Buongiorno, oggi è il 25 febbraio.
Il 25 febbraio 1995 Massimo Moratti acquista l'Inter Football Club.
20 anni ha trascorso Moratti alla guida dell’Inter e 19 sono gli allenatori passati nella sua storia in nerazzurro.
Il primo è Ottavio Bianchi, Campione d’Italia alla guida del Napoli nella stagione 1986-1987, resta all’Inter per poco più di un anno. Suo successore è Luis Suarez, leggenda nerazzurra ai tempi di Herrera e già allenatore dell’Inter nel 1974 e nel 1992. Tornato nel 1995 vivrà una brutta esperienza e da lì in poi deciderà di non allenare mai più. È Roy Hogdson, approdato nel 1996, il primo tecnico importante della storia morattiana: con l’inglese Moratti sfiora il primo trofeo della sua storia, ma soltanto i rigori impediranno ai nerazzurri di gioire in Coppa Uefa in finale contro lo Schalke. Quella finale persa porterà Hogdson a dimettersi e la società colmerà il buco lasciato dal tecnico promuovendo il preparatore dei portieri Luciano Castellini, all’Inter dal 1988.
Per la stagione successiva viene scelto Gigi Simoni, un vero signore, ancora oggi rimpianto dai tifosi della Beneamata. Guida l’Inter di Ronaldo e Recoba, stravincendo una Coppa Uefa in finale contro la Lazio a Parigi e sfiorando lo scudetto, trofeo mai accarezzato da Moratti prima di allora. È lui che regala il primo trofeo a Moratti, ma viene licenziato clamorosamente nella stagione seguente dopo aver eliminato il Real Madrid dalla Champions League grazie a Roberto Baggio in una notte che resterà sempre nella storia di questi colori. Da lì in poi verranno cambiati altri tre allenatori e la 98-99 sarà una tra le annate peggiori dell’era Moratti. Prima viene chiamato Mircea Lucescu, che alterna prestazioni favolose a flop pazzeschi come lo 0-4 in casa della Sampdoria, poi retrocessa, dopo tornerà Castellini e per le ultime partite di campionato siederà sulla panchina ancora Roy Hogdson, che chiuderà la stagione all’ottavo posto e perderà anche gli spareggi per entrare in Coppa Uefa contro il Bologna.
Nell’estate 1999 Moratti si accorda con Marcello Lippi, da tutti considerato come il miglior allenatore del momento, ma con un passato contrassegnato dall’esperienza alla Juventus, mai come in quegli anni rivale acerrima dei nerazzurri. Il presidente affida carta bianca al tecnico di Viareggio che sconvolge la rosa, privandosi di Pagliuca, Bergomi e Simeone e portando a Milano Peruzzi, Jugovic e Vieri. Gravi problemi con Baggio e Panucci portano difficoltà nello spogliatoio e la coppia Vieri-Ronaldo, che tanto accendeva le fantasie dei tifosi, non riesce ad esprimersi a causa dei gravissimi infortuni del Fenomeno che nella finale di Coppa Italia si rompe il tendine rotuleo e sta fuori per quasi 2 anni. A salvare la panchina di Lippi sarà proprio Baggio con una doppietta nello spareggio contro il Parma valido per qualificarsi ai preliminari di Champions League, ma all’inizio della stagione successiva l’eliminazione dalla Champions per mano della modesta squadra dell’Helsinborg e la sconfitta alla prima di campionato contro la Reggina, costano la panchina a Lippi. Al suo posto viene ingaggiato Marco Tardelli, proveniente da annate felici alla guida della nazionale under 21, ma la stagione sarà caratterizzata da tanti dolori e poche gioie, memorabile, in senso negativo, lo 0-6 nel derby contro il Milan.
