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martedì 30 luglio 2019

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 30 luglio.
Il 30 luglio 1419 ebbe luogo la prima "defenestrazione di Praga".
La prima defenestrazione di Praga, avvenuta il 30 luglio 1419, consistette nell’uccisione di sette membri dell’ostile consiglio cittadino da parte di una folla di radicali cechi hussiti. La prolungata guerra hussita scoppiò subito dopo, e durò fino al 1436.
Jan Hus (Husinec, 1371 circa – Costanza, 6 luglio 1415) è stato un teologo e un riformatore religioso boemo, nonché rettore all’Università Carolina di Praga. Promosse un movimento religioso basato sulle idee di John Wycliffe e i suoi seguaci divennero noti come Hussiti. Scomunicato nel 1411 dalla Chiesa cattolica e condannato dal Concilio di Costanza, fu bruciato sul rogo.
Jan Želivský, un prete hussita della chiesa della Vergine della neve, organizzò una processione dei propri fedeli lungo le strade di Praga sino al palazzo del municipio della Città Nuova (Novoměstská radnice), nella piazza Carlo (Karlovo náměstí); tale atto doveva rappresentare un segno di protesta contro il rifiuto da parte dei membri del consiglio della città ad uno scambio di prigionieri, inteso a liberare alcuni hussiti rinchiusi nelle carceri.
Inoltre, la processione era il risultato del crescente malcontento causato dall’ineguaglianza tra le posizioni nobiliari e la Chiesa; questo malcontento, combinato con un crescente nazionalismo e un aumento di influenza delle correnti radicali, come quella guidata dallo stesso Jan Želivský, si accanì contro la corruzione della Chiesa cattolica.
Durante la processione una pietra lanciata da una finestra colpì Želivský; in seguito a questo attacco la folla, guidata da Jan Troznowski, detto Žižka, il leggendario condottiero cieco da un occhio, irruppe nel palazzo. Qui presero prigionieri un giudice, il borgomastro e altri membri del consiglio per un totale di sette persone, gettandole poi da una finestra sulla strada, dove vennero finite dalla folla. Secondo alcuni, re Venceslao IV, venuto a conoscenza della notizia, ne fu talmente impressionato da subire un ictus e morirne poco tempo dopo.
Il 23 maggio 1618, la seconda defenestrazione di Praga segnava l’inizio della guerra dei Trent’anni. I rappresentanti del re di Boemia Jaroslav Borsita, conte di Martinitz, e Wilhelm Slavata, oltre che il loro segretario Philippe Fabricus erano precipitati nel vuoto da una finestra del castello di Praga.
L’incidente si è prodotto nel l’ambito della rivolta degli Stati di Boemia, in maggioranza protestanti. Essi tentavano di difendersi contro il fatto che l’arciduca Ferdinando, futuro imperatore Ferdinando II, avesse nettamente ristretto i loro diritti a partire dal 1617. La defenestrazione fu una dichiarazione di guerra dei protestanti di Boemia nei confronti dell’imperatore cattolico.
In seguito alla defenestrazione di Praga, la fase Palatinato Boemia (1618-1623), che oppose gli Stati di Boemia sostenuti dall’unione dei protestanti agli Asburgo cattolici, segnò il vero punto di partenza della guerra dei Trent’Anni.
Per molto tempo, il flagello europeo è stato attribuito alle guerre ideologiche e di religione. Ma a ben vedere, è incontestabile che la frontiera tra religione, confessione, nazionalità ed interessi economici e politici fosse molto sottile.
La Francia cattolica, per esempio, si è alleata ai protestanti tedeschi, svedesi o olandesi contro gli Asburgo cattolici. La Francia e la Spagna cattoliche sono infatti state a lungo al centro di una guerra fredda che è scoppiata intorno al 1630.
Gli storici dividono generalmente la guerra di Trent’Anni in quattro fasi: la guerra tra il Palatinato e la Boemia dal 1618 al 1624, la guerra tra la Danimarca e la Bassa Sassonia dal 1625 al 1630, la guerra di Svezia dal 1630 al 1635 e la guerra franco svedese dal 1636 al 1648.
Questo confronto senza fine ha radicalmente cambiato la cartina politica e religiosa dell’Europa, con conseguenze che perdurano ancora oggi. Le conseguenze economiche e sociali sono state immense. Si stima che la popolazione del Sacro romano impero germanico sia diminuita di un terzo durante gli anni di guerra.
Secondo le stime, 6 milioni di persone in totale avrebbero perso la vita e la popolazione del Sacro Romano Impero sarebbe precipitata dai 18 milioni ai 12 milioni di persone tra il 1618 e il 1648.
Le bande di mercenari saccheggiatori costituivano uno dei maggiori flagelli per la popolazione. Poiché non ricevevano più stipendio dopo la fine di una campagna o per altre ragioni intervenute, riscuotevano soldi dalla popolazione nella maniera più crudele possibile.
Il 24 ottobre 1648, i trattati di Westphalia, firmati a Münster e Osnabrück, hanno messo fine alla Guerra dei Trent’anni. L’accordo di pace ha indebolito la posizione dell’imperatore, mentre la Francia e la Svezia sono uscite dalla guerra più forti. La Confederazione elvetica e i Paesi Bassi hanno ottenuto la loro indipendenza al termine della guerra dei Trent’Anni.
La cosiddetta quarta defenestrazione di Praga, è il nome che viene dato alla morte di Jan Masaryk, ministro degli esteri cecoslovacco, avvenuta il 10 marzo 1948 a Praga.
Jan Masaryk, ministro degli esteri cecoslovacco dal 1945, il 10 marzo 1948 venne trovato morto sotto la finestra del bagno del Palazzo Černín sede del ministero degli esteri a Praga.
Masaryk era l’unico ministro socialista nel governo, dominato dai comunisti, costituito un mese prima. Il dibattito sulla causa della sua morte continua a tutt’oggi, anche se nessuna prova è stata trovata che scagioni o incolpi il regime; ufficialmente il caso venne archiviato come suicidio.
Quando la dominazione comunista cessò, un rapporto di polizia di Praga del 2004 concluse, alla luce di un esame necroscopico, che Masaryk era stato lanciato fuori dalla finestra; si trattava di conclusioni apparentemente corroborate nel 2006 dalle rivelazioni di un giornalista russo e da dichiarazioni che avrebbe reso Nicolae Ceaușescu in privato.


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