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lunedì 10 febbraio 2020

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 10 febbraio.
il 10 febbraio in Italia coincide con il giorno del ricordo, in memoria delle vittime delle foibe.
Il termine "foiba" è una corruzione dialettale del latino "fovea", che significa "fossa"; le foibe, infatti, sono voragini rocciose, a forma di imbuto rovesciato, create dall’erosione di corsi d’acqua nell'altopiano del Carso, tra trieste e la penisola istriana; possono raggiungere i 200 metri di profondità.
In Istria sono state registrate più di 1.700 foibe.
Le foibe furono utilizzate in diverse occasioni e, in particolare, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale per infoibare (“spingere nella foiba”) migliaia di istriani e triestini, italiani ma anche slavi, antifascisti e fascisti, colpevoli di opporsi all’espansionismo comunista slavo propugnato da Josip Broz meglio conosciuto come “Maresciallo Tito”.
Nessuno sa quanti siano stati gli infoibati: stime attendibili parlano di 10-15.000 sfortunati.
Le vittime dei titini venivano condotte, dopo atroci sevizie, nei pressi della foiba; qui gli aguzzini, non paghi dei maltrattamenti già inflitti, bloccavano i polsi e i piedi tramite filo di ferro ad ogni singola persona con l’ausilio di pinze e, successivamente, legavano gli uni agli altri sempre tramite il fil di ferro. I massacratori si divertivano, nella maggior parte dei casi, a sparare al primo malcapitato del gruppo che ruzzolava rovinosamente nella foiba spingendo con sé gli altri.
Per tutto un lunghissimo mese Trieste vive questa sorta di mattanza. Migliaia e migliaia di suoi figli che, sottratti ai propri cari, spariscono nelle grinfie della cosiddetta Milizia Popolare per non fare mai più ritorno.
Un rituale tragico e barbarico (prevedeva anche il lancio finale, nella foiba, di un cane nero sgozzato) con il quale sono stati trucidate migliaia e migliaia di esseri umani: il tutto a guerra finita! Nella Foiba di Basovizza - il Pozzo della Miniera che costituisce un po’ il simbolo di tutte le foibe – gli infoibati si è dovuti quantificarli con il più arido e crudele dei sistemi: cinquecento metri cubi di poveri resti umani.
Una mattanza durata oltre quaranta giorni, fino cioè a quel 12 giugno 1945 quando le truppe Alleate indussero quelle slavo-comuniste a lasciare la città. Una tragedia che ha segnato tante e tante famiglie triestine e che ha determinato un vero e proprio trauma psichico in tutta la città. Per anni si è vissuti in una sorta di incubo, nel quale incalzava, ossessiva, una domanda: e se tornano i Titini e riprende la tragedia delle Foibe?
Sarà solo dopo il 26 ottobre 1954, con il ritorno di Trieste all’Italia, che tale incubo inizierà a svanire.
La Foibe, se hanno costituito incubo per i Triestini, hanno parimenti rappresentato un raffinato ed efficace strumento di terrore per gli Istriani. Perché proprio la vicenda drammatica degli infoibamenti ha avuto un ruolo sicuramente determinante nel creare in Istria quell’atmosfera di paura, di terrore che ha convinto in trecento e cinquanta mila a lasciare case, paesi, cimiteri per sfuggire, in Italia, al regime liberticida ed assassino del comunismo jugoslavo. Perché tutti erano ben consapevoli che, a restare, bastava il fatto di non essere comunisti per rischiare di finire come gli infoibati.
Il Giorno del Ricordo è considerato una solennità civile, ai sensi dell'art. della legge 27 maggio 1949, n. 260. Esso non determina riduzioni dell'orario di lavoro degli uffici pubblici né, qualora cada in giorni feriali, costituisce giorno di vacanza o comporta riduzione di orario per le scuole di ogni ordine e grado. Sempre nella stessa legge, vengono istituiti il Museo della civiltà istriano-fiumano-dalmata, con sede a Trieste, e l'Archivio museo storico di Fiume, con sede a Roma.
Il Giorno del ricordo viene celebrato dalle massime autorità politiche italiane con una cerimonia solenne nel palazzo del Quirinale al cospetto del Presidente della Repubblica. In contemporanea in molte città si tengono celebrazioni di commemorazione presso i monumenti e le piazze dedicate ai tragici avvenimenti.

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