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lunedì 18 febbraio 2013

Caterina de' Medici: l'Infanzia 2

A Firenze con la morte di Lorenzo II duca di Urbino, i medici erano stati cacciati, grazie all'intervento di Clarice Orsini, Alessandro e Ippolito de'Medici si erano allontanati in tutta fretta dalla città. 

"Siccome era I'ora di desinare Clarice rimase a pranzo, dopo iI quale tornò ad insistere perché i giovani partissero innanzi d'esser mandati via.
Fra iI popolo circolò la voce che madonna Clarice avesse usato parole ingiuriose e villane; e insultando ai nataIi  ilIegittimi di Alessandro e d'Ippolito, avesse loro intimato di sgombrare iI palazzo:  la casa di Cosimo iI vecchio non essere stalla da muli."


Allontanati Alessandro e Ippolito, Passerini cercò la sicurezza di Caterina mandandola alla Villa del Poggio, ma Iacopo Rinuccini  andò a riprenderla e la mise al Convento di Santa Lucia che in quel periodo faceva parte della fazione avversa ai Medici nonostante fosse dovuta ai Medici la costruzione di quel convento e la sua esistenza.
Clarice non sopportando di vedere la nipote tra estranei andò al convento a riprendersela, ma dato che Ippolito e Alessandro non avevano ceduto i castelli fuggendo promessi alla Signoria fuggendo anche da Lucca, la situazione a Firenze peggiorò e Caterina venne rimessa in Convento.
A Firenze si temeva il peggio perché il Papa incollerito dal comportamento della città, della profanazione della tomba e avendo fatto pace con i Borboni manciava alla volta di Firenze per piegarne la volontà.

Caterina passò dal Convento di Santa Lucia a quello di Santa Caterina dal quale venne tolta per paura della peste. Clarice moriva il 3 maggio 1528 e la piccola si trovava presso le Murate che erano tendezialmente  per i Medici ma che nel marasma generale si divise in varie fazioni. Caterina si faceva ben volere da  tutti intanto nella Signoria Leonardo Bartolini facinoroso sfegatato proponeva di mettere la bimba in un bordello in modo da impedire al Papa di utilizzarla per scopi politici.  La proposta venne bocciata con orrore, ma con il peggiorare della situazione si pensò anche di appenderla nuda fuori dai bastioni per farla colpire dalle armi dirette verso la città. Fortunatamente non lo fecero pensando che Caterina potesse essere un ostaggio importante.

Nel luglio 1530 Aldobrandini incaricato dalla Repubblica si recò alle Murate per portar via Caterina de’ Medici e condurla a Santa Lucia in via San Gallo dove le monache erano dalla parte dei popolani e quindi meno facile rapirla, ma le suore piasero, si inginocchiarono e supplicarono. La bimba disse di voler restare suora tra le reverende madri. Aldobrandini lasciò le Murate, ma dalla Signoria ricevette nuovamente il compito di portare via la bimba e il 7 luglio la condusse a Santa Lucia. 

Le Suore la vestirono da suora e le tagliarono i capelli ed è così che la videro i fiorentini mentre veniva condotta al nuovo convento.

Caterina nel tempo conservò immutata gratitudine verso le suore delle murate che beneficiò di tanti doni fino alla sua morte. A soli 11 anni al momento della resa della città intercesse anche per l’Aldobrandini convincendo suo zio Clemente VII a non mandarlo a morte. Fu costretto all’esilio e ad una ammenda che poi sborsò Caterina per lui.




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