembre

    Semina in: mar, apr, mag

    Sinonimi:

    Lablab purpureus, Fagiolo ornamentale

    Istruzioni di semina:

    Immergere i semi in acqua tiepida per alcune ore prima di seminarli. Si semina in primavera (18-21 °C) mettendo 2-3 semi in ogni vasetto di 5-7 cm e coprendo i semi con 1 cm di terriccio. Si bagna il terreno senza eccedere per evitare di far marcire i semi. Si mantiene leggermente umido il terreno. Quando le piantine cominciano ad allungarsi, le si rinvasa in contenitori più capienti fornendo un tutore cui arrampicarsi, o le si mette a dimora ai piedi di una staccionata o di un grillage.   
     
     fonte web: http://www.lasemeria.it/shop/catalogo-dettagli.asp?cod=DOLA01


    #Italia #Cremona #Torrazzo #Orologio:

    Un documento firmato dai Prefetti della Fabbriceria del duomo documenta per la prima volta la presenza di un orologio sul Torrazzo installato probabilmente nel 1471. A realizzarlo e' Antonio Trezzano e a dipingerlo Paolo Spazzola. Si tratta di un quadrante di 4 metri di diametro. Dimensioni modeste rispetto a quelle del congegno progettato e realizzato nel pieno della riforma gregoriana dai fratelli Francesco e Giovanni Battista Dizioli tra il 1583 e il 1588.
    Giovan Battista Dordoni e Martino Pesenti lo incidono e dipingono sulla Grande Torre facendone una superficie riccamente decorata e visibile dalla piazza, grazie ai quasi 60 metri quadrati di estensione. Il quadrante è contornato da una cornice in rame sbalzato, larga 80 cm, Il diametro dell'orologio è di 8,44 m. E' stato eseguito su progetto e calcoli da A. Leani, seguendo il bozzetto in scala 1:10 e cartoni al naturale dal pittore Mario Busini e dallo scultore Piero Ferraroni coadiuvato dal fratello Vincenzo. Le lancette indicano le ore, le fasi lunari, i mesi, le costellazioni e i segni zodiacali. La quarta lancetta compie un giro completo ogni 18 anni e 3 mesi e, quando si sovrappone a quelle del sole e della luna significa che è in atto un eclissi.
    Un autentico capolavoro di ingegneria!

    http://rete.comuni-italiani.it/foto/2008/78680
     Un quadrante eccezionale dunque, che rende l'orologio tra i piu' importanti d'Europa anche perche' fornisce una molteplicita' di indicazioni astrologiche ed astronomiche. A causa dell'esposizione ai fenomeni atmosferici, il quadrante viene piu' volte ridipinto. Il primo restauro e' del 1623 quando si ripassa semplicemente il disegno poco visibile. Poi Giovan Battista Natali, dopo aver predisposto un bozzetto (probabilmente quello oggi ritrovato) lo risistema nel 1671. A fine Settecento invece e' Giacomo Guerrini a dare un nuovo volto al quadrante introducendo la numerazione austriaca (da I a XII) ed eliminando dal planisfero i riferimenti astrologici. Nel 1909 e' la volta di Giuseppe Del Col che insieme a Carlo Vittori ripristinano l'antica numerazione da I a XXIV. Infine l'affresco dell'orologio oggi visibile risale al 1970 quando viene ridisegnato da Mario Busini.

    fonte web: http://www.laprovinciadicremona.it/cultura/edifici-storici/edifici-religiosi/cremona-l-orologio-del-torrazzo-1.12042

    Nuova #Musica: Shin Sasakubo Negra del Alma (Musica Ayacuchana)

    youtube.com
     Blog Chitarra e Dintorni: Nuove Musiche: Shin Sasakubo Negra del Alma (Musica Ayacuchana)

    #Fiori Di #Bach #Beech:

    http://www.floriterapia.com/giardino/03.htm

    nome italiano: FAGGIO
    nome botanico: FAGUS SYLVATICA
                                                 

    Tolleranza e comprensione

    • Stato d'animo "bloccato":  
      Quando per tolleranza si intende che gli altri vanno bene solo se ci stanno opportunamente distanti. Beech è per coloro che sono critici di qualsiasi particolarità altrui, quando non si sopporta qualcosa o qualcuno.
      L'aspetto positivo, o trasformato, di Beech è ben rappresentato nel critico letterario o cinematografico ma anche nell'analista o il terapeuta. In questo caso la persona Beech mette al servizio altrui le sue forti caratteristiche analitiche e critiche. In negativo si rischia solo di non accettare nulla delle differenze altrui.
    • Stato d'animo "trasformato":  
      Si accettano i punti di vista e i gusti altrui con facilità e comprensione.
    • Stati d'animo e sintomi collegati al fiore in ordine di importanza:
      • Intolleranza
      • Si vedono facilmente i difetti altrui
      • Fastidio per qualsiasi cosa
      • Pregiudizi
      • Non si sopporta il no
      • Ordine con intolleranza
      • Inflessibili con gli altri
      • Intolleranza
      • Autoritarismo con intolleranza
      • Rabbia esagerata rispetto alla causa
      • Intolleranza con arroganza
      • Attenzione eccessiva ai dettagli
    • Personaggio famoso collegato:
      Yagoo nel cartone Aladin
    • Frase chiave:  
      "Ma guarda quello, ma non è possibile..."
    • Affermazione positiva:  
      "Sono tollerante e comprensivo con le mie debolezze e con quelle delle altre persone"
    fonte web: http://www.fioridibach.it/fiori_di_bach/beech.htm

