Maria Salviati |
Nel 1532 viene affidata alle cure di Maria Salviati moglie di Giovanni dalle Bande Nere.
Un ambasciatore Veneziano scrive di lei:
« Questa fanciulla è entrata nell'anno decimoterzo; è di natura assai vivace; mostra gentile spirito; è bene accostumata, e fu educata colle Monache nel monastero delle Murate in Fiorenza: donne di molto buon nome e santa vita. E' piccola di persona, scarna, e di viso non delicato; ha gli occhi grossi, propri alla Casa de'Medici. »
Clemente VII |
Il 10 marzo del 1533 il Papa Clemente VII aveva concluso due matrimoni: quello di Caterina con Enrico di Valois e quello di Alessandro de’ Medici con Margherita figlia di Carlo V.
La sua dote doveva consistere in 100.000 scudi del Sole francesi; inoltre, come indennizzo per i beni fondi dell’eredita di suo padre ai quali ella rinunziava, era aggiunta la somma di 3.000 scudi. 50.000 scudi dovevano essere sborsati subito a Marsiglia o a Lione; gli altri, metà dopo sei mesi, metà dopo un anno.
L'eredità materna che era rimasta a Caterina in Francia, naturalmente, non aveva a che fare con questa pontificia dote. Il Papa chiese un prestito a Filippo Strozzi, che sborsò 80.000 scudi in cambio di un fermaglio di Benvenuto Cellini, che alla morte del Papa venne chiesto indietro da Pio III e Filippo Strozzi ci rimise parecchi denari.
Isabella D'Este |
Accompagnavano Caterina: Corredi, Mobili, Opere d’arte, Gioielli (le più grandi perle mai viste, poi donate alla nuora Maria Stuart), Oggetti di ogni genere.
All'approvvigionamento della biancheria e degli abiti la duchessa Salviati impiegò Ie sarte più abili.
Fu lei a ordinare a Mantova, per tramite della marchesa Isabella d'Este, due corsetti, due gonne per i ricami dei quali mandava tre libbre d'oro, due libbre d'argento e due libbre di seta.
Si preoccupò anche di acquistare lenzuola di seta nera e di seta cremisi.
I gioielli e le gemme regalati da Clemente VII costituivano un notevole tesoro sia d'arte che di valore. Li conosciamo dall'elenco firmato da Francesco I quando l'inviato del papa, Filippo Strozzi, li ebbe consegnati al re: erano stimati in 27.900 scudi d'oro.
I più belli erano:
- una cintura d'oro, ornata con otto rubini balasci e diamanti;
- un grosso diamante tagliato a tavoletta del valore di 6 500 scudi incastonato in un anello d'oro e smalto bianco, nero e nocciola;
- una parure detta «tavola di smeraldo», sorretta da tre anelli smaltati «a forma di punta di diamante» con una perla pendente « a forma di pera».
Molto interessante.
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