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sabato 11 luglio 2020

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è l'11 luglio.
11 luglio 1982, stadio Santiago Bernabeu di Madrid. Si affrontano nella finale della dodicesima edizione dei campionati del mondo di calcio l'Italia e la Germania Ovest, arbitro il brasiliano Coelho. Gli azzurri avevano cominciato male il loro cammino, ottenendo solo tre miseri pareggi in altrettanti incontri nel girone eliminatorio di Vigo, contro Polonia (0-0), Perù (1-1) e, infine, Camerun (1-1), qualificandosi solo grazie ad una rete in più segnata, a parità di differenza reti, nei confronti della compagine africana.
Poi, però, l'undici guidato dal friulano Enzo Bearzot aveva preso a macinare gioco e avversari: incluso in un raggruppamento di ferro a Barcellona assieme ad Argentina e Brasile, si era reso protagonista di due clamorose imprese, sconfiggendo prima Maradona e soci (2-1) e poi addirittura quello che sembrava uno squadrone imbattibile, guidato da Zico, Falcao, Socrates, Eder, Junior, Edinho, Cerezo e chi più ne ha più ne metta (3-2). In occasione di quest'ultima partita l'Italia aveva assistito all'improvviso risveglio del Pablito nazionale, Paolo Rossi, autore di una tripletta. In semifinale gli azzurri si erano trovati di fronte nuovamente la Polonia e Rossi aveva confermato il suo ritrovato feeling col gol, mettendo a segno le due reti decisive (2-0).
Ora, dopo gli inni, è il momento del calcio d'inizio contro i temibili tedeschi guidati da Karl-Heinz Rummenigge. Bearzot, che purtroppo non ha a disposizione Antognoni, schiera: Zoff, Bergomi, Cabrini; Gentile, Collovati, Scirea; Conti, Tardelli, Rossi; Oriali, Graziani. Subito una brutta tegola per i nostri: al 7' si infortuna Graziani ed è costretto ad abbandonare il campo. Al suo posto entra Altobelli. Al 24', però, abbiamo una nitida opportunità di passare in vantaggio: Bruno Conti se ne va sulla fascia destra, irresistibile come sempre, entra in area e viene falciato da Briegel. È calcio di rigore. Sul dischetto si presenta Cabrini. Davanti a lui c'è Schumacher. L'Italia è col fiato sospeso. Il "Bell'Antonio" prende la rincorsa, tira e il pallone sibila a lato del palo sinistro della porta. Siamo ancora sullo 0-0. Potremmo crollare psicologicamente, ma, invece, reggiamo alla grande e così si conclude il primo tempo.
Alla ripresa siamo più convinti che mai. Al 56', su cross di Conti, Rossi insacca di testa. 1-0! Il Santiago Bernabeu esplode. Ma non è finita. Tredici minuti più tardi, al termine di una insistita azione sulla fascia destra, Tardelli riceve palla da Scirea ed esplode un sinistro micidiale, potente, preciso. Gooooooooooolllllllllll!!! Tardelli grida correndo come un forsennato e tutta l'Italia con lui. 2-0! Altri undici minuti ed arriva il tris: Conti si invola sulla destra, irraggiungibile, mette una palla d'oro in mezzo e Spillo Altobelli sigla il 3-0. In tribuna il presidente della repubblica Sandro Pertini, accanto al re di Spagna Juan Carlos, è esaltato, si alza felice e grida "Non ci prendono più".
E, infatti, non ci prendono più, malgrado il gol della bandiera firmato da Breitner all'83'. Mentre si aspetta solo il fischio finale, c'è gloria anche per il vecchio Causio, che sostituisce Altobelli all'89'. Poi Coelho ferma il pallone con le mani e sancisce la fine delle ostilità. L'Italia è campione del mondo per la terza volta nella sua storia. Nando Martellini, il grande telecronista della Rai, esulta: "campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo!!!" Al centro del terreno di gioco, il nostro capitano quarantenne Dino Zoff alza la Coppa: l'immagine farà il giro del mondo e sarà immortalata anche in un francobollo.

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