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giovedì 21 maggio 2020

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 21 maggio.
Il 21 maggio 1932 Amelia Earhart diventa la prima donna ad aver trasvolato l'oceano atlantico senza scalo.
Amelia Earhart nasce il 24 luglio 1897 ad Atchinson (Kansas). Ricordata tutt'oggi come eroina americana nonché come uno dei più capaci e celebrati aviatori del mondo, è un esempio di coraggio e spirito d'avventura tutto al femminile.
Trascorre la giovinezza spostandosi tra Kansas e Iowa, e a 19 anni frequenta la Ogontz School di Filadelfia in Pennsylvania che lascia però due anni più tardi per raggiungere la sorella Muriel in Canada. Qui frequenta un corso di primo soccorso presso la Croce Rossa mettendosi in lista presso lo Spadina Military Hospital di Toronto. Lo scopo è quello di offrire soccorso ai soldati feriti nel corso del primo conflitto mondiale.
Amelia Earhart approfondirà gli studi alla Columbia University di New York, frequentando una scuola per infermieri.
E' però all'età di soli 10 anni e dopo una gita nei cieli di Los Angeles che Amelia Earhart incontra la passione della sua vita: librarsi nelle limpide immensità delle volte celesti. Imparerà a volare diversi anni dopo, prendendo l'aviazione come un hobby, spesso accettando ogni tipo di lavoro per mantenersi alle costose lezioni. Nel 1922 infine compra il suo primo aeroplano con il sostegno economico della sorella Muriel e della madre Amy Otis Earhart.
Nel 1928 a Boston (Massachussets), Amelia viene scelta da George Palmer Putnam, suo futuro marito, per essere il primo pilota donna a compiere il volo transoceanico. Amelia Earhart, affiancata dal meccanico Lou Gordon e dal pilota Wilmer Stults, riesce con successo e viene acclamata e onorata in tutto il mondo per la sua impresa.
In merito alla sua avventura scrive un libro dal titolo "20 Hours - 40 Minutes", che Putnam (il futuro marito svolge anche attività di editore) prontamente pubblica, individuando in lei un'ottima opportunità di procurare successo alla sua casa editrice facendo nascere un vero e proprio bestseller.
George, che Amelia sposerà nel 1931, ha già pubblicato numerosi scritti di un altro aviatore passato alla storia per le sue imprese: Charles Lindbergh. Il sodalizio tra moglie e marito è fruttifero negli affari, poiché è George stesso che organizza i voli della moglie e addirittura le apparizioni in pubblico: Amelia Earhart diviene una vera e propria star.
La donna ha modo di continuare la sua carriera di aviatrice portando il cognome del marito e, sull'onda del successo, viene addirittura creata una linea di bagagli per viaggi aerei e una di abbigliamento sportivo. George pubblicherà anche altri due scritti della moglie; "The fun of it" e "Last flight".
Dopo una serie di record di volo è nel 1932 che Amelia Earhart compie l'impresa più ardita della sua carriera: la trasvolata in solitaria sull'oceano Atlantico (Lindbergh fece lo stesso nel 1927).
Il coraggio e l'audacia di Amelia Earhart, che si applicano ad attività che allora erano aperte principalmente agli uomini, si coniugano mirabilmente con la grazia e il gusto tipicamente femminili. La donna diviene infatti disegnatrice di moda studiando un capo particolare d'abbigliamento: la mise di volo per le donne aviatrici.
Disegnerà infatti nel 1932 (lo stesso anno della trasvolata), per la Ninety-Nines, un capo di abbigliamento particolare costituito da pantaloni morbidi, corredati da cerniere e grosse tasche.
La rivista Vogue le dà ampio spazio con un reportage di due pagine corredate da grandi fotografie. Il suo impegno "per la donna che svolge una vita attiva" non si esaurisce al vestiario ma si rivolge a uno sforzo per aprire la strada dell'aviazione anche alle donne.
Amelia Earhart offre altri assaggi di avventura con i voli che effettua ne1 1935: da Honolulu a Oakland (California) tra l'11 e il 12 gennaio, da Los Angeles a Mexico City il 19 e il 20 aprile, infine da Mexico City a Newark (New Jersey). A questo punto è la prima donna al mondo ad aver effettuato voli in solitaria nel Pacifico, ma anche la prima ad aver volato in solitaria sia l'Oceano Pacifico, sia l'Oceano Atlantico.
Nel 1937, sente di essere pronta per la sfida finale: vuole essere la prima donna a fare il giro del mondo in aereo. Dopo un tentativo fallito, il 1º giugno dello stesso anno, insieme con il navigatore Frederick J. Noonan, parte da Miami e comincia la trasvolata di ben 29.000 miglia che la porterà a San Juan in Porto Rico e poi, seguendo la costa nord-orientale del Sud America, verso l'Africa e quindi in India. Il 29 giugno quando arrivano a Lae in Nuova Guinea, hanno fatto 22.000 miglia e ne mancano solo 7.000 ormai per arrivare alla conclusione del viaggio. Tutto quello che è superfluo nell'aereo viene rimosso per far posto a più carburante che possa consentire approssimativamente 280 miglia extra. Le mappe che Noonan ha a disposizione non si sono rivelate molto accurate, ma ormai sono in prossimità dell'isola di Howland, dove è dislocata la guardia costiera con la quale sono in contatto radio. All'alba del 2 luglio Amelia Earhart chiama insistentemente alla radio: "Dobbiamo essere sopra di voi ma non riusciamo a vedervi. Il carburante sta finendo..." A nulla valgono i tentativi compiuti dalla guardia costiera per farsi notare. Probabilmente l'aeroplano si perde e precipita ad una distanza calcolabile fra 35 e 100 miglia dall'isola di Howland.
La notizia fa presto il giro del mondo, il Presidente Roosevelt autorizza le ricerche con l'impiego di nove navi e 66 aerei per un costo stimato di circa quattro milioni di dollari. Le navi e gli aerei impegnati nella ricerca, il cui mandante era amico personale di Amelia, non giungono sul luogo se non dopo cinque giorni.
Le ricerche vengono interrotte il 18 luglio dopo aver cercato su una superficie di 250.000 miglia quadrate di oceano.
Una delle ipotesi formulate fu che la donna fosse una spia caduta in quell'occasione prigioniera dai giapponesi.
Nel 2009 è stato realizzato un film biografico sulla sua vita dal titolo "Amelia", con Richard Gere e Hilary Swank nel ruolo dell'aviatrice.
Nel dicembre 2010, in uno scavo sull'isola di Nikumaroro, alcuni ricercatori hanno ritrovato dei resti ossei e li hanno attribuiti all'aviatrice. Questi frammenti dimostrerebbero in teoria che la donna sarebbe morta sull'isola dopo essere precipitata. Nella stessa area sono stati ritrovati vecchi trucchi, bottiglie di vetro e dei gusci aperti con un coltello.


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