    #Big-Crunch, il #Grande Schianto, #morte dell’Universo, Vincenzo #Croce, #Luci e ombre sull’ #Universo #buco nero cosmico #ipotesi cosmologiche #cosmologia #citazione Steven #Weinberg


    Se in un futuro, per ora imprecisabile, i dati osservativi conducessero effettivamente ad un’inversione di quella situazione cosmologica che, sotto tanti punti di vista, è apparsa finora la più probabile [espansione dell’Universo], allora il nostro Universo sarebbe fatalmente destinato a richiudersi. S. Weinberg ha tracciato uno schema descrittivo di alta drammaticità nei confronti di quello che si verificherebbe nel remoto futuro. Fra 30 miliardi di anni l’Universo avrebbe raggiunto la massima espansione e avrebbe raddoppiato il raggio attuale portandolo a 40 miliardi d’anni luce.


    A quell’epoca la temperatura della radiazione cosmologica sarebbe discesa da 2,8 °K ad 1,5 °K e la posizione del picco d’intensità sarebbe passata da 3 a 6 mm. In quel momento gli osservatori sulle galassie noterebbero che i red-shift cosmologici sono divenuti insensibili. Con lo scorrere dei miliardi d’anni comincerebbero viceversa a manifestare un blue-shift,  uno spostamento verso l’estremità violetta del proprio spettro elettromagnetico e la loro luminosità apparente decrescerebbe meno del quadrato della distanza. Il fenomeno indicherebbe che l’Universo ha preso a contrarsi e che le velocità di recessione si siano scambiate in velocità d’avvicinamento. Trenta miliardi d’anni ancora, e l’Universo ripasserebbe nello stato in cui lo vediamo attualmente, solo che tutte le manifestazioni di tipo cosmologico apparirebbero invertite.

    Ad un’epoca situata a 110 miliardi di anni dal nostro tempo, le dimensioni del nostro Universo saranno divenute cento volte più piccole di quelle odierne: la temperatura della radiazione cosmologica raggiungerà i 300 °K (30 °C) e, sulla Terra (ammesso che ci sia ancora), farà così caldo di giorno come di notte e le disomogeneità climatiche stagionali non saranno più avvertibili. Allorché mancheranno soltanto 700 mila anni al collasso finale, la temperatura cosmica sarà cresciuta fino a 3000 °C, pressappoco al livello termico di alcune stelle rosse; in quel momento le molecole prenderanno a dissociarsi e le stelle e i pianeti si mostreranno avvolti in un’impressionante luminosità sanguigna. Solo 20 milioni di anni impiegherà, a quel punto, un raggio di luce a compiere il giro dell’Universo; ma il periplo diventa rapidamente sempre più corto. Da questo momento lo scenario che apparirebbe ad un osservatore ideale è la replica all’inverso di quanto descrivemmo nell’inseguire un fotone cosmologico lungo il suo viaggio nel tempo. Tre settimane prima del collasso finale, del Grande Schianto (il Big-Crunch), le stelle e i pianeti si dissolveranno in un plasma nucleare ribollente a 10 milioni di gradi; infine, a tre minuti dalla fine, si dissoceranno i nuclei atomici; a un decimo di secondo tutta la materia e la radiazione fonderanno in un furibondo bagno di fuoco. A dieci miliardi di gradi, a mille miliardi di gradi… si consumerà il grande olocausto cosmico!


    (Vincenzo Croce, Luci e ombre sull’Universo. Pagine di cosmologia, Torino, Paravia, 1981, p.155)

    (L’immagine sopra è tratta da: http://www.taringa.net/posts/info/6330067/El-Universo-_Imagenes-y-videos_.html )

    #Graphic: La Baba Yaga.

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     LuchoBoogieGraphic: La Baba Yaga.: La Baba Yaga è un personaggio antichissimo, protagonista del folklore di una grande regione che va dall'India alla Russia. Nel folklore Russ...

    #Cinema: LE VERE FALSE TESTE DI MODIGLIANI

     LE VERE FALSE TESTE DI MODIGLIANI

     di Giovanni Donfrancesco

     con documentario
     Italia/Francia, 2011, 53’




     Il documentario è ambientato a Livorno, città natale di Amedeo Modigliani, dove, nell’estate 1984, lo scherzo di tre giovani studenti si trasforma in una beffa colossale, destinata a provocare un vero terremoto nel mondo dell'arte. In una sola notte, i ragazzi scolpiscono una testa nello stile di Modigliani con l'aiuto di un trapano elettrico. Il ritrovamento della scultura è incredibilmente salutato dai critici e gli storici dell'arte come una scoperta fantastica che getta una nuova luce sul lavoro del Maestro. 
     Su questa vicenda Giovanni Donfrancesco (pisano, classe 1969) - che in molti ricordano per aver già presentato all’Arsenale Oro Splendente - Ritorno in Cambogia - ha realizzato a quasi trent’anni di distanza il suo ultimo documentario co-prodotto con la casa francese ARTE .

