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sabato 23 febbraio 2013

Caterina de' Medici: La Dote

Maria Salviati
 Nel 1532 viene affidata alle cure di Maria Salviati moglie di Giovanni dalle Bande Nere.
Un ambasciatore Veneziano  scrive di lei: 
« Questa fanciulla è entrata nell'anno decimoterzo; è di natura assai vivace; mostra gentile spirito; è bene accostumata, e fu educata colle Monache nel monastero delle Murate in Fiorenza: donne di molto buon nome e santa vita. E' piccola di persona, scarna, e di viso non delicato; ha gli occhi grossi, propri  alla Casa de'Medici. »

Clemente VII

 Il 10 marzo del 1533 il Papa Clemente VII aveva concluso due matrimoni: quello di Caterina con Enrico di Valois e quello di Alessandro de’ Medici con Margherita figlia di Carlo V. 



 La sua dote doveva consistere in 100.000 scudi del Sole francesi; inoltre, come indennizzo  per i beni fondi dell’eredita di suo padre ai quali ella rinunziava, era aggiunta la somma di 3.000 scudi. 50.000 scudi dovevano essere sborsati subito a Marsiglia o a Lione; gli altri, metà dopo sei mesi, metà dopo un anno.
 L'eredità materna che era rimasta a Caterina in Francia, naturalmente, non aveva a che fare con questa pontificia dote. Il Papa chiese un prestito a Filippo Strozzi, che sborsò 80.000 scudi in cambio di un fermaglio di Benvenuto Cellini, che alla morte del Papa venne chiesto indietro da Pio III e Filippo Strozzi ci rimise parecchi denari.
Isabella D'Este

 Accompagnavano Caterina: Corredi, Mobili, Opere d’arte, Gioielli (le più grandi perle mai viste, poi donate alla nuora Maria Stuart), Oggetti di ogni genere. 
 All'approvvigionamento della biancheria e degli abiti la duchessa Salviati  impiegò Ie sarte più abili. 
 Fu lei a ordinare a Mantova, per tramite della marchesa Isabella d'Este, due corsetti, due gonne per i ricami dei quali mandava tre libbre d'oro, due libbre d'argento e due libbre di seta. 
 Si preoccupò anche di acquistare lenzuola di seta nera e di seta cremisi.

 I gioielli e le gemme regalati da Clemente VII costituivano un notevole  tesoro sia d'arte che di valore. Li conosciamo dall'elenco firmato da Francesco I quando l'inviato del papa, Filippo Strozzi, li ebbe consegnati al re: erano stimati in 27.900 scudi d'oro. 
 I più belli erano: 

  • una cintura d'oro, ornata con otto rubini balasci e diamanti;
  • un grosso diamante tagliato a tavoletta del valore di 6 500 scudi incastonato in un anello d'oro e smalto bianco, nero e nocciola;
  • una parure detta «tavola di smeraldo
    »
    , sorretta da tre anelli smaltati «a forma di punta di diamante» con una perla pendente « a forma di pera».

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