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lunedì 9 dicembre 2019

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 9 dicembre.
Il 9 dicembre 1982 Norman Mayer viene freddato dalla polizia perché minacciava di far esplodere l'obelisco del Monumento a Washington.
Mayer era nato a El Paso, Texas, da Jesse e Margott Mayer. Dopo la morte del padre, quando aveva due anni, a causa della povertà la madre dovette trasferirsi a New Orleans, portando con sé Norman e suo fratello Aubrey; lì si iscrisse a una scuola per infermiere e lasciò i bambini in un orfanotrofio.
In adolescenza Mayer studiò in una scuola commerciale nella quale imparò a costruire dadi e bulloni. Lasciò New Orleans facendo ogni genere di lavoro tra Nome, Alaska, Caraibi, persino il minatore.
Fu arruolato nella Marina degli Stati Uniti nel 1944, rimanendo due anni alla Stazione Navale di San Diego. Fu congedato come pompiere di prima classe e tornò a fare ogni genere di lavoro: macchinista a Miami negli anni 50, addetto alla manutenzione di hotel a Porto Rico, Isole Vergini e Giamaica negli anni 60, fino a diventare meccanico di elicotteri alla fine degli anni 60.
Nel 71 si ferì seriamente lavorando a una piattaforma petrolifera in Brunei; fu curato a Singapore e in seguito viaggiò per l'Asia meridionale. Fu arrestato nel 76 a Hong Kong per possesso di 20 kg di Marijuana, che stava tentando di vendere. Studiò Legge in carcere e riuscì per un cavillo ad annullare la sua sentenza. Fu estradato nuovamente negli Stati Uniti dove riprese a lavorare negli hotel.
Nel 1978 Mayer iniziò a focalizzarsi sulla protesta per le armi nucleari. La sua intenzione era quella di organizzare qualcosa di distruttivo e drammatico per catturare l'attenzione dei media sulla sua Causa; tentò senza successo di acquistare dell'esplosivo ad Hazard, nel Kentucky, nel maggio 1982. Successivamente si trasferì a Washington e per diversi mesi si piazzò davanti alla Casa Bianca ogni giorno con grandi cartelli per perorare la causa del disarmo nucleare davanti ai turisti. Frustrato per l'insuccesso di questo tipo di protesta, decise di catturare l'attenzione in altro modo.
L'8 dicembre 1982 Mayer portò un furgoncino sotto al basamento del Monumento a Washington. Il furgone era bianco con una grande scritta sui lati: "Priorità n. 1: mettere al bando le armi nucleari".
Mayer si mise al fianco del furgone indossando una brillante tuta da neve azzurra e un casco da motociclista nero; con un telecomando in mano, iniziò a urlare che avrebbe distrutto il monumento facendo esplodere i 500 kg di tritolo contenuti nel furgone se non si fosse aperto un dialogo a livello nazionale sulla minaccia nucleare. Disse inoltre di avere un complice nascosto che avrebbe potuto far esplodere il furgone se lui fosse stato colpito.
La Polizia dei Parchi degli Stati Uniti, competente per la zona, fece evacuare gli edifici limitrofi e chiuse le strade adiacenti. Inizialmente 8 turisti rimasero intrappolati nel Monumento, poi vennero rilasciati quando fu iniziato il negoziato con Mayer.
Dopo dieci ore di negoziato, Mayer salì sul furgone tentando di partire, minacciando di diventare una "minaccia esplosiva che si muove per il centro di Washington". La polizia aprì il fuoco, colpendolo 4 volte, di cui 2 alla testa, che lo uccisero.
La polizia in seguito dichiarò che non era loro intenzione colpire Mayer, ma il motore del furgone. Le indagini successivamente dimostrarono che non c'era traccia di esplosivi sul furgone, né tantomeno un complice.

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