     A cura di Cinema Arsenale

    #Immagini dal #mondo: Sulla strada per Lo Manthang

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     SEE THE WORLD - immagini dal mondo: Sulla strada per Lo Manthang

    #ARTE #CULTURA: Festival ARCHITETTURA IN CITTÀ

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     ARTE CULTURA: Festival ARCHITETTURA IN CITTÀ: Dopo il grande successo della prima edizione della scorsa estate, il Festival “Architettura in Città” torna con un intenso programma di ...

    lunedì 28 maggio 2012

    #Italia #Milamo #Brera::

    La zona si chiama così ricalcando il nome di via Brera. Il nome Brera deriva da braida: terreno incolto, ortaglia. Da questa parola deriva anche braidense, associato all'omonima biblioteca. Gli artisti che fin dal XIX secolo gravitavano attorno all’Accademia di Belle Arti hanno trasformato il quartiere in uno dei più caratteristici di Milano 
    .
    http://it.wikipedia.org/wiki/File:Brera_-_via_Madonnina.jpg 

     

    Un tempo l'accesso principale a Brera era costituito dalla pusterla di Beatrice, che doveva essere collocata in una zona tra le odierne piazza Lega Lombarda e piazzale Biancamano.

    L'area è idealmente delimitata da via Pontaccio, via Fatebenefratelli, via dei Giardini, via Monte di Pietà, via Ponte Vetero e via Mercato. Tutto ciò che rientra all'interno di quest'area (escluse le strade appena citate) fa parte del quartiere di Brera. Le vie più importanti sono ovviamente via Brera (con la sua Pinacoteca di Brera, l'Accademia di Belle Arti e la Biblioteca Nazionale Braidense, oltre alla Galleria d'arte moderna Il Castello), via Fiori Chiari, via Fiori Oscuri, via San Carpoforo, via Madonnina, via Marco Formentini, via del Carmine, via Ciovasso e via Ciovassino

     
    http://www.fotoeweb.it/milano/Foto%20PalazzoBrera.htmAggiungi didascalia 


    fonte web: http://it.wikipedia.org/wiki/Brera_%28quartiere_di_Milano%29

    #Mestieri #Antichi #Mondine:

    L'antico mestiere delle mondariso appartiene, ormai, al passato.

    Ogni anno, ai primi di maggio, gruppi di mondine partivano da Modena, Ferrara, Ravenna, La Spezia, e da molte altre città italiane, per raggiungere la pianura del riso.
    Erano molto giovani: alcune avevano appena dodici, tredici anni.
    Quelle, che avevano già compiuto i trent'anni, venivano chiamate dalle altre: "le anziane".
    La stagione della monda durava 40 giorni.
    Era un lavoro faticoso: le gambe nell'acqua, la schiena curva, le mani sporche di fango, e le punture di zanzare e di tafani.
    Mondavano il riso, in queste condizioni, per otto ore al giorno.
    Già all'inizio degli anni '60, il loro era un mestiere in via d'estinzione.
    Ora, non ci sono più mondine nei campi; sono state rimpiazzate da qualche chilo di diserbante.
    Non si può più tornare in dietro, non è proprio possibile! Gli agricoltori non sarebbero più in grado di pagare tanta manodopera...
    Quella di ricorre ai diserbanti, invece che alle mondine, non è una scelta strategica dei "ricchi padroni" per incrementare i profitti, ma è una condizione necessaria per la sopravvivenza delle aziende agricole.
      Le mondariso fanno ormai parte del folklore.
    Gruppi di ex-mondine si riuniscono e si trovano a cantare nel coro, per ricordare i tempi passati con i "canti della risaia"...

     fonte web:http://www.vercellink.com/riso/mondine.php


    ergiofalcone.blogspot.it/2011/06/infoaut-30-giugno-1927-le-mondine-in.html

    #Fiori #Tillandsia #Foto Di Bernardo Braccini:

    http://www.accademiadeisensi.com/fiori/218%20TILLANDSIA.jpg 
    Pianta epifita e terrestre da interno, fiorita, erbacea sempreverde e perenne di facile reperibilità e coltivazione. La sua estrema versatilità la rende ancora più apprezzabile perchè è possibile trovarle diverse sistemazioni. Dove il clima lo consente può vivere anche in esterni, generalmente in sud Italia.
    durata:Perenne
    periodo di fioritura:Il fiore è molto grande a forma di spata appiattita di colore rosa-viola, che a maturità si apre liberando i veri fiori di colore azzurro. Va a fioritura una sola volta nella propria vita, ma ha lunga durata fino a 4 mesi
    area di origine:America centrale
    clima:Tropicale
    uso:Pianta d'appartamento, nelle zone dal clima particolarmente mite possono vivere anche sul balcone o in giardino. Possono essere coltivate su  rami pietre o altri supporti decorativi.
     
     fonte web: http://www.leserre.it/enciclopedia352/bromelliaceae/tillandsia/tillandsia-cyanea.html

    #Chamois #Valle D'Aosta:

