Buongiorno, oggi è il 21 dicembre.
Il 21 dicembre 1958 Charles De Gaulle viene eletto primo presidente della neonata Quinta Repubblica Francese.
Nel settembre del 1958 l’esito del referendum popolare con cui fu approvata la nuova Costituzione della Quinta Repubblica si tradusse in un generale e unanime voto di fiducia a favore di De Gaulle. La Costituzione conferiva il potere esecutivo a un presidente eletto con suffragio indiretto, che nominava i ministri e aveva il potere di sciogliere il Parlamento e di governare per decreto in caso di emergenza. Il potere dell’Assemblea nazionale di rovesciare il governo veniva fortemente ristretto. Nel 1962 un emendamento proposto da De Gaulle istituì l’elezione popolare diretta del presidente, il cui potere crebbe ulteriormente.
Il problema più urgente che De Gaulle si trovò ad affrontare fu la questione algerina, impossibile da risolvere militarmente. Nel 1960 egli aprì i negoziati di pace con i ribelli algerini, che perseguì – nonostante nuove rivolte di ufficiali dell’esercito, il suo tentato assassinio e la violenza terroristica – fino a giungere agli accordi di Evian e alla proclamazione dell’indipendenza dell’Algeria.
La ferma volontà di De Gaulle di accrescere il prestigio internazionale della Francia e di riaffermarne l’indipendenza in politica estera lo condusse nel 1959 a ordinare la chiusura delle basi missilistiche statunitensi in Francia e a ritirare la flotta del Mediterraneo (e in seguito tutte le forze francesi) dal comando dell’Organizzazione del trattato dell’Atlantico del Nord (NATO). Per ridurre la dipendenza dalla protezione nucleare americana sviluppò una forza nucleare francese. Posto fine al secolare contrasto con la Germania, si riavvicinò poi all’URSS, riprese le relazioni diplomatiche con i paesi arabi e riconobbe la Cina popolare (1964).
Dal punto di vista economico gli anni della sua presidenza furono un’epoca d’oro per la Francia.
Tra il 1959 e il 1970 l’indice della produzione industriale raddoppiò quasi e il prodotto nazionale lordo crebbe a una media del 5,8% annuo tra il 1960 e il 1975, un tasso superato solo da quello del Giappone. Il potere d’acquisto continuò a salire e il popolo francese raggiunse un benessere senza precedenti.
Tuttavia, verso la metà degli anni Sessanta, si manifestarono segni di un malessere acuto. La spinta inflazionistica crebbe e tornò la disoccupazione, soprattutto tra i laureati, il cui numero era fortemente aumentato in seguito alla democratizzazione dell’istruzione superiore degli anni Cinquanta. Nel maggio del 1968 scoppiò la rivolta; lo sciopero iniziato dagli studenti di Parigi, che per protesta contro la brutalità della polizia avevano occupato gli edifici dell’università, fu imitato da studenti e lavoratori in tutto il paese, ed entro la terza settimana di maggio il paese fu paralizzato da uno sciopero generale. De Gaulle sciolse l’Assemblea nazionale e indisse nuove elezioni, che diedero al suo partito una maggioranza assoluta. Nella primavera del 1969, in seguito all’esito negativo di un referendum in merito a due riforme costituzionali, De Gaulle diede le dimissioni, si ritirò definitivamente dalla vita politica e morì l’anno seguente.
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