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martedì 12 febbraio 2013

#Thriller: Il Maresciallo - Parte I


© 2013 Accademia dei Sensi
Licenza CC BY-NC-ND 3.0
 di Gaspare Polizzi

 Il vino odorava di terra assolata e di ciliegie mature. Il Maresciallo restò così, immobile: con il bicchiere sollevato a mezzo, ancora per qualche istante, poi lo portò alle labbra e bevve. Sentì su di sé gli occhi della donna, seduta davanti a lui, con le mani in grembo, nella grande stanza. “Le piace?”, domandò. “Lo fa mio cugino, a Genazzano. La vigna è piccola, ma la terra è buona. E lui non si risparmia.”
 Era anziana, sui sessant'anni, magra e un po' curva. Gli occhi le brillavano di una luce malata, come se la terzana la divorasse. Il maresciallo finì il vino, e rifiutò, con un gesto, la muta offerta di un altro bicchiere che la donna gli fece immediatamente, alzando la brocca. Meglio restare lucido.
 Circa due ore prima, durante una delle periodiche perlustrazioni che facevano in quella zona, lontana dal paese e difficile da raggiungere, Bellantoni e Romor avevano incontrato la donna che vagava per le campagne, piangente e con un cucciolo di cane morto tra le braccia. A fatica, si erano fatti spiegare dove abitava e cosa era accaduto, e, mentre uno dei due l'accompagnava a casa, l'altro correva in caserma ad avvisare il Maresciallo.
 E adesso, mentre i due carabinieri si davano da fare a pochi metri dal casolare dove la vecchia viveva, il Maresciallo attendeva che lei si decidesse a raccontare. Al suo arrivo, Romor gli aveva mostrato ciò che aveva sconvolto la donna: nel recinto, le galline erano tutte morte, in un vero macello di penne e sangue e guano. Nessuno degli uccelli mostrava di essere stato attaccato da una volpe o da un cane randagio: presi a bastonate, piuttosto. Con ferocia e determinazione. Poco più in là, l'orto che la vecchia coltivava era ridotto a un ammasso di piante strappate e calpestate, di fosse furiosamente scavate a casaccio.
 E di quattro alberi di pesco, a un lato dell'orto, non restavano che dei ceppi – quasi dei rozzi sedili - segnati dai colpi dell'ascia, mentre i tronchi e i rami fioriti giacevano a terra, in mille pezzi.
 Ancora silenzio. Poi, all’improvviso, “Sabato sera”, spiegò la donna “Sono partita con la corriera; mio cugino, quello del vino, mi aveva promesso delle sementi per l'orto, e sono andata a prenderle. E al mio ritorno, ho trovato questo!”. Fece un gesto largo, desolato, che racchiudeva in sé tutto il suo sconforto e il suo dolore. “Perfino il cane m'hanno ammazzato, i maledetti! Era ancora un cucciolo, che male poteva fargli?”
 “Signora, lei ha dei sospetti? Qualcuno che ha motivi di rancore nei suoi confronti?”, domandò il Maresciallo. Dalla finestra si udivano le voci di Romor e Bellantoni, che avevano quasi finito di scavare una grande fossa dove seppellire le galline massacrate.
“Dovrei fare io il tuo mestiere, allora? Proprio io?”. La donna fece una pausa, poi “dimmi, Maresciallo: quante persone hai ammazzato con quella pistola?”, domandò fissandolo con quegli occhi di febbre, che mettevano inquietudine.
 “Nessuno, Signora” “Non ci credo. Sei come gli altri. Porti un’arma, e sei un assassino e un bugiardo. Ma sono affari tuoi. Ne renderai conto a Dio. Come i vigliacchi che sono venuti qui. Sembrano persone, ma sono peggio dei lupi. Lo sai che quando ero bambina, questi monti erano pieni di lupi? E io ero l'unica a non averne paura, quando arrivavano dietro la porta di casa. Sono gli uomini, che mi fanno paura. Certo, gli farebbe comodo, se io.... Ma non andrò mai via di qui. Questa era la casa e la terra di mio marito, e adesso è la terra di mio figlio. Io sto aspettando il suo ritorno. E poi, toglierò il disturbo. Ma fino a quel giorno, io me ne starò qui, a coltivare la terra, e a ricordare a tutti le cattive azioni che hanno commesso”. “Quali cattive azioni, signora? Non vuole aiutarmi?” “E proprio tu, chiedi aiuto a me, a una povera pazza? Perché lo so, cosa dicono di me in paese. Che sono matta. Matta come un cavallo.” E prese a ridere, voltando le spalle al Maresciallo.

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