    Non risulta che la zona di Chamois fosse abitata in epoca preromana e romana, benchè in Valtournenche si siano ritrovate varie tracce di insediamenti preistorici e proto storici.
    Probabilmente i primi coloni vi si insediarono in modo stabile durante i primi secoli del basso Medioevo, quando la progressiva espansione demografica che seguì l'anno Mille provocò il dissodamento e il popolamento di ampie aree, prima disabilitate o sfruttate soltanto stagionalmente per la transumanza.
    Nel XIV secolo Chamois era un feudo dei signori di Challant-Montjovet: il che costituiva un'anomalia, poichè quasi tutte le altre comunità della Valtournenche appartenevano ai signori di Challant-Cly, ivi compresa quella di Antey-Saint-Andrè, dalla quale Chamois dipendevano dal punto di vista ecclesiastico; è quanto si deduce dai testamenti di Ebalo Magno di Challant del 23 maggio 1323, e di suo nipote Yblet del 15 febbraio 1405.
    Il figlio di costui, François, primo conte di Challant, concesse ai suoi sudditi della signoria di Chatillon una carta di franchigie, il 21 maggio 1486: da essa risulta che Pontey e Chamois facevano appunto parte di tale signoria.

    http://www.sanvoyage.com/2011/07/sei-rifugi-sulle-alpi-pennine/il-villaggio-di-chamois-conserva-una-rara-atmosfera-familiare-2/
     Se ne ricordò nel 1691 Vittoria Solaro della Moretta, moglie di François de Challant barone di Chatillon, quando la valle d'Aosta fu invasa dalle truppe del re di Francia Luigi XIV, la baronessa abbandonò allora il castello di Chatillon e si rifugiò con i figli tra i fedeli sudditi di Chamois, che l'accolsero con gioia e l'avrebbero ospitata a lungo, se il marchese de La Hoguette, comandante dell'esercito francese, non l'avesse scovata e riportata a Chatillon, dove la tenne signorilmente in ostaggio.
    Chamois era ancora nel "ressort de Chatillon" quando, il 21 luglio 1681, il vescovo di Aosta, Albert-Philibert Bailly ne decretò l'erezione a sede parrocchiale, sotto il patronato di San Pantaleone, distaccando il suo territorio dalla chiesa madre di Antey-Saint-Andrè.
    Gli Chamoisiens ricostruirono e ingrandirono la preesistente cappella di Corgnolaz (già restaurata nel 1632) e il nuovo edificio venne consacrato dal vescovo Amédée Milliet d'Avillars nel 1707.
    La chiesa, ricostruita nel 1838, contiene un altar maggiore barocco del XVIII secolo; dei precedenti edifici si conservano una croce astile del XV secolo e un calice del 1614. Il XVIII secolo rappresentò un periodo di grandi cambiamenti.
    In seguito alla costruzione della chiesa, Corgnolaz sostituì il villaggio di La Ville (o Grand-Ville) come capoluogo della comunità, che nel 1707 contava 320 abitanti, nel 1782 ben 386 e nel 1790 352.
    Il territorio di Chamois venne inoltre aggregato al mandamento di Cly e nel 1751 il marchese Giacomo Bergera, barone di Cly, la affrancò dai residui censi feudali a lui dovuti. Infine, nella seconda metà del secolo, si diede il via alla fondazione di scuole pubbliche: va segnalata in particolare, a La Ville, quella riservata alle ragazze, voluta da Jean-Jacques Perruquet, di Valtournenche, parroco di Chamois dal 1740 al 1750.
    Nell'800 si continuò a promuovere l'istruzione popolare, tanto che all'inizio del 1900, a Chamois si contavano ben quattro scuole.
    Altre iniziative di interesse collettivo furono: della fondazione delle latterie sociali di Corgnolaz nel 1873 (la cui attività è durata esattamente un secolo, fino al 1973) e di Crépin nel 1896 (tuttora esistente); la costruzione del Municipio nel 1885 (sostituito da una nuvoa sede comunale nel 1973), e la cooperativa cattolica interparrocchiale di consumo Antey-Chamois (detta "la Boutique des Prétes"), istituita a fine secolo e cessata verso il 1930.
    Mentre in precedenza la popolazione si era mantenuta relativamente costante (352 abitanti nel 1911, 351 nel 1838, 373 nel 1848), nella seconda metà del XIX secolo e soprattutto all'inizio del XX la crisi economica che investì la Valle d'Aosta provocò un fenomeno migratorio, che incise a fondo nella struttura sociale locale: nel 1861 si contarono soltanto 332 abitanti, 322 nel 1871 e per 346 nel 1881.
    Nel 1887 emigrarono quindici persone, ben 38 nel 1906 e altre 16 nel 1913: gli abitanti scesero così a 318 nel 1901, a 313 nel 1911, a 279 nel 1921, a 214 nel 1931 e a 194 nel 1936.
    Il calo non si arrestò neppure nel secondo dopoguerra, quando il rapico miglioramento delle condizioni socio-economiche generali accelerò, paradossalmente, il fenomeno di spopolazione della montagna, tuttora in corso: si censirono così, a Chamois 151 abitanti nel 1951, e 141 soltanto nel 1961.

