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domenica 24 dicembre 2023

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 24 dicembre.
Il 24 dicembre 1871 debuttò al Cairo l'Aida, la più classica delle opere verdiane.
Si può definire Aida un'"opera d'occasione"? Se Giuseppe Verdi l'avesse scritta per l'inaugurazione dell'Opera del Cairo - avvenuta nel 1870 - potremmo affermarlo, ma le circostanze che portarono alla realizzazione della più classica opera verdiana furono altre.
Nel 1869, in occasione dei festeggiamenti per l'apertura del Canale di Suez, il Khedive (viceré d'Egitto) commissionò al livornese Pietro Avoscani la progettazione e la costruzione di un teatro d'opera. L'eccezionale impresa, portata a termine in soli sei mesi, esigeva per la sua inaugurazione una rappresentazione che fosse prestigiosa ed inedita. A quel punto il sovrano chiamò in causa il celebre compositore italiano per ideare un'opera all'altezza della circostanza da rappresentare nel nuovo teatro. Verdi rifiutò, non ritenendosi adatto a comporre opere su commissione: all'apertura dell'Opera del Cairo il Khedive dovette perciò accontentarsi di Rigoletto, non abbandonando però il progetto di affidargli un'altra produzione.
Il desiderio del viceré incontrò quello dell'egittologo francese Auguste Mariette che aveva composto un soggetto a carattere egiziano: nulla di più adatto per l'occasione. Mariette approfittò della situazione per contattare Camille Du Locle, direttore dell'Opéra-Comique di Parigi, chiedendogli di trovare un musicista per scrivere un'opera lirica a partire dal suo soggetto. Du Locle vantava una solida amicizia con Verdi e ovviamente sottopose la trama all'amico, il quale si mostrò indeciso. Il direttore dell'Opéra sapeva come convincerlo: gli disse che se non avesse accettato, il Khedive si sarebbe rivolto altrove, forse a quel Richard Wagner che stava conquistando la scena europea con una musica ben diversa da quella verdiana. Il compositore italiano fu colto nel suo punto debole e, perciò, accettò di scrivere Aida.
Il compositore fissò il suo compenso nell'astronomica cifra di 150.000 franchi, s'impegnò a comporre il libretto a sue spese e a pagare un direttore d'orchestra che lo sostituisse al Cairo per dirigere la prima. Il contratto prevedeva che l'opera fosse rappresentata nel gennaio del 1871, ma gli eventi storici lo impedirono. Nel 1870 la successione al trono spagnolo causò infatti una guerra tra Francia e Prussia: all'epoca Mariette si trovava proprio a Parigi impegnato nei lavori per l'allestimento e i costumi di Aida. Quando l'esercito prussiano arrivò ad assediare la capitale francese, l'egittologo si ritrovò prigioniero nella città e fu costretto ad interrompere i preparativi.
Nel frattempo Verdi aveva preso contatti con Antonio Ghislanzoni per la stesura del libretto con la supervisione del compositore e si assicurò della possibilità di rappresentare l'opera in prima nazionale al Teatro alla Scala di Milano.
Verdi compose la musica molto velocemente, incalzando così il lavoro di Ghislanzoni che gli consegnava i versi mano a mano che venivano composti. Dal momento che era molto più interessato alla prima milanese che non a quella del Cairo e non aveva alcuna intenzione di recarsi in Egitto, Verdi orchestrò l'opera nella propria casa a Sant'Agata, appuntando direttamente sulla partitura precise indicazioni per la messa in scena nel teatro egiziano. Grazie alla velocità del lavoro, nel novembre 1870 l'opera era completata.
Non appena l'esercito prussiano entrò nella città, Mariette, scenografie e costumi poterono salpare per il Cairo dove li attendevano gli ultimi preparativi per l'allestimento.
Dopo non poche difficoltà, il 24 dicembre 1871 Aida andò finalmente in scena al Cairo davanti ad un Khedive così soddisfatto da premiare il gran compositore con il titolo di Commendatore dell'Ordine Ottomano. Solo due mesi dopo, l'8 febbraio 1872, l'opera andò in scena alla Scala di Milano con un cast di prim'ordine, tra i quali spiccava il soprano Teresa Stolz. Grazie al debutto milanese, Aida fu richiesta dai maggiori teatri italiani ed europei per esservi rappresentata: fu l'inizio di una serie di allestimenti che consacrarono Aida tra gli assoluti capolavori della lirica verdiana.
La trama: Gli etiopi stanno per attaccare la valle del Nilo e Tebe.
Ramfis, gran sacerdote, annuncia al giovane Radames che gli dei hanno già indicato il guerriero che guiderà gli eserciti egiziani contro gli invasori. Radames spera di essere il prescelto e di coprirsi di gloria per amore della schiava etiope Aida.
