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mercoledì 19 luglio 2023

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 19 luglio.
Il 19 luglio 1553 Maria Tudor sale al trono come regina d'Inghilterra, succedendo a Jane Grey che aveva regnato per solo nove giorni.
Maria I Tudor è una delle figure più controverse storicamente; basti pensare, per un attimo , ai due soprannomi con i quali è conosciuta, Maria la Sanguinaria e Maria la Cattolica.
Entrambi spregiativi, perché coniati in Inghilterra dopo la sua morte, in un paese passato dalla stretta osservanza religiosa alla chiesa di Roma allo scisma, doloroso, provocato da Enrico VIII, che non si ricompose mai più, e che dura fino ai giorni nostri.
Maria, figlia di Enrico VIII Tudor e di Caterina d’Aragona, nacque a Greenwich nel 1516; suo padre sperava in un erede maschio, per dare continuità alla stirpe, ed invece nacque lei, unica sopravvissuta ad una serie di aborti della madre. Per 18 anni la sua vita fu relativamente felice; il matrimonio tra Enrico VIII e Caterina sembrava solido, nonostante le innumerevoli infedeltà dell’esuberante sovrano, e Maria, esile e bionda ragazzina, crebbe alla corte inglese, all’ombra dell’ingombrante padre. Fino al fatidico giorno in cui tutto andò in pezzi; il sovrano conobbe Anna Bolena, e da quel momento non ebbe più occhi che per la giovane amante, mettendo in disparte sia la moglie che la figlia. Maria divenne merce di scambio politico; venne promessa sposa al delfino di Francia, Francesco, poi a Carlo d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero, a seconda di come spirava il vento delle alleanze europee.
Ma, come detto, l’infatuazione di Enrico per la giovane e bella Anna Bolena, dama di corte della regina Caterina, spezzò gli equilibri in campo e cambiò irrimediabilmente la sua vita. Il tentativo di Enrico di annullare le sue nozze con Caterina naufragò davanti alla determinazione sia del papa sia della moglie, e la cosa esasperò i rapporti tra i due coniugi, che divennero sempre più tesi. Caterina era cattolica, e amava sinceramente suo marito, e non accettò mai, fino alla morte, di riconoscere legittime le richieste di Enrico. Di pari passo andò il destino della giovane Maria, messa in disparte, allontanata da corte e privata dapprima del titolo nobiliare, fino all’atroce disconoscimento della sua legittimità. Per la giovane principessa arrivarono anni bui, culminati con la fulminea ascesa della Bolena, che la odiava, in quanto rivale al trono della piccola Elisabetta, nata dalle nozze con Enrico.
Allontanata dalla corte, poi dalla madre, Maria covò un odio fortissimo verso la Bolena, soprattutto dopo la morte della ex regina Caterina, vittima probabilmente di un cancro, o, come sostengono alcuni, di un avvelenamento da parte della Bolena. Forse anche il suo destino sarebbe stato irreparabilmente segnato se il volubile re non si fosse stancato della Bolena; stufo di dover attendere il sospirato erede maschio, il re si sbarazzò della moglie, accusandola di stregoneria, adulterio e incesto e la condannò alla decapitazione. Al fianco del sovrano comparve Lady Jane Seymour, figlia di un compagno d’armi di Enrico. La donna, di animo gentile anche se non bella come la Bolena, prese a benvolere Maria, riportandola a corte e ridandole quella dignità che le era stata negata. La morte improvvisa della Seymour, dovuta ad una setticemia fulminante sopraggiunta dopo la nascita del tanto sospirato erede maschio, Edoardo, sembrò catapultare daccapo Maria in una situazione difficile. Ma Enrico, che amava profondamente Jane Seymour, per due anni sembrò incapace di reagire, lasciando la ragazza , ormai ventunenne, alle prese con una corte in cui era vista con favore da coloro che avevano amato sua madre Caterina, e con odio dai riformatori, che ricordavano l’attaccamento della cattolicissima regina alla chiesa di Roma. La successiva sovrana d’Inghilterra, Anna di Cleves, donna semplice e assolutamente fuori posto alla corte inglese, la amò come una figlia. In tutti gli anni successivi Maria visse nell’ombra del padre, molto distante dalla figura paterna affettuosa e presente; e lei, che soffrì sempre di questa assenza, sembrò diventare una presenza invisibile a corte. Suo padre non aveva alcuna intenzione di nominarla erede, alla sua morte, e così Maria rimase priva completamente di qualsiasi istruzione politica. La morte di Enrico VIII segnò definitivamente uno spartiacque nella sua vita; sul trono d’Inghilterra salì Edoardo, il fratellastro nato dall’unione tra Enrico e Jane Seymour. Il giovane re, di salute cagionevole, non era destinato a regnare a lungo.