    http://www.paesionline.it/valle_d_aosta/chamois/foto_dettaglio.asp?filename=43668_lago_chamois_chamois 

     La popolazione residente è oggi di 94 persone, la metà circa delle quali è dedita al settore terziario (il turismo in particolare); seguono, come attività principali, l'agricoltura spesso svolta part-time e l'industria. L'artigianato è praticato soprattutto come attività secondaria; oltre alla scultura e l'intaglio sul legno, sono da segnalare soprattutto l'intreccio di cesti in pegno di nocciolo.
    Esistono giacimenti di salgemma, ma essi non sono sfruttati economicamente. L'attività turistica è favorita, oltre che dalla bellezza incontaminata dei luoghi e dai moderni impianti per la pratica dello sci, dalf atto che Chamois è l'unico comune d'Italia totalmente privo di strade carrozzabili.
    Il collegamento con il fondovalle è garantito da una funivia (inaugurata nel 1955 e ricostruita nel 1968) e da una teleferica per il trasporto di merci e animali; una seggiovia sale, dal 1960, all'incantevole lago di Lod, ed una seconda fino al colle di Fontana Fredda.
    Chamois ha inoltre un altiporto costruito nel 1967, che fu il primo impianto del genere aperto in Italia; occupa un'area di 12.000 metri quadrati, la pista di atterraggio e decollo è lunga 350 metri e larga 30.
    Le attrattive di carattere storico monumentale sono rappresentate, oltrechè dalla chiesa parrocchiale, da una nutrita serie di antiche case rurali - la più antica delle quali è datata 1654 - e dal mulino di Crépin, del 1834, con l'annessa curiosa cappella della trasfigurazione (detta anche "du Mont Tabor", 1856).
    E' da segnalare anche la cappella della frazione Moulins, intitolata alla Trinità, del 1691 (restaurata nel 1880). A Suis sorge la cappella di Notre-Dame de Pitié risalente al 1707, ricostruita nel 1931.
    Recentemente sono state edificate altre cappelle, dedicate rispettivamente alla Madonna Regina della Valle d'Aosta (sulla mulattiera per Valtournenche, 1942), a Notre-Dame des Neiges (al lago di Lod, 1965) e a San Domenico Savio (al confine con Valtournenche, 1980).

     fonte web:http://www.comune.chamois.ao.it/ComStoria.asp

    Assolto dal peccato commesso dal prete, Bruno #Zanin, #citazione #Nessuno dovrà saperlo, #pedofilia ecclesiastica #assoluzione #peccato #adolescenza #pubertà #seminario


    Tutti già dormivano, il vento ululava nelle gole, le lamiere del tetto sbattevano, l’aria gelida entrava da ogni parte e Alessandro, riscaldato e rasserenato dall’abbraccio di Don Giustino, pareva addormentato, quando, con una mano, il prete si mise ad accarezzarlo sulle cosce cercando di non svegliarlo.
    Ma Alessandro non dormiva, fantasticava sulla sua futura missione in Amazzonia, con la mente era tra i pericoli ed imprevisti che affrontavano assieme a Don Giustino per portare il messaggio di Cristo ai selvaggi. Erano in un arcipelago sconosciuto dove, novelli don Rua, per primi catechizzavano selvaggi mai raggiunti dall’uomo bianco, e quell’abbraccio lo rendeva sicuro e intrepido e gongolante di felicità perché amava Don Giustino come si ama un padre spirituale.
    Ma le carezze che sentì lo richiamarono a sé, alla baita, al fienile dove si trovava. Spostò la testa per accertarsi che non sognava e si mise a riflettere: cosa gli stava facendo don Giustino?
    Il prete restava immobile, la mano ricaduta sul fieno. “Dorme”, pensò Alessandro che cacciò via un brutto pensiero. Ma ecco che di nuovo la mano di Don Giustino scivolava sulla sua gamba e nello stesso istante sentiva un caldo bacio alla bocca e puzza grappa. “Come? Don Giustino mi ha baciato Che cosa vuol dire?”.
    Quando la mano di Don Giustino andò sulla patta e ivi si fermò, un’idea penosa si piantò nel suo cervello, così penosa che Alessandro la scacciò, dicendosi: “Ma no, non è possibile, di sicuro sta sognando, sta sognando!”. Vorticosi pensieri, il cuore cominciò a martellargli in gola, a togliergli il respiro. Il prete proseguì. Sebbene lo sgomento fosse grande, e grande l’imbarazzo per quella incredibile iniziativa, Alessandro ebbe la reazione fisiologica che può avere un adolescente sulla soglia della pubertà. Ma era troppo sorpreso e sconvolto per avere la volontà di fare un movimento. Fece tutto Don Giustino, con l’abilità e l’attenzione di un adulto pratico. Alessandro subì passivo come un cadavere, con la passività che si ha in sogno, sogno che a un certo punto divenne incubo.
    […]

    [Il giorno dopo]

    […]

