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venerdì 26 luglio 2019

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 26 luglio.
Il 26 luglio 1983 fu un'altra torrida giornata di quell'estate terribile, la più rovente registrata nell'Europa meridionale.
L'estate di quest'anno si sta rivelando finora molto dinamica e poco estrema per le ondate di caldo dal Sahara, che a tratti puntano l'Italia senza eccessi. Siamo però appena a metà del cammino dell'estate e per un bilancio definitivo bisognerà attendere il resto di luglio e tutto agosto.
Negli ultimi anni è aumentata la frequenza di ondate di calore dal Sahara che si susseguono in serie. A proposito di singole ondate di calore di forza estrema, quella del luglio 1983 fu di proporzioni davvero bibliche ed è forse la più intensa che abbia mai colpito l'Italia e parte dell'Europa Centrale e meridionale nel periodo coperto dalle misurazioni meteoclimatiche.
L'evento si verifico dopo un forte El Niño. Ci trovavamo all'incirca in questi stessi giorni di 35 anni fa ed era la fine della seconda decade del mese di luglio del 1983 quando una massa d'aria terribilmente calda, schiacciata dall'alta pressione di matrice nord-africana, investì l'Italia ad iniziare dalla Sardegna.
A quest'epoca le ondate di calore non erano frequenti come avviene ora, ma potevano tuttavia essere d'intensità estrema. Il caldo assunse connotati di assoluta eccezionalità in Sardegna, dove si raggiunsero valori termici davvero da capogiro.
A Capo San Lorenzo, sulla costa est, la temperatura subì un'impennata da +30°C del primissimo pomeriggio a +47°C in un paio d'ore. Nel Campidano (Sardara) si ebbero picchi di +47°C, così nelle zone più calde del sassarese (Chilivani) e nuorese (Ottana) fino a +48°C.
Il 22 luglio ad Alghero Fertilia furono misurati +41,8°C, a Cagliari Elmas +43,7°C e su Carloforte +39,2°C, tutti record assoluti. Sempre in Sardegna, nella stessa giornata le stazioni idrologiche di Sanluri e di Perdasdefogu raggiungevano ben +47,0 °C.
La calura durò due settimane, anche se si smorzò da inizio agosto: una persistenza davvero straordinaria con temperature mediamente sui +43/45°C nelle zone interne per le massime, e spesso non sotto i +30°C per le minime.
Nell'Isola vi furono i più disastrosi incendi con numerose vittime: proprio i +49°C di Tempio Pausania non furono omologati per la notevole vicinanza di un rogo. Oltre alla Sardegna, i maggiori effetti dell'ondata di calore si verificarono sulle regioni centro-settentrionali d'Italia, meno invece per quanto riguarda il Sud.
La calura afflisse molte regioni d'Italia, uno dei giorni più roventi fu il 26 luglio quando vennero misurati i seguenti record di temperatura massima assoluta: Firenze Peretola +42,6 °C, l'Osservatorio Ximeniano di Firenze +41,6°C, Arezzo San Fabiano +41,5 °C e Paganella +25,0°C.
Sarzana Luni con +36,4°C e Passo della Cisa con +31,8°C stabilivano invece i propri record mensili di luglio. A Roma Urbe si toccarono 40°C, così come a Pescara ed Ancona Falconara +40,5°C. Bologna il termometro si fermò a +39,6°C il 29 luglio.
Tra gli altri picchi, una citazione d'obbligo per gli oltre +38°C ad Udine, +37°C a Tarvisio, +32,4°C a Dobbiaco. A Bergamo Orio al Serio +39°C, a Milano Malpensa +37,0°C (neppure tanti, considerati i record del 2003), a Genova +35°C e a Torino Caselle +36.2°C.

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