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giovedì 20 marzo 2014

Genua #Genova di Donatella farina


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GENUA 
     L'« Auster et Occasus, Septemptrio novit et Ortus quantos bellorum superavi Ianua motus » (' Il Meridione ed il Ponente, il Settentrione e l'Oriente sanno su quali enormi bellici fremiti io Genova abbia prevalso') è l'iscrizione che si trova in Porta Soprana.Genova - il cui porto è il più importante d'Italia - è il capoluogo dell'omonima provincia e della regione Liguria, ed è nota, tra le altre cose, per aver dato i natali a Cristoforo Colombo, a Giuseppe Mazzini e a Goffredo Mameli. L'origine del nome Genova viene fatto risalire ad una radice indoeuropea *geneu- ("ginocchio") oppure da *genu- ("mascella, bocca"); genu- sarebbe un'allusione alla foce ("bocca") di uno degli antichi corsi d'acqua del sito o la forma dell'insediamento sul mare; ad avvalorare questa ipotesi sarebbe il fatto che la maggioranza dei linguisti considerino Genua e Genaua (Ginevra) varianti dello stesso nome. Secondo una recente teoria l'origine del nome potrebbe essere riportata ad una parola etrusca, ritrovata su un coccio di vaso, contenente la scritta Kainua, che in lingua etrusca significherebbe "Città nuova".La leggenda vuole invece che il suo nome derivi da quello del dio romano Giano, perché, proprio come il Giano bifronte, Genova ha due facce: una rivolta verso il mare, l'altra oltre i monti che la circondano. La tradizionale fedeltà della popolazione Genuate a Roma, risalente alle guerre puniche, ha reso inevitabile che successivamente, in epoca medievale, la tesi romana venisse presa in maggiore considerazione e che la città assumesse il nome latino di Ianua, derivandolo direttamente da Janus, ovvero Giano.Gli antichi romani consideravano Giano come l'iniziatore dell'uso della moneta nella società ed il protettore di tutti i passaggi: della porta di casa, delle Porte di accesso alle città, dei porti e dei valichi (denominati appunto anche porte); eco di questo si trova tutt'oggi nel fatto che Genova sia considerata e spesso chiamata "la porta d'Europa sul Mediterraneo". La porta ha un'importanza particolare nella cultura architettonica genovese e questo rapporto si palesa sia negli antichi portali, decorati e sullo stipite dei quali è posto un bassorilievo, spesso raffigurante San Giorgio che uccide il drago o altre scene di santi, sia nelle porte che nei vari secoli si sono aperte lungo le mura della città, e nel valore simbolico loro dato. L'immagine ambivalente del Giano bifronte (di cui nella Cattedrale di San Lorenzo esiste un'immagine con la scritta Ianus Primus Rex Italiae) che guarda al passato e vede il futuro, Genova la rispecchierà sempre, anche nei suoi simboli, in particolare nel Grifone (con la fierezza del leone e la nobiltà dell'aquila, vicino a Dio e forte in terra).Il nome della città in lingua genovese ha subito una contrazione: in passato veniva chiamata Zénoa (pronuncia [ˈtsenwa]), mentre oggi viene chiamata Zêna (pronuncia [ˈzeːna]). Questo è un ricordo di Francesco Petrarca: “ ... Vedrai una città regale, addossata ad una collina alpestre, superba per uomini e per mura, il cui solo aspetto la indica signora del mare ... ” ("Itinerarium breve de Ianua ad Ierusalem", 1358).

    di Donatella Farina

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