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lunedì 7 agosto 2023

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 7 agosto.
Il 7 agosto 1819 Simon Bolivar sconfigge gli spagnoli nella celebre battaglia di Boyacà.
Simon Bolivar viene spesso chiamato "il George Washington del Sud America" per la parte avuta nella liberazione di cinque paesi sudamericani (Colombia, Venezuela, Ecuador, Perù e Bolivia) dalla dominazione spagnola. Pochi personaggi politici hanno avuto un ruolo importante come il suo, che ha cambiato la storia di un intero continente.
Nacque nel 1783 a Caracas, in Venezuela, da una famiglia aristocratica di origine spagnola. Rimase orfano all'età di nove anni, e durante il periodo della sua formazione fu fortemente influenzato dalle idee e dagli ideali dell'Illuminismo francese.
Tra le sue letture preferite, le opere di John Locke, Rousseau, Voltaire e Montesquieu.
Da giovane, visitò diversi paesi europei; a Roma, nel 1805, sull'Aventino, formulò il suo famoso voto: non avrebbe trovato requie finché la sua patria non fosse stata liberata dalla Spagna.
Nel 1808 Napoleone Bonaparte invase la Spagna e mise il fratello a capo del governo spagnolo: allontanando la famiglia reale dal potere politico effettivo, Napoleone fornì alle colonie del Sud America un'occasione d'oro per tentare di conquistare l'indipendenza politica.
In Venezuela, la rivoluzione contro la dominazione spagnola cominciò nel 1810, quando fu deposto il governatore.
La formale dichiarazione d'indipendenza risale al 1811, anno in cui Bolivar divenne ufficiale dell'esercito rivoluzionario.
L'anno successivo l'esercito spagnolo riguadagnò il controllo sul Venezuela: il leader della rivoluzione, Francisco Miranda, fu imprigionato, e Bolivar lasciò il paese.
Gli anni seguenti furono testimoni di una serie di guerre, nel corso delle quali a vittorie temporanee fecero seguito schiaccianti disfatte; ma il fermo proposito di Bolivar non venne mai meno.
La svolta si verificò nel 1819, quando guidò il suo piccolo esercito mal in arnese attraverso i fiumi, le pianure e gli alti passi andini allo scopo di attaccare le truppe spagnole in Colombia. Qui vinse la cruciale battaglia di Boyaca (7 agosto 1819), momento decisivo della lotta: il Venezuela fu liberato nel 1821, e l'Ecuador nel 1822.
Nel frattempo il patriota argentino José de San Martin aveva liberato Argentina e Cile dalla dominazione spagnola, e aveva intrapreso la liberazione del Perù.
I due liberatori si incontrarono a Guayaquil, in Ecuador, nell'estate del 1822, ma non riuscirono ad accordarsi per cooperare e coordinare i loro sforzi contro gli spagnoli.
San Martin non desiderava affatto essere coinvolto in una lotta per il potere con l'ambizioso Bolivar come avversario (cosa che avrebbe comunque fatto il gioco degli spagnoli), e decise di ritirarsi dal comando e dal Sud America in generale.
Nel 1824 gli uomini di Bolivar avevano ultimato la liberazione dell'odierno Perù, e nel 1825 le truppe spagnole che occupavano l'attuale Bolivia furono sbaragliate.
Negli anni seguenti Bolivar riportò minori successi: l'esempio degli Stati Uniti d'America lo aveva molto colpito, e si dedicò alla realizzazione di una federazione dei nuovi Stati sudamericani. In effetti, il Venezuela, la Colombia e l'Ecuador avevano già dato vita a una Repubblica della Grande Colombia, con Bolivar come presidente.
Sfortunatamente le tendenze centrifughe in Sud America erano molto più forti di quanto non fossero state nelle colonie del Nord America, e quando Bolivar convocò un congresso degli stati ispano-americani nel 1826, soltanto quattro risposero all'appello; invece di veder aumentare il numero dei propri Stati membri, la Repubblica della Grande Colombia si disgregò. Scoppiò la guerra civile, e nel 1828 ci fu un attentato contro lo stesso Bolivar.
La secessione del Venezuela e dell'Ecuador avvenne nel 1830 e Bolivar, rendendosi conto di rappresentare un ostacolo alla pace, si dimise nell'aprile del 1830. Quando morì, nel dicembre di quello stesso anno, era ormai un uomo scoraggiato, caduto in miseria, ed esiliato dal natio Venezuela.
Fu ovviamente un uomo dotato di grande ambizione che, spinto dalle vicende dei tempi, talvolta assunse poteri dittatoriali; tuttavia, quando si trovò a dover effettuare una scelta, subordinò sempre le sue ambizioni personali al benessere pubblico e agli ideali della democrazia, abbandonando ogni velleità di totalitarismo. Quando gli fu offerto un trono, lo rifiutò; senza dubbio era convinto che l'appellativo "El Libertador" (il liberatore) che gli era stato dato rappresentava un onore maggiore di qualsivoglia titolo regale.
Certamente Bolivar è stata la figura di maggior spicco nella liberazione del Sud America dal regime coloniale spagnolo. Contribuì a dare al movimento di liberazione il suo contenuto ideale scrivendo articoli, fondando un giornale, pronunciando discorsi, redigendo missive; instancabile nella raccolta di fondi per sostenere la lotta, fu anche il principale leader militare delle forze rivoluzionarie.
Sarebbe tuttavia un errore considerarlo un grande generale: gli eserciti da lui sconfitti non erano numerosi né ben capeggiati, e lo stesso Bolivar non aveva grandi doti di tattico o di stratega (la cosa non sorprende, dal momento che non aveva ricevuto alcun addestramento, militare).
Ma sopperì ad ogni sua carenza con l'indomabile coraggio di cui diede prova di fronte alle avversità; dopo ogni sconfitta ad opera degli spagnoli, quando chiunque altro avrebbe abbandonato la lotta, metteva insieme un nuovo esercito, e risolutamente proseguiva sul suo cammino.
Un paragone interessante è quello tra Bolivar e George Washington: entrambi ebbero sotto il loro comando eserciti poco numerosi e mal addestrati; i fondi scarseggiavano, e spesso era necessaria una figura carismatica che tenesse unite le truppe.
Diversamente da Washington, Bolivar liberò tutti i suoi schiavi mentre era in vita e, attraverso proclami e misure costituzionali, cercò di abolire la schiavitù nelle terre da lui liberate. Non sempre i suoi tentativi ebbero successo, e al momento della sua morte la schiavitù esisteva ancora.
Aveva una personalità complessa e affascinante: emozionante, audace e romantica. Era di bell'aspetto, e visse numerose storie d'amore.
Era un idealista lungimirante, ma era meno abile di Washington come amministratore, a detrimento dei territori da lui liberati.
D'altra parte, non si interessava affatto al denaro: era ricco quando cominciò ad occuparsi di politica, e povero quando si ritirò dalla scena pubblica.
Bolivar liberò un territorio considerevolmente più ampio di quello che costituiva il nucleo originale degli Stati Uniti; tuttavia è evidente che la sua importanza è stata inferiore a quella di Washington, non fosse altro perché gli Stati Uniti hanno avuto nella storia un ruolo più importante di quello delle nazioni da lui liberate.

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