Buongiorno, oggi è il 4 luglio.
Il 4 luglio 1776 viene proclamata l'indipendenza dalla Gran Bretagna e la nascita degli Stati Uniti d'America.
A metà circa del Settecento il processo di crescita delle colonie, che contavano ormai un milione e mezzo di abitanti, portò gli spiriti più intraprendenti a spingersi ulteriormente a ovest; ma in questo spostamento non si incontravano solo la natura ostile e gli Indiani, bensì anche i Francesi, discesi dal San Lorenzo al Golfo del Messico. Cominciarono così gli scontri fra coloni inglesi e francesi e già una guerra locale era in atto due anni prima che tra Francia e Inghilterra scoppiasse la guerra dei Sette anni (1756-63). Truppe raccolte fra i coloni combatterono insieme a quelle inviate dalla madrepatria, contribuendo così al crollo del dominio francese nell'America Settentrionale. Con la Pace di Parigi del 1763, per quanto riguarda il territorio che divenne poi quello degli Stati Uniti, la regione fra gli Appalachi e il Mississippi passò all'Inghilterra, mentre la Spagna ottenne il resto della Louisiana sino alle Montagne Rocciose, cedendo però la Florida all'Inghilterra. Liberati così dalla pressione francese e spagnola, i coloni non sentivano più il bisogno di essere protetti dalla madrepatria, proprio mentre questa accentuava la sua politica imperiale di accentramento e di maggiore intervento nelle colonie, continuando altresì a imporre, sul piano economico, il più rigoroso mercantilismo. Si verificava così un duplice contrasto: economico, per la lesione degli interessi dei coloni, e costituzionale, perché il Parlamento di Londra, nel quale non sedevano rappresentanti dei coloni, legiferava anche riguardo alla tassazione, violando il tradizionale principio anglosassone "nessuna tassa senza rappresentanza". La "legge sul bollo" (Stamp Act), emanata a Londra nel 1765, fece precipitare la situazione in senso rivoluzionario, provocando da un Congresso radunatosi a New York lo stesso anno l'esplicita rivendicazione dell'anzidetto principio; non minore reazione suscitò la tassa sul tè del 1767. Insistendo il re Giorgio III e il suo governo nella propria miope politica, gli Americani risposero organizzandosi mediante "comitati di corrispondenza" intercoloniali, convocando "congressi provinciali" che erano vere e proprie assemblee rivoluzionarie, svolgendo tutta un'attività, anche di propaganda, che rafforzava e radicalizzava la resistenza. Infine, quando a punizione del Massachusetts, nel 1774, furono emanate quelle che vennero subito definite "leggi intollerabili", non solo la colonia le rifiutò, ma anche le altre le manifestarono solidarietà e la Virginia in particolare convocò un "congresso provinciale" dal quale partì l'invito, a tutte le colonie, per un congresso annuale che discutesse "gli interessi collettivi dell'America". Con l'adesione di tutte le colonie, tranne la Georgia, si aprì così il 5 settembre 1774, a Filadelfia, il I Congresso continentale, con lo scopo di deliberare "le misure adatte e sagge" affinché le colonie potessero ricuperare "i loro giusti diritti e libertà". La reazione inglese a richieste in fondo moderate esasperò il conflitto, finché a Lexington, il 19 aprile 1775, si giunse al primo scontro armato. Cominciava così, con la guerra d'Indipendenza, la Rivoluzione americana. Il II Congresso continentale, radunatosi a Filadelfia dal 10 maggio 1775, da una parte assunse la direzione delle operazioni, affidando il comando delle truppe a Washington; dall'altra proclamò, il 4 luglio 1776, l'indipendenza delle colonie, con una celeberrima "Dichiarazione" scritta da Jefferson. Le tredici colonie si trasformavano in tal modo negli Stati Uniti; ma l'indipendenza effettiva dovette essere conquistata sui campi di battaglia e sul terreno diplomatico (alleanza con la Francia del 1778). Conseguita la vittoria, con la Pace di Parigi del 3 settembre 1783 gli USA ottennero non solo il riconoscimento dell'indipendenza ma anche un ingente ampliamento territoriale, l'intera regione che si stende dagli Appalachi al Mississippi.
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