Il giovane nominò, come suo successore, Lady Jane Grey, pronipote di Enrico, e quarta in linea di successione al trono. Era stata una scelta assolutamente cervellotica, in quanto Enrico stesso aveva designato, in linea di successione, prima Edoardo e poi Maria Tudor come legittimi eredi al trono. Maria, che aveva 37 anni, sfoderò gli artigli; chiese l’appoggio popolare e quello della corte, e in soli nove giorni si prese, con la forza, quel regno che le spettava di diritto. E la sua vita cambiò repentinamente, così come cambiò quella del suo regno. Inesperta totalmente di affari di stato, essendo stata relegata in un angolo per quasi tutta la sua vita, Maria come primo atto del suo governo abolì quasi tutta la riforma religiosa del padre; era cattolica, come sua madre, e non aveva dimenticato come proprio questa professione di fede avesse influito sulla vita della madre. Ristabilì la messa com’era in origine, e nonostante l’opposizione del parlamento, riportò l’Inghilterra nell’orbita papale, oltre a restituire al clero larga parte di ciò che suo padre aveva tolto loro.
Nel 1554, a 38 anni, cercò di dare un compimento completo alla sua vita ma soprattutto cercò di dare un erede al trono d’Inghilterra; sposò Filippo II di Spagna, portando così il paese nell’orbita spagnola. Mentre accadevano questi avvenimenti, Maria si dedicò con zelo degno di miglior causa alla repressione di qualsiasi forma di eresia religiosa; nel paese comparvero, sinistramente, roghi destinati a coloro che si rifiutavano di seguire le leggi della chiesa di Roma. Mercanti e ecclesiastici, semplici cittadini e contadini, finirono arsi vivi colpevoli solo di dissentire sul ruolo di Roma negli affari religiosi. Gli eccessi portarono ad una rivolta capeggiata da Thomas Wyatt, duca di Kent, che aveva trovato seguito presso tutti coloro che non volevano l’ingerenza della Spagna nelle questioni inglesi, e che propugnavano la salita al trono di Elisabetta, figlia di Enrico e di Anna Bolena. La congiura fallì, anche perché buona parte del popolo si schierò con la sovrana; la repressione fu terribile e si concretizzò nel massacro dei congiurati. A farne le spese fu anche Jane Grey, mandata sul patibolo a soli 17 anni. L’opera di persecuzione verso i nemici del cattolicesimo continuò, tanto che ben presto la sovrana divenne popolare non più con il soprannome di cattolica, ma con quello di Bloody Mary, Maria la sanguinaria. Le nozze con Filippo furono un altro fallimento; lei era innamorata del marito, ma assolutamente non ricambiata; Filippo II cercò di rimanere quanto più lontano possibile dall’Inghilterra, recandosi in visita dalla consorte solo per il dovere coniugale. Un figlio con la regina Maria avrebbe significato il definitivo passaggio del paese nell’orbita spagnola. E il primo segnale venne dalla guerra dichiarata alla Francia, che ebbe però un esito nefasto; gli inglesi persero il porto di Calais, ultimo baluardo rimasto in terra francese dalla Guerra dei cent’anni.
Maria intanto vedeva il tempo passare, senza l’arrivo del sospirato erede; tuttavia ad un certo punto il miracolo sembrò avverarsi. Alla regina scomparve il ciclo, e la sua vita iniziò ad ingrossarsi. Ma il tempo necessario alla gestazione passò, senza che la regina mostrasse i segni del parto. I medici, stupefatti, la chiusero in una stanza, in attesa delle doglie, ma i giorni passarono e ben presto fu chiaro che Maria non era incinta, ma che continuava ad ingrassare per un tumore allo stomaco. Che la uccise il 17 novembre del 1558, all’età di 42 anni. Prima di morire, rifiutò di far giustiziare la sua sorellastra Elisabetta e spirò dopo una vita che, come abbiamo visto, non fu generosa con lei.
Una donna triste, come lo era stata sua madre, Caterina d’Aragona; vittima della ragion di stato, abbandonata sin da piccola da un padre che non la amò mai, ebbe anche la sfortuna di non ricevere un’educazione da regina, cosa che le costò il dover dipendere, nelle decisioni politiche, da personaggi ambigui. Le sue idee religiose, poi, rischiarono di spaccare il regno in maniera più pesante di come era avvenuto in passato; la sua morte non lasciò addolorati i suoi sudditi, nonostante essi venerassero ancora la figura di Caterina d’Aragona. Maria morì praticamente sola, lasciando l’Inghilterra priva di un’erede legittimo. Pure, di li a poco, il suo paese, per ironia della sorte, sarebbe passato nelle mani di un sovrano grande e illuminato, quella Elisabetta figlia di Enrico e di Anna Bolena, colei che il mondo avrebbe conosciuto come Elisabetta I Tudor, la regina vergine. Fu fatta tumulare nella cappella dell'Abbazia di Westminster, costruita a suo tempo dal nonno Enrico VII, nella stessa cripta dove verrà inumata la sorellastra Elisabetta I.

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