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VICETIA
Vicenza nel I sec. a. C. diede i natali al grammatico Remmio Palemone,
ricordato per la sua pignoleria e per l'aggressività nelle discussioni.
Oggi gli studiosi sono concordi nel ritenere che il primo insediamento,
alla confluenza dei fiumi Astico (oggi Bacchiglione) e Retrone, sia
originato da popolazioni paleovenete che in precedenza vivevano sui
Colli Berici e nella valle del Lago di Fimon, almeno a partire dal VI
secolo a.C. Mai asserviti dai popoli circostanti, di cui pure subirono
l'influenza culturale, nel II secolo a.C. entrarono nell'orbita di Roma e
ottennero la cittadinanza romana nel 49 a.C.Completamente ridisegnata
in quegli anni nel suo impianto urbanistico, ancora molto evidente, e
dotata delle prime mura, durante il primo periodo imperiale, la città
prosperò: lo attestano i resti del Teatro Berga, dei ponti (demoliti ma
documentati a fine Ottocento), dell'acquedotto in frazione Lobbia, del
Foro sotto Palazzo Trissino e di domus patrizie sotto la piazza del
Duomo, con un criptoportico romano ben conservato, scoperto dopo i
bombardamenti avvenuti nella città durante la Seconda guerra mondiale.
(In foto, una porzione di strada romana visibile in centro.)Il
cristianesimo si è diffuso in Vicenza probabilmente verso la fine del
III secolo. Alla fine del IV o agli inizi del V secolo risale la
costruzione sia di una basilica fuori dalle mura, dedicata ai santi
Felice e Fortunato, sia di una chiesa cittadina che diverrà poi la
cattedrale.Non sembra che in epoca tardo-antica la città sia stata
devastata da invasioni barbariche (da Paolo Diacono viene citato solo un
saccheggio da parte degli Unni).Nel 568 fu occupata dai Longobardi
(secondo Paolo Diacono fu occupata dallo stesso Alboino) e subito eretta
a sede ducale. Durante i circa tre secoli del periodo longobardo e del
successivo periodo carolingio Vicenza rivestì un ruolo regionale di un
certo rilievo e nel 589 ebbe il suo primo vescovo, Oronzio.Durante il
Medioevo a Vicenza trovarono sede molti benedettini che si occuparono,
tra l'altro, della bonifica del territorio. La città in origine sorgeva
infatti su un terreno acquitrinoso e subito a nord confinava con un lago
che andò progressivamente prosciugandosi durante l'epoca medievale. La
presenza di due corsi d'acqua (gli attuali Bacchiglione e Retrone) e la
scarsa elevazione del terreno favorirono il verificarsi di frequenti
alluvioni fino ad epoche recenti.Nel 1184 dei sicari al soldo dei grandi
feudatari assassinarono sulla piazza del Duomo il vescovo Giovanni
Cacciafronte, che venne poi beatificato da papa Gregorio XVI. Dopo
essere stata sotto il controllo di Ezzelino II il Monaco nel 1211, la
città finì sotto l'egida degli scaligeri, cui si deve la costruzione
delle mura trecentesche, la trasformazione in torre del campanile della
basilica dei SS. Felice e Fortunato e il conio dell'unica moneta
cittadina, l'aquilino d'argento.Dal 1404 al 1797, donando nel 1414 le
chiavi della città a Venezia (come fecero altre città venete e lombarde)
entrò a far parte della Repubblica Serenissima Veneta con la sua
capitale o dominante Venezia. Seguirono quattro secoli di pace e
benessere, in cui le arti raggiunsero livelli eccelsi e l'economia
prosperò. Il 12 giugno 1486 gli ebrei furono espulsi da Vicenza e, per
sopperire alle richieste di prestiti di denaro, fu istituito
contemporaneamente il Monte di Pietà.Il Cinquecento fu il secolo del
grande architetto tardo-rinascimentale Andrea Palladio. Giunto giovane a
Vicenza dalla nativa Padova, preso a cuore dal mecenate vicentino Gian
Giorgio Trissino che lo fece studiare, Palladio si rivelò come una delle
personalità più influenti nella storia dell'architettura occidentale.-
IL TOPONIMO -Pare che il primo nome dato dai Veneti alla città sia stato
"Berga", nome ricordato anche nel primo teatro romano costruito in
città che si chiamava appunto "Teatro Berga". Certa è, invece, la
denominazione assunta in epoca romana: "Vicetia" o "Vincentia" o ancora
"Vicentia". Nel Secolo XI si arriva a "Vicencia" fino all'odierna
"Vicenza". L'origine del nome può essere fatta risalire al latino
"vincens" (vincente) o al greco "Oniketia" (terra dei Veneti). Strabone
la chiama anche "Ucetia" mentre Claudio Eliano la cita col nome di
"Bitetia". Nel link un ulteriore approfondimento sull'argomento:http://www.teutagwened.org/pages/dettaglio/82
(la leggenda è citata anche in “Marchiane ruine” del XV secolo della
Biblioteca di Belluno, pubblicato da Cantù in “Micellanea di storia
Italiana”, riportato in “Scritti storici e letterari” di F. Lampertico -
1883)
di Donatella Farina
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