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martedì 27 dicembre 2022

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 27 dicembre.
Il 27 dicembre 537 viene consacrata a Istambul, allora Costantinopoli, la chiesa di Santa Sofia.
Istanbul è una città con un'ineguagliabile patrimonio storico ed architettonico, lo si deve ad  alcuni monumenti in particolare, tra cui quello di  Santa Sofia. Riduttivo chiamarla basilica, moschea o museo, perché come dimostrano i nomi con cui è oggi conosciuta nel mondo, è questo un luogo che raccoglie in sé molto più e che nella storia ha conosciuto una moltitudine di esperienze.
Arrivati nel quartiere di Sultanahmet, si rimane estasiati da tanta grandezza e bellezza,  tanto che ci viene in mente l'antico proverbio di un anonimo “l'intensità della vita non si misura con il numero dei respiri ma in base ai luoghi e ai momenti che ci hanno fatto mancare il fiato...”. Letteralmente, questa antica struttura che fu basilica e sede patriarcale, poi moschea e che ora è un museo, emoziona talmente tanto da togliere il fiato, che non viene di certo ripreso, quando girato lo sguardo, nella grande piazza esterna, ci si ritrova davanti l'altro venerabile monumento della città, la Moschea Blu. Annoverata come tra le più grandi opere architettoniche del mondo, la celeberrima chiesa di Santa Sofia è conosciuta con diversi altri nomi, quasi a voler caratterizzare la sua molteplice natura: Haghia Sofia o Hagia Sophia in greco (Άγια Σοφία), Aya Sofia in turco (Ayasofya), basilica della Santa Sapienza o appunto Santa Sofia dal latino (Sancta Sophia).
La struttura attuale, conosciuta come la terza chiesa, venne edificata da Giustiniano nel VI secolo. Per secoli fu questa la basilica più importante di tutto il cristianesimo, rimanendo per quasi un millennio la cattedrale più grande del mondo (venne poi sostituita da quella di Siviglia nel 1520). La sua storia pare tuttavia andare ancora più indietro nel tempo, arrivando fino al grande  Costantino, nel 337; egli tuttavia mai ebbe modo di vedere terminata la sua costruzione. L'imperatore Teodosio II nei primi anni del V secolo fece riedificare la chiesa di Costantino, la seconda chiesa, che poi venne semidistrutta in un incendio durante la rivolta di Nika nel 532 (venne risparmiata la piccola sacrestia).
La terza chiesa di Giustiniano venne costruita immediatamente dopo l'incendio, con grande passione e dispendio economico: vennero impiegati i materiali più preziosi; la cupola, la prima del genere per potenza architettonica ed ingegneristica, venne rivestita di mosaici d'oro e pietre preziose. Due gli architetti che ebbero modo di riportare alla luce l'antica chiesa di Costantinopoli, i greci Antemio di Tralle (che curò la parte ingegneristica) e Isidoro di Mileto (detto il vecchio), che fu anche un noto matematico. Ad essi nel tempo si susseguirono diversi altri architetti, tra cui Mileto il giovane e il grande architetto ottomano Sinan. I favolosi mosaici che un tempo ne decoravano la cupola furono gravemente danneggiati dal terremoto del 558, dai successivi crolli parziali del soffitto nel 989 e 1346, dai saccheggi dei crociati e alle varie trasformazioni religiose avvenute nel tempo. Un gioiello di raro successo architettonico nella storia antica, il primo capolavoro dell'architettura bizantina. Ha influenzato nel tempo il mondo ortodosso, cattolico e musulmano, dando a tutti la stessa carica e significato spirituale. Per oltre 900 anni Santa Sofia è stata sede del patriarca ortodosso di Costantinopoli e principale luogo cerimoniale ecclesiastico ed imperiale.
Per mano dei crociati, mandati da Roma nel 1204 (IV crociata), la chiesa venne saccheggiata e dissacrata; il patriarca sostituito con un vescovo latino. Evento questo che come è noto confermò l'avvento del Grande Scisma d'Oriente, già avvenuto nel 1054 e con il quale venne cementata la divisione tra la chiesa greco-ortodossa e la chiesa romano-cattolica. Importante sapere che infatti parte del patrimonio un tempo contenuto all'interno della chiesa di Santa Sofia può oggi essere ammirato nella Basilica di San Marco a Venezia. Secondo la cronaca (ancora oggi molto dibattuta) lasciataci dal crociato Robert de Clari nel 1208, con la razzia dei crociati  furono portati via e depositati nelle chiese d'Occidente diversi tesori sacri di immane importanza, tra cui la Sacra Sindone (si narra infatti che la reliquia passò di mano in mano, tra cui Otto de la Roche, duca d'Atene e i cavalieri templari prima di arrivare a Torino).
Quando nel 1453 gli Ottomani di Mehmet II conquistarono Costantinopoli non poterono non erigere questa sacra struttura al livello del loro Dio, trasformandola in una moschea imperiale. Vi andarono aggiunti i minareti, le tombe imperiali e le fontane che oggi tutti ammiriamo.