Nell’estate 2001 si prova a dare una svolta ed insieme a tanti giocatori giovani che troveranno spazio come Kallon e Ventola, viene ingaggiato sulla panchina Hector Cuper, proveniente da due finali di Champions League con il Valencia. L’Inter acquisisce una mentalità vincente e guida in testa il campionato dalla prima fino alla penultima giornata, Ronaldo torna in campo e regala spettacolo con Vieri, ma la sconfitta per 4-2 contro la Lazio di Zaccheroni all’ultima giornata di campionato costerà il tricolore, che manca dal 1989, ai nerazzurri. Confermato Cuper, la 2002-2003 è una stagione più che positiva, ma sfortunata: in campionato arriva un secondo posto, in Champions la squadra arriva in semifinale, massimo risultato raggiunto dal 1972. Il Milan staccherà il biglietto per la finale tutta italiana di Manchester contro la Juventus, con due pareggi, in virtù del gol segnato fuori casa. Una brusca partenza nell’annata 2003-2004 costerà la panchina allo sfortunato Cuper, sostituito temporaneamente da Verdelli e definitivamente da Zaccheroni, lo stesso che aveva condannato i nerazzurri il 5 maggio. La partenza con l’allenatore romagnolo è entusiasmante e il campionato viene concluso con un positivo quarto posto.
Quella del 2004 è l’estate della svolta. Moratti affida la panchina a Roberto Mancini, da sempre stimato fin dai tempi in cui giocava. I nerazzurri, trascinati da Adriano, collezionano una serie impressionante di pareggi che da un lato sfiducia ancora i tifosi ormai stanchi di perdere, dall’altro dimostra una grande forza e tenacia nel rimanere imbattuti. Con Mancini arriverà finalmente, dopo 7 anni, un trofeo: l’Inter vince la Coppa Italia e lo farà anche l’anno successivo dopo aver sconfitto la Juventus in Supercoppa. Lo scudetto 2006 verrà assegnato all’Inter per le vicende di Calciopoli e gli acquisti di Ibrahimovic e Crespo permetteranno ai nerazzurri di trionfare in Italia anche nelle due annate successive, con il tricolore dominato del 2007 e quello sofferto del 2008, conquistato all’ultima giornata a Parma, con una doppietta di Zlatan Ibrahimovic. Le premature eliminazioni dell’Inter dalla Champions convinceranno Moratti a licenziare Mancini, ma il tecnico jesino chiude la sua esperienza in nerazzurro con 3 scudetti, 2 Coppa Italia e 2 Supercoppa Italiana. È lui il primo allenatore vincente dell’era Moratti.
Per essere protagonisti anche in Europa, Moratti decide di affidarsi al tecnico più importante dell’intero panorama calcistico internazionale: Josè Mourinho. Con il portoghese il primo anno non dimostra molti cambiamenti: l’Inter è sempre protagonista in Italia, ma in Champions arriva la solita eliminazione agli ottavi di finale, per mano del Manchester United. La vittoria in Supercoppa contro la Roma non basta per convincere i tifosi del grande cambio di rotta, l’Inter è Ibrahimovic-dipendente ed in Coppa Italia la Sampdoria di Mazzarri strapazza i nerazzurri in semifinale. L’anno successivo è quello della svolta: la società vende Ibrahimovic ed acquista elementi di grande caratura come Lucio, Thiago Motta, Sneijder, Eto’o e Milito. Sarà soprattutto grazie alla loro mentalità, oltre che alla mano dell’allenatore, che i nerazzurri riusciranno a vincere tutto. La sconfitta contro la Lazio in Supercoppa viene subito smaltita e Diego Milito sarà l’assoluto protagonista dell’anno con 30 reti stagionali. L’argentino segna contro la Roma in finale di Coppa Italia, segna contro il Siena all’ultima giornata di campionato e soprattutto segna due gol contro il Bayern Monaco nella finale di Champions League. Tre trofei vinti in meno di un mese, la Coppa dei Campioni, momenti di grande estasi e commozione per gente, come il capitano Zanetti, che aveva vissuto gli anni bui. Mourinho deciderà di andare via da vincente, in lacrime e per l’Inter si chiuderà un ciclo. Per lui 2 scudetti, 1 Champions League, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa Italiana.
