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GENUA
L'« Auster et Occasus, Septemptrio novit et Ortus quantos
bellorum superavi Ianua motus » (' Il Meridione ed il Ponente, il
Settentrione e l'Oriente sanno su quali enormi bellici fremiti io
Genova abbia prevalso') è l'iscrizione che si trova in Porta
Soprana.Genova - il cui porto è il più importante d'Italia - è il
capoluogo dell'omonima provincia e della regione Liguria, ed è
nota, tra le altre cose, per aver dato i natali a Cristoforo
Colombo, a Giuseppe Mazzini e a Goffredo Mameli. L'origine del nome
Genova viene fatto risalire ad una radice indoeuropea *geneu-
("ginocchio") oppure da *genu- ("mascella, bocca");
genu- sarebbe un'allusione alla foce ("bocca") di uno
degli antichi corsi d'acqua del sito o la forma dell'insediamento
sul mare; ad avvalorare questa ipotesi sarebbe il fatto che la
maggioranza dei linguisti considerino Genua e Genaua (Ginevra)
varianti dello stesso nome. Secondo una recente teoria l'origine del
nome potrebbe essere riportata ad una parola etrusca, ritrovata su
un coccio di vaso, contenente la scritta Kainua, che in lingua
etrusca significherebbe "Città nuova".La leggenda vuole
invece che il suo nome derivi da quello del dio romano Giano,
perché, proprio come il Giano bifronte, Genova ha due facce: una
rivolta verso il mare, l'altra oltre i monti che la circondano. La
tradizionale fedeltà della popolazione Genuate a Roma, risalente
alle guerre puniche, ha reso inevitabile che successivamente, in
epoca medievale, la tesi romana venisse presa in maggiore
considerazione e che la città assumesse il nome latino di Ianua,
derivandolo direttamente da Janus, ovvero Giano.Gli antichi romani
consideravano Giano come l'iniziatore dell'uso della moneta nella
società ed il protettore di tutti i passaggi: della porta di casa,
delle Porte di accesso alle città, dei porti e dei valichi
(denominati appunto anche porte); eco di questo si trova tutt'oggi
nel fatto che Genova sia considerata e spesso chiamata "la
porta d'Europa sul Mediterraneo". La porta ha un'importanza
particolare nella cultura architettonica genovese e questo rapporto
si palesa sia negli antichi portali, decorati e sullo stipite dei
quali è posto un bassorilievo, spesso raffigurante San Giorgio che
uccide il drago o altre scene di santi, sia nelle porte che nei vari
secoli si sono aperte lungo le mura della città, e nel valore
simbolico loro dato. L'immagine ambivalente del Giano bifronte (di
cui nella Cattedrale di San Lorenzo esiste un'immagine con la
scritta Ianus Primus Rex Italiae) che guarda al passato e vede il
futuro, Genova la rispecchierà sempre, anche nei suoi simboli, in
particolare nel Grifone (con la fierezza del leone e la nobiltà
dell'aquila, vicino a Dio e forte in terra).Il nome della città in
lingua genovese ha subito una contrazione: in passato veniva
chiamata Zénoa (pronuncia [ˈtsenwa]), mentre oggi viene chiamata
Zêna (pronuncia [ˈzeːna]). Questo è un ricordo di Francesco
Petrarca: “ ... Vedrai una città regale, addossata ad una collina
alpestre, superba per uomini e per mura, il cui solo aspetto la
indica signora del mare ... ” ("Itinerarium breve de Ianua ad
Ierusalem", 1358).
di Donatella Farina
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