    Rimettendosi gli occhiali, [Don Giustino] si passò il fazzoletto sulla fronte, sudava. Non sapeva come iniziare. Poi si decise a parlare e spiegò che, per colpa di un sortilegio diabolico, quella notte erano caduti come burattini in mano a Satana che li aveva indotti a commettere un’azione orribile, “quella azione”, sottolineò il prete senza darle il nome che loro due sapevano, era, sì, peccato grave, ma Gesù era un Dio Misericordioso, compativa le debolezze degli uomini, aveva sempre il perdono a portata di mano per chi riconosceva e si pentiva della propria colpa. Alessandro sentì un po’ di sollievo. Don Giustino era completamente diverso da come lo conosceva. Il prete gli prese una mano e la portò alle labbra, la baciò, scosse la testa; capiva la delusione del suo beniamino.
    “Perdonami, Alessandro, non puoi capire come Satana sia potente e tenti noi preti che abbiamo in affidamento anime cristalline come la tua, tentazioni che non sempre riusciamo a dominare, come hai visto, fino a indurci a commettere azioni che mai avremmo immaginato di poter fare. Credimi… m’ero davvero affezionate a te, sei così simile a come ero io alla tua età, un pulcino senza chiccia bisognoso di tenerezza, non so come ho potuto fare quello che ho fatto, proprio non capisco. Sono caduto… in un abisso. Perdonami, angioletto mio”.
    Così disse il prete e lo baciò sulla fronte. Alessandro sentì il fiato che sapeva di vino. Poi cambiando tono di voce, facendosi impersonale, don Giustino disse: “Ottenuta l’assoluzione, su quest’episodio non devi tornarci mai più sopra, quello che è successo è successo, non devi parlarne con nessuno, nessuno dovrà saperlo, neanche altri confessori, per non ridestarne il ricordo e sfidare Satana che provoca rimuginamenti apposta per far tornare il desiderio”.
    Alessandro aveva i nervi a pezzi, don Giustino l’aveva commosso, chiedeva comprensione e perdono e lui glielo dava. Mosso da pietà, prese la mano del prete che ora l’assolveva, la portò alle labbra e la bacio trattenendo le lacrime. Il prete fu colto dallo spasmo della felicità, si chinò sul ragazzo febbricitante, lo baciò e l’abbracciò forte. Quel prete, trincerato dietro occhiali scuri, ora singhiozzava come un bambino.
    Anche Alessandro sentiva il bisogno di piangere, di gioia questa volta, e prese di nuovo la mano del sacerdote, la tenne tremante nella sua, avrebbe voluto che don Giustino lo accarezzasse, se la portò sul volto e il prete sentì fortissimo il desiderio riaccendersi. Rasserenato d’avere riparato un po’ allo scandalo commesso, prima di uscire disse ad Alessandro che, per penitenza, doveva dire tre Pater, Ave e Gloria e tornare sereno e allegro come prima, ed evitare in futuro occasioni simili. Fu così che Alessandro fu assolto dal peccato commesso dal prete.


    (Bruno Zanin, Nessuno dovrà saperlo, Napoli, Tullio Pironti Editore, 2006, pp. 57-58, 61-62)





    #italia #Curon Venosta #Campanile #Lago Di Resia::

    Nei pressi del Passo Resia, propio dove nasce l'Adige, un solitario campanile spunta dalle acque del lago di Resia, emblema della Val venosta

     

    http://www.suedtirolerland.it/it/highlights/attrazioni/campanile-nel-lago-di-resia.htm

     Quando venne creato il lago artificiale, le acque sommersero un piccolo paese e tutti gli abitanti dovettero vennero evacuati. Per la produzione di energia idroelettrica si decise di sfruttare i tra laghi di Resia di Curon e di San Valentino alla Muta. La creazione di una grande dica unificò i primi due precedenti laghi e sommerse gli abitati di Curon e parti di Resia, come anche gli antichi abitati di Arlung, Piz, Gorf e Stockerhöfe. Gli abitanti di questi paesi furono costretti a lasciare le loro case ed il loro terreno. Nell’estate 1950 il progetto venne completato, gli edifici distrutti ed infine sommersi nell’acqua. Solo il campanile romanico della chiesa, risalente al XIV secolo, venne salvato perché è posto sotto tutela dei monumenti.

     

    http://www.suedtirolerland.it/it/highlights/attrazioni/campanile-nel-lago-di-resia.html

    A secondo del livello dell’acqua, la parte superiore del campanile è tutt’ora visibile. L’avvenimento è avvolto da molte leggende, ma non solo per questo il lago è una rinomata meta di gite ed escursioni.

    In estate il lago rappresenta un vero e proprio luogo di relax, dove si può riprendere nuove forze e rilassarsi. Grazie a venti forti e frequenti il lago di Resia è diventato anche un noto luogo d’incontro per gli appassionati di kitesurf. E d’inverno, sul lago ghiacciato si pratica sci di fondo e slitta a vela…

    Una Curiosità: La leggenda narra che in certi giorni ancora oggi si possono udire le campane del campanile che risuonano dal fondo del lago!

     fonte web: http://www.suedtirolerland.it/it/highlights/attrazioni/campanile-nel-lago-di-resia.html

