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sabato 16 dicembre 2023

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 16 dicembre.
Il 16 dicembre 1985 a New York vengono uccisi Paul Castellano e Thomas Bilotti. La morte dei due capomafia rende John Gotti capo assoluto della potente famiglia Gambino.
John Gotti nacque a New York City il 27 ottobre del 1940. Fu il capo di una delle cinque famiglie mafiose di New York e attirò su di sé l'attenzione, non solo degli inquirenti, ma anche dei media per la sua capacità di sembrare un personaggio da copertina oltre che un gangster. Fu un uomo elegante e furbo, capace di controllare i suoi affari delinquenziali schivando pericoli e trappole.
La sua carriera criminale iniziò a Brooklyn, il quartiere dove la sua famiglia si trasferì quando lui aveva 12 anni. A Brooklyn, John e sui fratelli, Peter e Richard, entrarono in una gang di quartiere e cominciarono a commettere piccoli furti. Successivamente entrò a fare parte della famiglia Gambino per la quale svolse diversi furti, in particolare all'aeroporto J. F. Kennedy, che all'epoca si chiamava Idlewild. I furti erano soprattutto di camion. La sua attività insospettì l'FBI che cominciò a pedinarlo.
Dopo diversi appostamenti riuscì ad individuare un carico che John Gotti stava rapinando insieme a Ruggiero, che diventerà il suo braccio destro, e arrestò entrambi. Successivamente venne arrestato per un altro furto: un carico di sigarette che gli valse una condanna di tre anni che scontò nel penitenziario federale di Lewisburg. Aveva 28 anni, era sposato con Victoria Di Giorgio, che gli avrebbe dato 5 figli, ed era già un notabile della famiglia Gambino.
Dopo la galera rientrò nell'ambiente criminale e fu promosso capo regime sotto la protezione di Carmine Fatico, affiliato della famiglia Gambino. Questa volta non rigò dritto ed iniziò a sviluppare un giro di spaccio di eroina per proprio conto. Questa decisione lo mise contro i vertici della famiglia Gambino che non gli avevano dato il permesso di entrare nel giro della droga.
Dopo diversi scontri e attentati, John Gotti riuscì ad uccidere il boss Paul Castellano, uno dei capi, e a prendere il suo posto. La sua carriera da questo punto in poi fu inarrestabile. Ma non fu infallibile. Gotti, infatti, tornò più volte in prigione. Scontò le pene tornando sempre a ricoprire il suo ruolo, fino al dicembre del 1990 quando un'intercettazione dell'FBI registrò alcune sue conversazioni, dove ammetteva omicidi e diverse attività criminali di cui era stato l'ispiratore e l'ideatore.
Arrestato, fu poi condannato, anche grazie alla confessioni di Gravano, suo braccio destro, e Philip Leonetti, capo regime di un'altra famiglia criminale di Philadelphia, che testimoniarono come Gotti avesse ordinato diversi omicidi nell' arco della sua carriera. E' il 2 aprile 1992 quando viene condannato per omicidio e gestione del racket: la sentenza di morte fu poi commutata in quella di ergastolo. John Gotti muore all'età di 61 anni il giorno 10 giugno 2002 a causa di complicazioni causate da un cancro alla gola che lo perseguitava da diverso tempo.
A Gotti furono affibbiati i soprannomi di "The Dapper Don" ("il Boss Elegante"), per la sua eleganza nel vestire, e "The Teflon Don", per la facilità con cui riusciva a far scivolare via le accuse a lui attribuite. Il suo personaggio ha ispirato diverse opere in campo cinematografico, musicale e televisivo: la sua figura ha ispirato ad esempio il personaggio di Joey Zasa nel film "Il padrino - Parte III" (di Francis Ford Coppola); nel film "Terapia e pallottole" (1999) ha ispirato il personaggio di Paul Vitti (Robert De Niro); nella celebre serie "I Soprano", il boss Johnny Sack è ispirato a Gotti.

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