Per il post-Mourinho, Moratti decide di confermare tutti i reduci del “triplete” ad esclusione del giovane Mario Balotelli, ceduto al Manchester City. Nonostante molti giocatori siano appagati dalle tante vittorie vengono confermati in toto. In panchina arriva un altro mostro sacro del calcio internazionale: Rafael Benitez. Lo spagnolo si presenta con una bella vittoria in Supercoppa Italiana contro la Roma, ma perde la Supercoppa europea contro l’Atletico Madrid. L’Inter non è la squadra schiacciasassi degli ultimi anni e resta indietro in campionato, dove si impone il Milan di Ibrahimovic, passato ai rossoneri. Nonostante la vittoria del Campionato del Mondo, Benitez verrà sollevato dall’incarico a dicembre del 2010 a causa di sue dichiarazioni contro la società, colpevole secondo il mister, di non aver acquistato nessun giocatore da lui richiesto. Andrà via con due trofei in pochi mesi. Sarà Leonardo, un uomo del Milan, a sostituirlo. Con il brasiliano l’Inter si rende protagonista di una rimonta favolosa in campionato che porterà i nerazzurri a -2 dal Milan prima dello scontro diretto. La squadra però crolla e perde malamente il derby, prima di essere eliminata dalla Champions ai quarti di finale in maniera ancora più umiliante, con una sconfitta 2-5 contro lo Schalke 04, dopo aver eliminato in una storica partita il Bayern Monaco agli ottavi. Leonardo vincerà la Coppa Italia e viene confermato da Moratti. Andrà via nell’estate 2011 per via dell’offerta del Psg che lo ingaggia come Ds. La Coppa Italia del 2011 è l’ultimo trofeo vinto dall’Inter di Moratti.
Al suo posto Moratti, dopo i no di Bielsa, Mihajlovic, Capello e Villas Boas, sceglie Gian Piero Gasperini, patito del 3-4-3, modulo utilizzato solo da Zaccheroni in nerazzurro prima di allora. Il presidente, legato alla difesa a 4 che ha dato tanti successi all’Inter, fa subito tanta pressione all’allenatore a riguardo e consiglia di utilizzare Pazzini come prima punta e non Milito, pupillo di Gasperini fin dai tempi del Genoa. La Supercoppa viene persa contro il Milan, il campionato inizia con una sconfitta a Palermo e la Champions comincia in maniera ancora più traumatica, con un’umiliante sconfitta casalinga contro il Trabzonspor. Un’ulteriore flop contro il Novara neopromosso costerà l’incarico a Gasperini, esonerato dopo sole tre partite di campionato. Nessun giocatore adatto al suo schema era stato acquistato da Moratti. Claudio Ranieri guiderà la squadra al suo posto, ma gli evidenti problemi manifestatisi anche con il romano, fanno luce sul vero problema dell’Inter, che non è l’allenatore. Ranieri dura fino a marzo, prima di essere sostituito in modo drastico da un giovane sconosciuto: Andrea Stramaccioni, tecnico promosso dalla primavera, per cui Moratti stravede. L’Inter decide di ricominciare da lui anche l’anno successivo e l’emergente dimostra di avere carattere e grande capacità con la squadra al completo. L’Inter sarà la prima formazione a battere la Juve di Conte e lo farà allo Juventus Stadium. Gli infortuni e tante situazioni avverse, firmeranno la sua condanna dopo una grande crisi ed un indecoroso nono posto.
Mazzarri è il tecnico della rifondazione, è su di lui che Moratti decide di puntare, ma sa già che la società verrà data in mano a Thohir. Uno screzio con lui induce il petroliere a lasciare l’Inter. A parte Mazzarri, solo con Gasperini e Lippi il presidente si è lasciato male. Simoni si chiede ancora per quale motivo sia stato licenziato, ma per il resto, è difficile sentire qualcuno parlare male di Massimo Moratti, come persona, nell’ambiente calcistico.
Oggi l'Inter è in mano ai cinesi, che hanno portato di nuovo a Milano uno scudetto, una coppa Italia e due Supercoppa Italiana, e Moratti è solo un tifoso eccellente.
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