    #Fiori Di #Bach #Aspen::

    http://fiori-di-bach.reflexal.com/aspen.html

    Protezione della propria sensitività

    • Stato d'animo "bloccato":  
      Aspen è per tutte le paure indefinite e vaghe; quella del buio, della magia, dei mostri... Adatto per tutte le persone che hanno una particolare sensibilità. Quando i problemi sono vissuti ancor prima che si verifichino. Molto adatto per le paure dei bimbi.
      Le foglie del pioppo tremano facilmente, basta loro un soffio d'aria per muoversi. Così le persone che hanno bisogno di Aspen sono sensibili all'ambiente circostante, le brutte notizie, le malattie altrui vengono percepite come le proprie.
    • Stato d'animo "trasformato":  
      Con Aspen la propria sensibilità diventa fonte di sicurezza, si aumenta il proprio coraggio.
    • Stati d'animo e sintomi collegati al fiore in ordine di importanza:
      • Paura del buio
      • Paura come anticipazione
      • Ansia per anticipazione
      • Paura di forze invisibili, della magia
      • Ansia con paure immotivate
      • Paura e ansia per la magia
      • Paura vaga e indefinita
      • Paura delle aggressioni
      • Ansia indefinita
      • Ansia improvvisa
    • Personaggio famoso collegato:
      Porky Pig dei cartoni animati della Warner
    • Frase chiave:  
      "Ho facilmente paura quando sono solo. "
    • Affermazione positiva:  
      "Sono protetto nella luce e prendo come un dono la mia sensibilità"
      fonte web:http://www.fioridibach.it/fiori_di_bach/aspen.htm

    #Cinema: SILENT SOULS

     SILENT SOULS

     di Aleksei Fedorchenko

     con Igor Sergeyev, Yuriy Tsurilo, Yulia Aug, Ivan Tushin
     Russia, 2010, 75'



     Struggente e affascinante apologo della "scomparsa". Film-rito sulla poesia delle tradizioni Merja

     Un mondo che non c'è più. Che sta svanendo, allo scomparire delle ultime anime che lo popolano. E che poeticamente si aggrappano al racconto di Aleksei Fedorchenko, finalmente in sala dopo il passaggio in Concorso alla Mostra di Venezia nel 2010, dove vinse il Premio della Critica Internazionale, l’Osella per la miglior fotografia e il Premio La Navicella.
     Ovsyanki (questo il titolo originale dell’opera, termine per indicare lo zigolo, una specie di passero comune in Russia, molto spesso confuso per canarino) è un film-rito, una sinfonia visiva che attraverso la parola si fa linguaggio, e mito: alla morte della moglie, Miron (Yuriy Tsurilo) chiede ad Aist (Igor Sergeyev) di accompagnarlo per compiere il rito d'addio (bruciare il defunto e disperderne le ceneri nell'acqua) secondo le tradizioni della cultura dei Merja, antica etnia del Lago Nero, regione del centro-ovest della Russia.
     Scomparsi da secoli, i Merja e le loro tradizioni persistono nella realtà moderna dei loro discendenti, almeno fino a quando qualcuno ricorderà, rispolverando dall'oblio anche alcuni luoghi fantasma, il passaggio di esistenze sparite: è questo - nei confronti dello spettatore - il compito di Aist, anche voce narrante del film, personaggio-testimone (insieme alle altre due "anime silenziose" - Silent Souls - gli zigoli in viaggio con lui e Miron) in grado di riportare a galla, letteralmente, le uniche tracce che questo popolo ha lasciato. Nei nomi dei fiumi, in primo luogo, e in quella straordinaria commistione di tre elementi, Amore, Morte, Acqua, che accompagnano in modo trascendente il passaggio, la dipartita, la speranza di continuità: Fedorchenko - che prosegue la personale ricerca sulle etnie dell’ex URSS iniziata con Children of the White Grave - chiede al cinema di accogliere l'essenza dell'oralità e custodirne il mistero (anche per questo sentiamo di perdonargli l'eccesso di voce over), il cinema risponde e regala uno straordinario componimento per immagini, capace in soli 75 minuti di catturare, annegandolo dolcemente, lo sguardo dello spettatore. (Valerio Sammarco, Il Cinematografo.it 10/05/2012)



     A cura di Cinema Arsenale

    #ARTE #CULTURA: I want to be a machine

    http://arteculturaok.blogspot.com
     ARTE CULTURA: "profondamente_superficiale" personale di Vincenzo...: "profondamente_superficial e" personale di Vincenzo Mascoli a cura di Alexander Larrarte e Giuliana Schiavone Castello Aragonese - Otranto...

    domenica 27 maggio 2012

    #Carattere #Ottimista #Abbattimento #Insuccesso::

    Un carattere ottimista, quantunque si aspetti sempre piu' bene di quanto non ne capiti, non sconta sempre le sue speranze con abbattimento proporzionato. ben presto sorvola sull'isuccesso presente, e comincia a sperare di nuovo 
     
