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giovedì 2 luglio 2020

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 2 luglio.
Il 2 luglio 1839 alcuni schiavi trasportati sulla nave negriera Amistad diedero vita a un famoso ammutinamento, che diede il via al processo di abolizione dello schiavismo.
Nella prima metà del XIX secolo il trasporto illegale degli schiavi dall'Africa a L'Avana (Cuba, all'epoca di proprietà della Spagna) era cosa abituale. Durante il tragitto i prigionieri vivevano in uno stato di malnutrizione e maltrattamento, ammassati e incatenati in spazi molto ristretti. Queste condizioni erano ancora più gravi su La Amistad, in quanto non era nata allo scopo di trasportare schiavi ma merce per il commercio costiero.
Nel giugno del 1839, trasportati illegalmente dalla nave portoghese Tecora, giunsero a L'Avana 56 schiavi Mendi (52 adulti e 4 bambini) catturati in Sierra Leone, i quali vennero comprati dagli spagnoli José Ruiz e Pedro Montez e il 26 giugno furono imbarcati su La Amistad, capitanata da Ramón Ferrer. La destinazione del viaggio era Puerto Principe (Cuba).
Il 2 luglio, durante il viaggio in mare, si verificò l'ammutinamento degli schiavi capitanati dal nero Sengbe Pieh (successivamente noto negli Stati Uniti come Joseph Cinque), mediante il quale i prigionieri riuscirono ad impadronirsi della nave. Dei membri dell'equipaggio rimasero in vita Ruiz, Montez e lo schiavo personale del capitano deceduto, Antonio, utilizzato dagli insorti come interprete. Gli schiavi ordinarono agli spagnoli di cambiare rotta per dirigersi verso l'Africa, ma i due non lo fecero e il 26 agosto, dopo aver navigato lungo le coste americane all'insaputa degli africani, vennero abbordati dalla nave americana USS Washington, capitanata dal luogotenente Thomas Gadney, al largo di Long Island. I Mendi vennero tutti catturati e portati a New Haven nel Connecticut.
Il 7 gennaio 1840 i prigionieri vennero sottoposti ad un processo da cui risultò non essere importante il motivo per cui si trovassero sulla nave, cioè essere schiavi, ma venne evidenziato il fatto che avessero assunto il controllo con la forza. Non tutti gli statunitensi accettarono il primo verdetto e nacque, oltre ad un movimento di dissenso molto importante per l'epoca essendo il periodo antecedente la guerra di secessione, un gruppo chiamato Comitato dell'Amistad che lottò nel processo per ottenere la libertà dei prigionieri e l'abolizione della schiavitù dagli Stati Uniti. Uno degli uomini più attivi all'interno di questo gruppo fu l'avvocato Roger Baldwin.
Per poter comunicare con gli schiavi un membro del comitato, professore Josiah Willard Gibbs, Sr., imparò a contare fino a dieci nella lingua Mende e si recò al porto di New York contando ad alta voce. In questo modo si fece notare da James Covey, un marinaio africano della flotta britannica in grado di comprendere e parlare tale lingua, che divenne il tramite tra il comitato e gli schiavi.
Grazie al dialogo che finalmente si riuscì ad instaurare tra difensori e difesi, il comitato dimostrò che gli africani erano stati catturati illegalmente e che quindi l'ammutinamento venne compiuto per rivendicare il loro diritto alla libertà, con il risultato che tale azione non poteva essere condannata. Secondo questa sentenza, emessa nel gennaio 1840, nemmeno la Spagna di Isabella II, che rivendicava la restituzione degli schiavi come merce in base al Trattato di Pinckney del 1795, poté averli in quanto uomini liberi.
In quel periodo l'interesse principale del Presidente degli Stati Uniti d'America, Martin Van Buren, fu quello di mantenere buone relazioni con la Spagna e non provocare un attacco diretto allo sfruttamento della schiavitù, in modo da evitare uno scontro con il sud del Paese favorevole allo schiavismo; con questa politica avrebbe potuto sperare in una sua rielezione come presidente. Per questi motivi supportò la decisione dell'accusa di fare appello alla sentenza, portando il caso dinanzi alla Corte Suprema degli Stati Uniti d'America il 23 febbraio 1841. Per la difesa degli schiavi si schierò l'ex presidente degli Stati Uniti d'America John Quincy Adams (espose la sua arringa il 24 febbraio, supportato da Baldwin), il quale riuscì a convincere la Corte a decretare il 9 marzo 1841 lo stato di libertà agli imputati.
Poiché il governo degli Stati Uniti rifiutò di sobbarcarsi le spese per rimandare in Africa i Mendi sopravvissuti, un gruppo di abolizionisti e gli africani stessi trovarono i fondi necessari ad affittare la nave Gentleman, che li riportò in Patria nel novembre del 1841. Arrivarono in Sierra Leone nel gennaio del 1842, dove trovarono le loro dimore distrutte e le loro famiglie scomparse, probabilmente in seguito ad altre razzie perpetrate dallo schiavismo.
In seguito al caso della La Amistad, la Spagna per molti anni richiese un indennizzo al governo degli Stati Uniti per il danno economico riportato, dovuto alla perdita degli schiavi.
Da questa vicenda fu tratto un romanzo e un film nel 97, diretto da Steven Spielberg.

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