Cerca nel web

lunedì 18 giugno 2012

Pensavo di essere nel #Paradiso Terrestre, Amerigo #Vespucci, #Lettere del #Codice #Valienti #citazione #Nuovo Mondo #selvaggio #America #indios #scoperte geografiche #stato di natura #primitivo #Guyana


In 64 dì ariviamo a una terra nuova la quale […] trovammo piena di abitatori, dove notai maraviglose chose di dio e della natura, donde diterminai di dare notizie di parte d’esse a vostra magnificenza chome sempre o fato de li altri viaggi. […]
Questa terra è molto amena, e piena d’infiniti alberi verdi e molto grandi, e mai non perdono foglie, e tutti anno odori soavissimi e aromatici e produchono infinitesime frute, e molte di esse buone al ghusto e salutifere al chorpo; e’ chanpi producono molte erbe fiori e radice, tanto che in fra me pensavo eser presso al paradiso teresto. […]
Trovammo tutta la terra eser abiata da gente tutta iniuda, così l’omini chome le donne sanza choprirsi di vergogna nesuna. […] Molto travaglai ad intendere loro vita e chostumi, perché 27 dì mangai e dormì in fra loro, e quello di loro chonobbi e’ el seghuente apresso.
Non tengono né legge né fede nessuna, vivono secondo natura, non chonoschono immortalità d’anima, non tenghono in fra loro beni propi perche tuto è comune: non tenghono termini di rengni e di provinca: non anno re, né ubidischono a nessuno: ognuno è signore di se. […]


(Amerigo Vespucci, Lettere del Codice Valienti (1504-1505), brano citato in Antonio Brancati, Trebi Pagliarani, Voci della storia e dell’attualità, 1. Dal Mille alla metà del Seicento, Firenze, La Nuova Italia – RCS Libri, 2012, p. 283)

[Vespucci sta scrivendo al banchiere Lorenzo di Pierfrancesco dei Medici, cugino di Lorenzo il Magnifico. Vespucci era sbarcato in Guyana. La sua spedizione sarebbe poi proseguita lungo la costa, verso sud, fino alla foce del Rio delle Amazzoni]


Immagine sopra tratta da


Nessun commento:

Posta un commento

Cerca nel blog

Archivio blog