    Jane Austen, Emma
    tratto da: Le donne detto - un libro di citazioni -  Laura Bolgeri- Rizzoli                      


     
    http://www.menshealth.it/alimentazione/mangia-meglio/MANGIA-SORRIDI
     




























    #Italia #Lago di #Misurina ::

    l piccolo specchio d'acqua, d'intenso colore, la riva stretta nell'abbraccio di verdissimi abeti profumati, i rilievi delle Dolomiti ricoperti da numerose conifere che racchiudono il lago, donano al lago di Misurina una particolare sensazione di pace e tranquillità
    http://www.trekearth.com/gallery/Europe/Italy/Veneto/Belluno/Misurina/photo84170.htm
     Dei laghi dolomitici, quello di Misurina, sebbene uno dei più piccoli è il più grazioso e suggestivo. Scenari di notevole fascino da Cortina  D'ampezzo a Brunico dalla conca cadorina dominata  dal Cristallo e dalle Tofane alla Pusteria ampia, verdissima, attraverso la valle di Landro e il passo Tre Croci.


    http://mmedia.kataweb.it/foto-utente/315583/lago-di-misurina
     Uno dei pochi laghi che unisce il piacere della serenità dell'atmosfera lacustre con quella emozionante tipica delle montagne di imponenti dimensioni come possono essere le Dolomiti.

    fonte web: http://www.paesionline.it/lago_di_misurina/introduzione_lago_di_misurina.asp

    La Via della #Chitarra #Jazz: i poliritmi e la modulazione ritmica

    http://www.laviadellachitarrajazz.com
     La Via della Chitarra Jazz: i poliritmi e la modulazione ritmica: Image: hinnamsaisuy / FreeDigitalPhotos.net Con il termine "poliritmi" si intendono 2 o più ritmi suonati simultaneamente.  ...

    #Fiori #Piante #Erbe #Trifoglio #Foto Di Bernardo Braccini:;

    Origine e diffusione

    Il trifoglio pratense o violetto è senz’altro da tempo una delle leguminose foraggere più diffuse in Europa ed in alcuni Paesi del vecchio continente raggiunge estensioni di alcune centinaia di migliaia di ettari.
    In Italia, comunque, la coltura pura di questa leguminose da prato è andata progressivamente perdendo di interesse nel corso degli ultimi venti anni.
    Di non antichissima coltivazione, il trifoglio pratense giunse in Europa probabilmente attraverso la Spagna e, di qui, si estese alla Francia, alla Germania ed ai Paesi Bassi.
    Già conosciuto come pianta foraggera, il trifoglio pratense non fu però mai estesamente coltivato e assurse a pianta di primaria importanza solamente quando, introdotto in Inghilterra verso la metà del 1600, venne inserito nell’avvicendamento in sostituzione del maggese nudo. Le conseguenze di tale accorgimento furono duplici: da un lato esso provocò un sensibile aumento delle disponibilità foraggere e, dall’altro, grazie alla sua capacità azotofissatrice ed al conseguente arricchimento del tenore in azoto del terreno, consentì un incremento di tutta la produzione agraria.

     fonte web: http://www.agraria.org/coltivazionierbacee/trifogliopratense.htm

    http://www.accademiadeisensi.com/fiori/088%20TRIFOGLIO.jpg

    #Fiori Di #Bach #Agrimoni::

                                     

    http://www.fioridibach.it/fiori_di_bach/default.htm

     

     

    Liberare la propria immagine

    • Stato d'animo "bloccato":  
      Agrimony è per tutti coloro che hanno paura di mostrare i propri sentimenti, sempre sorridenti, portano spesso la maschera delle persone giulive, anche quando soffrono. Usano sostanze stimolanti quando hanno dei problemi che li assillano.
      In Agrimony la tensione, ansia interna non viene manifestata con gli altri. Ciò che preoccupa viene tenuta nascosta e mascherata con la voglia di ridere a tutti i costi.
    • Stato d'animo "trasformato":  
      Sono l'espressione vera di se stessi e delle loro emozioni. Si è sicuri dei propri sentimenti e della loro manifestazione.
    • Stati d'animo e sintomi collegati al fiore in ordine di importanza:
      • Allegria forzata
      • Ansia nascosta dall'allegria
      • Ansia e timore
      • Ansia per cui si mangia anche di notte
      • Tendenza ad evitare le discussioni
      • Ansia localizzata nel petto
      • Fame nervosa
      • Non si riesce a tenere una dieta per instabilità
      • Conflitti interiori nascosti
      • Paura delle discussioni
      • Oppressione al petto
      • Si mangiano le unghie
      • Digrignare i denti nel sonno
    • Personaggio famoso collegato:
      Benigni nella Vita è bella
    • Frase chiave:  
      "Riesco a far sorridere gli atri anche quando ho problemi."
    • Affermazione positiva:  
      "Dentro di me è la gioia vera, la pace e la calma"
    Fonte web:http://www.fioridibach.it/fiori_di_bach/agrimony.htm

    #Cucina: MAI DIRE QUICHE

    http://santaparmigiana.blogspot.com
     Santa Parmigiana: MAI DIRE QUICHE: Io oooooooooodio le quiches! Nel corso degli anni me  ne hanno propinate di orripilanti, scialbe, insipide, troppo salate, insulse fr...

    Club Urban #Fantasy: ANTEPRIMA: Angels

    http://cluburbanfantasy.blogspot.com
     Club Urban Fantasy: ANTEPRIMA: Angels: Occhi neri come la pece. Occhi chiari come il ghiaccio. Maschio e femmina. Luce e oscurità. Movimento e staticità. Angelo della Vita e An...

    #Vicenza #Italy














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