Entra in scena Amneris, figlia del faraone, a cui Radames confida la sua speranza, pur senza farle cenno del suo amore per Aida.
All'entrata di Aida, Amneris capisce il nascente amore di Aida per Radames e giura di vendicarsi perché anch'essa è innamorata del guerriero.
Il re seguito dalla corte, viene ad annunciare che Radames è stato designato quale comandante dell'esercito.
Amneris consegna il vessillo col quale Radames dovrà tornare vincitore.
Soltanto Aida è triste: Radames è l'oggetto del suo amore ma anche il nemico degli Etiopi; se egli vincerà, sarà la fine di Amonasro, che ha impugnato le armi per ridonare alla figlia, schiava in Egitto, la patria, la reggia, il nome illustre che è costretta a nascondere.
Un crudele contrasto agita, dunque, il cuore di Aida che invoca il soccorso degli dei, combattuta tra l'amore per Radames e il sentimento che la lega al padre Amonasro e al suo popolo.
Nel tempio si svolgono le cerimonie di propiziazione e preghiera.
I sacerdoti e le sacerdotesse inneggiano alla divinità e Radames viene consacrato, per la guerra e per la vittoria, ricevendo da Ramfis la spada.
La figlia del Faraone è circondata da schiave che l'abbigliano per la festa trionfale: quando entra Aida, essa, con simulata amorevolezza, le rivela che la sorte delle armi fu infausta agli Etiopi e la compiange. Poi le dà la falsa notizia della morte di Radames.
Dal grido che sfugge alla giovane schiava essa scopre il suo segreto d'amore e allora non esita a dirle che Radames è vivo e che essa pure lo ama.
Invano Aida la supplica di aver pietà di lei, sprezzante, Amneris pronunzia crudeli parole di minaccia.
Il Faraone, Amneris, con Aida e altre schiave, ministri, sacerdoti e il popolo tutto attendono Radames, il trionfatore che arriva alla testa delle truppe vittoriose, con i carri di guerra, le insegne, i tesori conquistati.
Radames, incoronato da Amneris fa condurre i prigionieri. Fra loro è Amonasro, re degli Etiopi, padre di Aida. Questa lo riconosce, gli parla, ma Amonasro le impone di non far sapere che egli è il re.
Radames chiede la libertà dei prigionieri ed il Faraone accoglie la richiesta, ma poi, per le proteste dei sacerdoti, decide che Aida e suo padre vengano tenuti in ostaggio e gli altri siano liberati.
Il Faraone offre a Radames la mano di Amneris.
Radames e Aida esprimono il loro segreto, angoscioso dolore per la decisione del Faraone.
Radames non può rifiutare le nozze con Amneris che, alla vigilia delle nozze, si reca a pregare al tempio di Iside per propiziarsi la dea.
Inosservata, giunge Aida, che deve incontrare Radames.
Sopraggiunge, invece, Amonasro che, avendo scoperto la relazione tra la figlia e Radames, le impone brutalmente di farsi rivelare la strada che percorreranno gli egiziani in modo da consentire al popolo etiope, già pronto alle armi, di piombare sul nemico e conquistare così l'ambita vittoria.
Aida si ribella all'idea di tradire Radames, ma Amonasro le impone il sacrificio per il bene del suo paese, poi, non visto, spia il colloquio dei due innamorati che affrontano il problema di coronare il loro sogno d'amore.
Ma come farà Radames a liberarsi di Amneris? Come potranno sfuggire alle ire di lei?
Un solo scampo esiste, dice Aida: la fuga.  Radames è pronto a fuggire con lei.
Ma v'è una strada sicura, percorrendo la quale essi potranno raggiungere la libertà senza essere sorpresi dagli armati egizi?
Radames ne fa il nome.
Appare Amonasro e rivela che egli, re degli Etiopi, passerà coi suoi soldati per il sentiero incustodito, nominato da Radames.
Radames comprende di avere, involontariamente, svelato un segreto di guerra.
Dal tempio, Amneris grida al tradimento, Amonasro fa per aggredirla, ma Radames, lo disarma e si consegna al gran sacerdote per espiare il suo tradimento, sia pure involontario.
Amneris è disperata: Aida le è sfuggita, Radames è prigioniero e la morte lo attende.
Sempre innamorata di Radames, lo scongiura di difendersi. Lei implorerà da suo padre la grazia, se Radames le concederà il suo amore.
Radames, incapace di vivere senza Aida, vuole espiare la sua colpa. Condotto davanti al tribunale dai sacerdoti viene condannato ad essere sepolto vivo.
Radames nel suo sepolcro, sulla cui apertura viene calata una grossa pietra, invoca Aida.
Inattesa ecco apparire Aida che lo ha preceduto nel sotterraneo per morire al suo fianco.
Serenamente affrontano insieme la crudele morte, mentre Amneris, nel tempio, leva il suo lamento.

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