La struttura e le decorazioni degli  interni, sembrano proprio raggiungere lo scopo che fu dei suoi padri cristiani e musulmani: l'immagine terrestre del paradiso. Ammirarle significa regalare al visitatore sensazioni sacre, divine quasi. Santa Sofia può dirsi divisa in tre parti principali: il piano terra, il piano superiore (che comprende le cupole e le pareti alte) e le gallerie. La planimetria è quella classica di una basilica, che al piano terra è di forma rettangolare (con misure di 70x75). L'intera area è coperta da una cupola centrale di 31 metri di diametro (un pochino più piccola della cupola del Pantheon di Roma). Sono inoltre presenti, tre navate formate da arcate divisorie di doppio ordine e un'abside, opposta alla porta d'ingresso.
 La Porta Imperiale è l'ingresso alla grande struttura, un tempo usata solo dagli imperatori. Sopra l'arcata vi troviamo uno dei primi grandi mosaici bizantini datato IX secolo: quello del Cristo seduto al trono, con vicino l'imperatore inginocchiato (che si suole identificare in Leone VI il saggio, imperatore bizantino nell'866). Ad essa si aggiungono, al lato opposto, le grandi opere ottomane, come il Mihrab che aiutava i musulmani a dirigere le preghiere verso la Mecca, la grande scala sulla destra, il Minbar, che impressiona per la finezza delle decorazioni dorate e che porta al pulpito dal quale veniva dato il sermone, la Loggia del Sultano costruita dagli italiani fratelli Fossati all'atto della loro restaurazione del XIX secolo. La Piazza dell'Incoronazione è invece il luogo in cui ergeva il trono dell'imperatore di Bisanzio, la troviamo tra i quattro müezzin in marmo e la biblioteca di Mahmut I del 1739. Tra una colonna e l'altra (alte circa 20 metri) e i piccoli recinti di cultura ottomana (come i maqsura, dove gli anziani usavano leggere il corano), è bene andare alla ricerca di quella di San Gregorio Taumaturgo, all'angolo sinistro subito dopo l'entrata, che la tradizione vuole possedere dei poteri curativi.
 Dal piano terra, e ancora meglio dalle gallerie, si ha modo di ammirare gli splendidi mosaici di Santa Sofia, risalenti al periodo bizantino e cristiano successivo e raffiguranti il Cristo, la Vergine Maria, Santi, imperatori e imperatrici. I più noti e meglio conservati sono quello della Porta Imperiale di cui sopra e quello dell'entrata sud-occidentale, scoperto durante la restaurazione dei fratelli Fossati e raffigurante la Vergine Maria con il bambino Gesù, affiancata dall'imperatore Costantino che le mostra una modello della città e Giustiniano che a lei offre la stessa basilica (il significato dei monogrammi alla destra e alla sinistra della Madonna? “Madre di Dio”).
 Tra gli altri mosaici si ammirano anche quello della Vergine con bambino dell'abside di Theotolos, notabile in alto, nella parete della cupola superiore e classificato come uno dei primi ad essere creati (venne inaugurato nell'867, nonostante pare sia una ricostruzione di quello che andò precedentemente distrutto). Si accompagnano ad esso, il mosaico dell'imperatore Alessandro III e il mosaico dell'imperatrice Zoe, con nel mezzo il Cristo e l'imperatore Costantino IX Monomaco. Del 1122 è il mosaico di Comnenus (nella parete est della galleria meridionale), raffigurante la Vergine Maria vestita di blu, con in grembo il bambin Gesù e affianco lo stesso imperatore Giovanni II Comnenus e imperatrice ungherese Irene, mentre del 1261 è il cosiddetto mosaico di Deisis (che deriva cioè dal tema iconografico bizantino) raffigurante appunto la Vergine Maria, Giovanni Battista e Cristo Pantocratore (Onnipotente).
 Oltre ai mosaici, Santa Sofia emoziona anche per i grandi medaglioni di calligrafia turca presenti, in totale sono otto, tutti riproducenti i nomi sacri musulmani: Allah, califfo Abu Bakr, Umar, Uthman e Ali, Mohammed, Hasan Husayn. Li troviamo nella più pura espressione arabo-islamica, grandi e circolari, appesi alle alte pareti delle gallerie superiori (quello di Allah accanto all'abside, sotto il mosaico raffigurante l'Arcangelo Gabriele). Furono aggiunte nel XIX secolo durante la restaurazione della moschea. In aggiunta, non si ha di certo modo di non notare le splendide piastrelle di Iznik, decoranti l'antico mausoleo di Selim II, edificato nel 1577 sotto progetto dell'architetto Sinan e la fontana delle abluzioni, costruita in stile roccoco turco.
Nel 1935 il presidente della nuova Repubblica turca, Mustafa Kemal Ataturk, trasformò la Santa Sofia in un museo aperto a tutte le culture del mondo. Dal 2006 sono sempre più numerose le celebrazioni di rito islamico che pare abbiano luogo all'interno della struttura.

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