Il 29 febbraio 1712 in Svezia fu seguito, strano a dirsi, dal 30 febbraio!
Per capire come è successo, dobbiamo esaminare il contesto storico.
Prima del 18° secolo la Svezia aveva in adozione il calendario giuliano (nome che deriva da Giulio Cesare, che lo introdusse nel 46 a.C.). Tuttavia, questo calendario aveva un errore di 11 minuti e 14 secondi rispetto all'anno solare, il che significava che il calendario lentamente si discostava dalla realtà astronomica.
Nel 1699, la Svezia decise quindi di adottare a partire dal 1700 il calendario gregoriano (introdotto da papa Gregorio XIII nel 1582), che aveva un meccanismo di correzione per evitare lo scostamento dell'anno solare del calendario giuliano. Tuttavia, la transizione non fu facile, poiché richiedeva di saltare una decina di giorni dal calendario giuliano per allinearlo con il gregoriano.
In particolare, la Svezia decise di compiere il passaggio in modo graduale, eliminando tutti gli anni bisestili (con il 29 febbraio) dal 1700 al 1740.
Nel 1700 effettivamente la Svezia non inserì il 29 febbraio in calendario, ma la stessa cosa non accadde né nel 1704 né nel 1708. Perché? Perché nel frattempo era scoppiata la Grande Guerra del Nord contro l'impero russo (1700-1721) e la Svezia aveva cose più importanti a cui pensare.
Questo, però, rimise in discussione l'intera decisione di cambiare calendario e così, resosi conto della dimenticanza, nel 1712 il Re Carlo XII decise di tornare pienamente al vecchio calendario giuliano. Per fare questo era necessario recuperare il giorno perso nel 1700. Il 1712 era già un anno bisestile, con il 29 febbraio, e la decisione fu proprio quella di aggiungere anche il 30 febbraio.
Quando nel 1753 la Svezia decise definitivamente di passare al calendario gregoriano, effettuò stavolta il passaggio in modo diretto, forse ricordando gli errori di inizio secolo. Gli svedesi saltarono così dal 17 febbraio al 1 marzo.
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