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mercoledì 1 novembre 2023

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il primo novembre.
Il primo novembre 1604, alla Whitehall di Londra, viene rappresentato per la prima volta l'Otello di Shakespeare.
L'otello è Tragedia in cinque atti in versi e in prosa. La fonte è la settima novella della terza deca degli Ecatommiti di Giovan Battista Giraldi Cintio; ma il capitano moro e l'alfiere non hanno nome in Giraldi. Si è congetturata l'identificazione del moro col patrizio Cristoforo Moro che fu luogotenente a Cipro nel 1508 e perdette la moglie nel viaggio di ritorno a Venezia, e, da altri, con "il capitano moro" (in realtà un italiano del Mezzogiorno) Francesco da Sessa che fu mandato in catene dai Rettori di Cipro, alla fine del 1544 o al principio dell'anno seguente, a Venezia, per un delitto non specificato.
Non è appurato se Shakespeare si servì dell'originale italiano o della traduzione francese di Gabriel Chappuys pubblicata a Parigi nel 1584.
Il moro Otello, generale al servizio di Venezia, ha conquistato l'amore di Desdemona, figlia del senatore veneto Brabanzio (Brabantio), col racconto delle sue gesta e dei pericoli corsi; e l'ha sposata in seguito.
Per questo è accusato da Brabanzio dinanzi al Doge di avergli stregato e rapito la figlia.
Ma egli spiega come abbia lealmente conquistato il cuore di Desdemona, e la donna conferma il suo racconto.
Intanto giunge nuova d'un imminente assalto turco a Cipro, e si richiede il braccio d'Otello per respingerlo.
Brabanzio a malincuore cede la figlia al Moro che subito parte con lei per Cipro.
Contro Otello nutre odio profondo l'alfiere Iago, il quale ha visto promuovere luogotenente, in sua vece, Cassio, e a cui è giunta la voce che il Moro abbia giaciuto con Emilia, sua moglie e cameriera di Desdemona.
Iago dapprima riesce a screditare Cassio presso Otello, facendolo ubriacare e turbare la pace pubblica, aizzato da Roderigo, amante non corrisposto di Desdemona.
Cassio, privato del grado, vien indotto da Iago a pregar Desdemona d'intercedere a suo favore; al tempo stesso Iago instilla nell'animo di Otello il sospetto che la sua sposa lo tradisca con il disgraziato luogotenente.
E lo zelante intervento di Desdemona a favore di Cassio sembra confermare i sospetti e fa nascere nel Moro una furiosa gelosia.
Iago riesce a fare in modo che un fazzoletto, dato da Otello a Desdemona come prezioso pegno, e raccolto da Emilia quando la padrona l'aveva smarrito, sia ritrovato presso Cassio.
Otello, accecato dalla gelosia, soffoca Desdemona nel letto. Poco dopo Cassio, che doveva essere ucciso da Roderigo a istigazione di Iago, è ritrovato ferito.
Ma su Roderigo, trafitto da Iago per evitare che si scopra il suo piano, vengono trovate lettere che provano la colpa di Iago e l'innocenza di Cassio.
Otello, fulminato dalla scoperta d'aver ucciso la sposa innocente, e ritrovata, nello stesso crollo del suo mondo, la sua lucidità di spirito, si uccide stoicamente per punirsi.
Questa tragedia che ha per motivo dominante la gelosia è così abilmente costruita, e avvince talmente l'attenzione che non si notano senza un freddo e minuto esame l'improbabilità di molti elementi, la contraddizione nella psicologia di vari personaggi, e una insanabile inconsistenza nella durata dell'azione.
I critici si sono sforzati di ovviare alle varie difficoltà presentate dal dramma.
La più grave è quella della durata dell'azione: dallo sbarco di Desdemona e di Otello a Cipro alla catastrofe finale corrono solo trentasei ore; ma molte circostanze richiedono invece che l'azione abbia uno svolgimento più lungo e duri qualche settimana almeno.
Si è cercato di conciliare la manifesta incongruenza in vari modi, per esempio supponendo che l'accusa di Iago contro Desdemona riguardi il periodo anteriore alla venuta a Cipro, dal momento che non vi sarebbe stato tempo nel soggiorno a Cipro per il supposto amoreggiamento.
Ma tale spiegazione contrasterebbe poi con quanto Iago dice di Desdemona: così nell'atto terzo (3, 230 segg.) l'infedeltà di Desdemona è ascritta a un periodo ulteriore a quello della passione di lei pel Moro, durata fino a poco fa: ché nel periodo del fidanzamento essa sarebbe rimasta interamente presa dal suo morboso appetito per un uomo di colore.
Dunque, nelle parole di Iago, l'infedeltà si sarebbe verificata in un'epoca recentissima.
Contraddizioni vi son poi nel carattere di Otello; d'altronde Desdemona si mostra alquanto ottusa nel non accorgersi che Otello è geloso, nel raccomandargli Cassio nel momento più inopportuno, e più tardi, quando si è accorta della gelosia del marito, nel non cercare di scoprirne il motivo e d'aver subito una spiegazione con lui.
Anche gli altri personaggi possono apparire degli sciocchi gabbati da Iago.
Ma confusioni e contraddizioni nella psicologia dei personaggi, e soluzioni di continuità tra il loro carattere e il loro modo d'agire erano all'ordine del giorno nel teatro elisabettiano, che contava su effetti di prospettiva che implicavano inevitabili deformazioni non avvertibili alla recita.
E, alla recita il dramma shakespeariano è forse il più lucido e classico di quest'autore, onde la sua fortuna sul Continente: Zaira di Voltaire, ove il personaggio d'Orosmane è calcato su quello d'Otello, è la prima adattazione francese di opera shakespeariana.
Tragedia meridionale per la passione che ne forma il motivo (senza, per questo, voler con lo Schlegel vedere nel dramma un tentativo di studio culturale e ambientale, per cui Otello sarebbe la tragedia del barbaro male assimilato), è quella che più ha trovato frequenti tra noi le famose interpretazioni (Tommaso Salvini, Ermete Novelli, Ermete Zacconi); mentre il soggetto è parso sempre piuttosto repellente alla mentalità inglese e puritana, onde in tempi recenti parte del pubblico seguiva con attrazione morbosa l'interpretazione del negro Paul Robson.
Tragedia incalzante e senza respiro intorno a una creatura innocente irretita e spinta a una morte atroce in una camera in fondo a una fortezza; un fatto di cronaca nera che lo Shakespeare circonfonde di tutta la ricchezza verbale e la sottigliezza concettuale d'un secentista.

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