Il Castello di Saint Pierre
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Molti 
        sono i castelli che sorgono sulle alture e in cima a poggi scoscesi e 
        isolati, ma nessuno ha raggiunto, per questa caratteristica, la notorietà 
        e la popolarità del castello di Saint Pierre, che a quello di Fénis 
        contende la palma di simbolo dei castelli della valle di Aosta.
        Questa (quasi) indiscutibile supremazia di immagine sugli altri suoi pari 
        della Valle, gli deriva indubbiamente dalla posizione dominante, a picco 
        sul paese, ma anche - e questo per i cultori e studiosi di architettura 
        castellana si tratta di un inaccettabile inquinamento stilistico - per 
        il suo aspetto attuale di castello da fiaba, frutto di una libera e ardita 
        interpretazione dell'architettura di castelli valdostani. In realtà 
        gli interventi di ristrutturazione non sono poi stati più radicali 
        e devastatori nei confronti della primitiva costruzione di quanto non 
        siano stati quelli compiuti in altri castelli, per esempio a Sarre e Aymavilles, 
        dove poco o nulla è rimasto dei fabbricati originari. A 
        Saint Pierre però è bastato aggiungere al maschio centrale 
        quattro torrette circolari sporgenti, collegate da un camminamento esterno 
        sorretto da archetti e beccatelli, perché tutta la fisionomia classica 
        dei castelli valdostani fosse rivoluzionaria e l'insieme acquistasse così 
        una scenografia da studio cinematografico, storicamente falsa ma senza 
        dubbio suggestiva e spettacolare.
        Il castello è di origine antichissima e già nel 1911 era 
        nominato in alcuni documenti ufficiali. Esso appartenne a varie signorie: 
        da quella de Sancto Petro, che gli diede il nome, ai Quart, Sarriod, Challant, 
        nello loro varie ramificazioni famigliari.
        In origine il castello era probabilmente formato da due corpi di fabbrica 
        distinti: la casa-forte e la torre. Poi, con l'aggiunta di altri edifici 
        destinati a usi civili e militari, il complesso divenne unico e occupò 
        l'intera sommità del promontorio sul quale si trovava.
        Dai 
        Challant il castello passo ai Morgex e poi nuovamente ai Saint Pierre 
        (de Sancto Petro). Da questi, per altri passaggi intermedi pervenne, verso 
        il 1600, alla famiglia Roncas, la quale portò a termine gli ultimi 
        ampliamenti arredando con gusto e magnificenza tali gli ambienti interni, 
        da suscitare l'ammirazione del celebre studioso e storico De Tillier, 
        che definì il castello "Une Maison Dèlices"… 
        in cui … "Les Appartaments, les peintures et les meubles, tout 
        y était magnifique et bein ordonné ... "
        Dai Roncas il castello passò in proprietà di alcune famiglie 
        nobili, che lo trascurarono a tal punto da lasciare che si disperdesse 
        tutto il patrimonio artistico e di arredo che tanto aveva entusiasmato 
        il De Tillier.
 Quando 
        nel 1873 il barone Emanuele Bollati lo acquistò dando inizio ai 
        lavori di restauro, su progetto dell'architetto Camillo Boggio (autore 
        delle famigerate torrette), il castello era in condizioni di degrado molto 
        avanzato, con varie parti completamente in rovina.
        Si 
        deve quindi al Bollati, anche se non si possono condividere alcune sue 
        scelte architettoniche, se il castello di Saint Pierre, attualmente di 
        proprietà del Comune, è oggi in buone condizioni di agibilità.
        Nelle sue stanze interne, che hanno conservato la tipica struttura medievale, 
        è ospitato il museo della flora e della fauna. Di notevole interesse 
        artistico è anche la chiesa, che si trova poco sotto il castello, 
        con il bel campanile romanico.
  
Il Castello Sarriod De La Tour Di Saint Pierre
 
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 Sempre 
      nel comune di Saint Pierre, discosto dalla strada statale e quasi a precipizio 
      sulla Dora, si trova il Castello Sarriod de La Tour.
      Come per contrasto al suo dirimpettaio di Saint Pierre, che polarizza, con 
      la scenografia chiassosa, l'attenzione dei turisti, il castello di Sarriod 
      è rustico e schivo, quasi nascosto com'è in un piccola conca 
      tra pascoli e frutteti. Dalla 
      statale non se ne coglie tutta l'imponenza; bisogna andare sull'altra sponda 
      della Dora, sulla strada che da Chavonne va ad Aymaville, per averne una 
      visione completa che renda merito alla sua severa e grandiosa architettura.
      In origine fu un semplice podere fortificato, con la fattoria ubicata all'estremità 
      opposta della torre castellata, che risale al XII secolo. Ufficialmente 
      il castello compare nei documenti nel 1393, quando la famiglia Sarriod si 
      divise in due rami: Introd e La Tour. A quest'ultima toccò il castello 
      che da essa prese il nome.
Tra 
      il XIV e il XV secolo alla primitiva torre vennero aggiunti altri fabbricati 
      e costruite le torri lungo il muro di cinta, sino a far assumere al complesso 
      l'aspetto attuale.
      
      Lo stile architettonico del castello non è unitario; esso risente 
      degli interventi che si sono susseguiti nel tempo causando un certo disordine 
      nell'aspetto compositivo dell'insieme.
      Di notevole interesse sono le feritoie aperte nelle torri circolari, le 
      finestre a crociera e l'antico ingresso caratterizzato da un arco a sesto 
      acuto sormontato da caditoi e beccatelli (tipici mensoloni rastremati). 
      Dopo l'ingresso una piccola scala semicircolare conduce all'atrio interno 
      sul quale è affacciata la cappella, in cui durante gli ultimi restauri 
      sono stati riportati alla luce alcuni preziosi affreschi tardo romanici. 
      Molto bello il salone del primo piano detto "salone d'onore" che 
      ha un pregevole soffitto a cassettoni (sec. XV) la cui travatura porta scolpita 
      180 figure a soggetto libero in atteggiamenti maliziosi.
Il 
      castello e proprietà dell'Amministrazione Regionale che ne ha curato 
      i restauri destinandolo, con una intelligente iniziativa, a sede provvisoria 
      del museo archeologico valdostano che avrà poi sede definitiva nel 
      "Palazzo Challand" di Aosta.
      
Tutti 
      gli oggetti e i reperti sono esposti e ordinati in una mostra dal titolo: 
      "Archeologia in Valle di Aosta". Al piano terreno, sulla destra 
      dell'ingresso, sono esposte le testimonianze preistoriche e nella sala a 
      fianco della cappella quelle sugli insediamenti dell'età del bronzo.
      
Utilizzando 
      la scala a chiocciola in pietra si sale al primo piano, dove nelle sei sale 
      disponibili è illustrata la fondazione della citta di Aosta, la viabilità 
      extraurbana, l'urbanistica romana e l'edilizia pubblica e residenziale dei 
      primi secoli.
      
      Al secondo piano e nella torre più alta sono esposti i reperti trovati 
      negli scavi degli ultimi anni, che hanno portato alla scoperta di nuove 
      necropoli e aree cimiteriali cristiane dei primi secoli.
      Il castello medioevale è l'ideale cornice della mostra, ciò 
      a riprova che il recupero corretto delle testimonianze architettoniche del 
      passato e il loro riuso pubblico, sono iniziative valide sul piano della 
      cultura e della promozione turistica.
fonte web: http://www.courmayeur-mont-blanc.com/castelli.htm