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Il 20 febbraio 1810 viene fucilato Andreas Hofer, ancora oggi considerato un eroe tirolese sia in Austria che in Alto Adige.
Andreas Hofer nacque il 22 novembre del 1767 a San Leonardo in Passiria (in tedesco: St. Leonhard in Passeier), che all'epoca apparteneva all'Austria. Fu un agiato oste di una locanda del suo paese e, dato che era anche commerciante di cavalli, viaggiò molto diventando così un personaggio conosciuto in tutta la regione.
Andreas Hofer fu profondamente religioso e un uomo di grande rettitudine, ma era anche credulone e aveva una visione molto limitata dei giochi politici tra le monarchie a Parigi e Vienna, dei quali, alla fine, fu vittima.
In realtà, Andreas Hofer non combatté per la libertà; combatté perché il Tirolo fosse reso all'Austria, per il potere incondizionato della Chiesa cattolica e per le forme tradizionali della religione.
Il governo bavarese che, per ordine della Francia, aveva occupato il Tirolo durante le guerre napoleoniche, rappresentava la causa della libertà personale, politica e sociale molto più che non l'esercito contadino di Andreas Hofer. L'amministrazione bavarese, salutata del resto con entusiasmo dalla borghesia tirolese di Innsbruck, portò in Tirolo delle riforme sul modello francese: una modernizzazione del sistema giudiziario e finanziario, l'abolizione dei privilegi nobiliari, fra cui il diritto dei proprietari terrieri di giudicare i loro contadini personalmente, l'equiparazione dei protestanti e degli ebrei e il divorzio.
Ma le nuove leggi fiscali, il cambio sfavorevole della moneta austriaca rispetto alla valuta bavarese e la nuova concorrenza del vino francese e italiano, più economico, colpirono duramente gli albergatori tirolesi e in parte anche i contadini. La chiusura dei monasteri, ma soprattutto l'atteggiamento irriguardoso dei funzionari bavaresi verso le tradizionali usanze religiose indignarono profondamente la popolazione rurale. La sostituzione del nome Tirolo con quello di "Baviera meridionale" fu un altro grave errore degli occupanti bavaresi sostenuti da Napoleone.
La corte di Vienna seguiva con grande attenzione gli sviluppi nel Tirolo. I consiglieri dell'imperatore decisero di preparare una rivolta, allo scopo di impegnare, durante la progettata guerra contro Napoleone, forti contingenti francesi e bavaresi nelle regioni alpine. Nel gennaio 1809 invitarono a Vienna alcuni albergatori, commercianti di bestiame e contadini del Tirolo, fra cui Andreas Hofer, li incitarono ad attaccare e promisero loro un aiuto militare da parte dell'esercito.
All'inizio di aprile un corpo d'armata austriaco marciò effettivamente sul Tirolo occupato dai francesi e dai bavaresi, ma dovette ritirarsi ben presto dopo una sconfitta presso Wörgl. Allora i circa 14.000 uomini dell'esercito di contadini guidato da Andreas Hofer restarono soli a combattere contro le forze nemiche. Combatterono valorosamente, fra aprile e agosto sconfissero in vari scontri i contingenti meglio armati dell'esercito francese e bavarese, e li costrinsero ad abbandonare il Tirolo.
Il 15 agosto Andreas Hofer entrò a Innsbruck come capo di un governo provinciale provvisorio. Egli salutò la popolazione: "Tutti quelli che vogliono essere miei compagni d'arme, devono combattere da valorosi, onesti e bravi Tirolesi per Dio, l'imperatore e la patria". Non parlò di libertà. Il suo breve governo represse le libertà civili e costrinse i protestanti, gli ebrei, ma anche le donne, a tornare al loro solito ruolo di emarginati. Nel suo "mandato sul buoncostume" si legge: "Molti dei difensori della patria sono adirati perché le donne si coprono il petto e le braccia troppo poco o con veli trasparenti, e in tal modo provocano stimoli peccaminosi, che devono dispiacere altamente a Dio". Del suo programma faceva parte anche l'appello del frate cappuccino Joachim Haspinger, di opporsi alla vaccinazione antivaiolosa introdotta dall'amministrazione bavarese: "Non spetta agli uomini, immischiarsi in questa maniera nei piani divini!"
La pace di Schönbrunn tra l'Austria e la Francia conclusa dieci giorni dopo, che riconfermò la sovranità bavarese sul Tirolo, scosse profondamente il patriota tirolese; non comprendeva più il mondo, ma si inchinava alla volontà dell'imperatore, da lui venerato come un Dio. Il suo governo si sciolse. Dopo un'ultima, sfortunata battaglia al Bergisel, il 1° novembre, Andreas Hofer, obbedendo agli ordini, depose le armi e pubblicò un messaggio di pace. Un'amnistia generale concordata a Innsbruck, assicurò la completa impunità a tutti i partecipanti alla rivolta. Andreas Hofer tornò indisturbato a casa sua, nella sua locanda a San Leonardo in Passiria.
Ma a questo punto comparvero sulla scena dei provocatori, capeggiati dal fanatico frate cappuccino Joachim Haspinger, quello che rifiutava la vaccinazione antivaiolosa. Essi raccontarono a Hofer che l'imperatore Francesco I non aveva affatto concluso la pace con Napoleone, non aveva mai ceduto il Tirolo alla Baviera, che le notizie da Vienna erano false e che la lotta doveva essere ripresa. Un esercito austriaco sarebbe già in marcia per aiutare i Tirolesi. E l'ingenuo Hofer si lasciò ingannare. Ordinò l'ultima chiamata alle armi per i cittadini tirolesi. Adesso però fu solo un piccolo contingente che, dopo alcuni successi locali, ben presto si disgregò. Andreas Hofer si rifugiò sulla Pfandleralm, fu tradito da un contadino tirolese per un compenso di 1.500 fiorini, fu arrestato e deferito a un tribunale di guerra nella fortezza di Mantova dove fu processato, condannato a morte e fucilato il 20 febbraio del 1810.
Tre settimane dopo Napoleone sposò Maria Luisa, la figlia dell'imperatore Francesco I dell'Austria. In cambio del Tirolo l'Austria aveva ottenuto la regione di Salisburgo e di Andreas Hofer non se ne parlò più...
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