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giovedì 12 dicembre 2019

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 12 dicembre.
Il 12 dicembre 2001 muore, all'età di 104 anni, Ardito Desio.
Nato il 18 aprile del 1897 a Palmanova nel Friuli, Ardito Desio è stata una singolare quanto nobile figura di geologo ed esploratore. Lungi dal passare il proprio tempo nel chiuso di un laboratorio, oltre ad essere paleontologo, geologo e scienziato, è stato anche esploratore, alpinista e pioniere, fino ad essere colui che guidò la spedizione che per prima mise piede sulla temibile vetta del K2.
La sua carriera inizia come docente al Politecnico di Milano nei primi anni '20, dopo essere scappato da casa per combattere come volontario nella prima guerra mondiale e dopo un anno passato come prigioniero in Boemia. La causa della prigionia è dovuta al fatto che durante la guerra partì per il fronte unendosi al gruppo «Volontari Ciclisti», con lo scopo di portare ordini alle prime linee. Una volta sciolto il Corpo dei ciclisti, fu assegnato alla Cavalleria finché cadde appunto prigioniero. A guerra finita il giovane Desio si iscrisse alla Facoltà di Scienze Naturali della Università di Firenze.
Contemporaneamente alla carriera accademica, inizia anche quella di esploratore e alpinista, mettendo così a frutto, oltre alle sue doti di intelligenza e perspicacia, anche quelle di organizzatore. Grazie a lui prendono corpo numerose spedizioni, impegnate nella conquista delle mete più ardite e ambiziose. Non solo montagne, ma anche deserti, ghiacciai e quant'altro. L'impresa più importante rimane senz'altro quella intrapresa dalla spedizione che lo vede al fianco di Lacedelli e Compagnoni per la conquista del K2, la seconda vetta del mondo. Un primo tentativo sotto la guida del Duca di Spoleto fallisce. Mancanza di viveri, temperatura sotto zero, valanghe e bufere di neve impauriscono i portatori che abbandonano la spedizione, oltre a stremare gli audaci esploratori. Spinto dall'esempio dell'inglese Hillary, che scala l'Everest nel 1953, Desio però ritenta l'impresa. E' il 31 luglio 1954 quando i tre alpinisti, segnando una tappa storica di questa disciplina, giungono finalmente in cima al colosso, dopo settimane di strenui sforzi e di prove sovraumane (non bisogna dimenticare che all'epoca la strumentazione tecnica era ben lontana dai livelli raggiunti oggi).
Ma se gettiamo uno sguardo alle esperienze precedenti, ci si rende conto di quale mole di lavoro e di quale preparazione ci fosse alle spalle di questi temerari. La prima impresa è datata 1922, anno che lo vede protagonista di un lungo viaggio solitario nel mar Egeo. Nel 1926 parte per un viaggio in Libia, incaricato da Guglielmo Marconi presidente dell'Accademia che allora finanziava il progetto. Attraversa il Sahara guidando una carovana di 140 cammelli e nel 1938, tornando negli stessi luoghi alla ricerca di acqua e di minerali, nel sottosuolo scopre del petrolio. Non fa in tempo a riprendersi dalla fatica che già è in fase di preparazione per un'altra partenza. Questa volta tocca al Karakorum, il noto massiccio asiatico, sfidato insieme ad Aimone di Savoia.
Nel 1931 intraprende una traversata del Sahara in cammello, nel 1933 è sui monti della Persia, nel 1937 alla ricerca di oro in Etiopia e nel 1940 esegue ricerche geologiche in Albania. Dopo la conquista del K2 le esplorazioni di Desio sono proseguite con l'Afghanistan nel 1961, l'Antartide nel 1962 (è stato il primo italiano a raggiungere il Polo Sud), la Birmania nel 1966 e il Tibet nel 1980. A partire dal 1987 è stato ancora sull'Himalaya per ricerche con il Cnr con i suoi oltre 90 anni di età.
In mezzo a questa vita dinamica e piena di avvenimenti, non sarebbe lecito tralasciare il suo contributo all'insegnamento, dispiegatosi in più di mezzo secolo di lezioni universitarie e le oltre 450 pubblicazioni a suo nome. Scrittore di grande eleganza formale e di notevole chiarezza, fra i suoi libri più riusciti bisogna almeno citare "Sulle vie della sete, dei ghiacci e dell'oro", avvincente racconto della sua vita e delle imprese che lo hanno reso famoso.
La sua morte, avvenuta il 12 dicembre 2001 alla strabiliante età di 104 anni, segna la scomparsa di una figura mitica: uno scienziato che coniugò mirabilmente l'intelligenza, il coraggio e la curiosità per l'esplorazione.

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