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Il 21 luglio 356 a.C. il tempio di Artemide ad Efeso, una delle sette meraviglie del mondo antico, viene distrutto.
L'Antica Grecia fu abitata dal 2000 a.C. da nomadi provenienti dalla Russia meridionale, che vi giunsero progressivamente fino al 1150 a.C. circa, chiamati Achei. Essi verso il 1450 a.C. occuparono Creta ed i loro mercanti presero il posto di quelli cretesi in tutto il Mar Egeo ed anche nelle isole di Rodi e di Cipro. Dopo il 1150 a.C. i Dori, anch'essi provenienti da nord, invasero brutalmente la Grecia, e molti dei suoi abitanti fuggirono, andando a fondare colonie in Asia Minore, a loro molto note per averci commerciato negli ultimi secoli, formando così la Grecia d'Asia. Tali colonie furono città libere, completamente indipendenti dalla madrepatria, annoverando tra l'altro un padre della matematica come Pitagora. Tra i suoi grandi centri possiamo senz'altro includere Efeso, situata a nord di Mileto (che le sarà superiore nel commercio). Efeso, nella bassa valle del Caistro, sorgeva nel punto d'incontro delle strade che conducono verso la Lidia e la Mesopotamia, ed è da questa posizione strategica che ne derivò la floridezza. Con il tempo i luoghi dove sorgeva sono mutati, ed alluvioni torrenziali hanno oggi spostato la riva del mare a sei chilometri da dove era situato il porto. Celebre fu il suo teatro (delle opere teatrali la Grecia fu la culla), ma ancor più famoso fu il tempio dedicato ad Artemide, dea che i Romani identificheranno con il nome di Diana. La costruzione del tempio iniziò nel VI secolo a.C., in un periodo in cui le città greche dell'Asia Minore erano cadute sotto il dominio di Creso, re della Lidia, e la sua realizzazione fu lunghissima, richiedendo il contributo di più generazioni e proseguendo, quindi, anche dopo che la Lidia fu annessa da Ciro all'Impero Persiano. Nel tempio, in posizione centrale, si poteva ammirare la statua di Artemide, raffigurata come una dea dalle molte mammelle. L'annoverazione del tempio di Artemide fra le sette meraviglie del mondo è frutto della stupenda architettura e delle dimensioni eccezionali del suo complesso. L'edificio più importante e più antico, fu costruito per ordine di Creso circa a metà del VII secolo, di questo abbiamo quale testimonianza delle iscrizioni in caratteri Lidi e greci che si trovavano sulle colonne del tempio.
I lavori furono diretti dall'architetto Chersifrone. La fama del tempio nella antichità era dovuta al diritto di asilo che questo elargiva e crebbe molto per i racconti legati a personaggi illustri e alla vita religiosa della città. Fin dai tempi più remoti il denaro necessario al sostentamento del tempio veniva procurato dai pellegrini, dai mercanti che affollavano la struttura e dai sacerdoti che vendevano le carni usate per i sacrifici. Si ritiene che nel VII secolo il santuario consistesse in una struttura simile ad un altare che cambiò varie volte e di due altri monumenti: l'Hekatompedon, così detto perché misurava 100 piedi e l'altare a rampa. Tutto ciò fu ricoperto con la costruzione del tempio e quella del cortile dell'altare. Il tempio aveva otto colonne sulla facciata e pare nove sul retro, non doveva essere ipetro (ossia a cielo aperto nella zona centrale, come il Didymaion presso Mileto), sebbene alcuni studiosi sostengono che il tempio fosse aperto alla pioggia, perché nella zona della cella fu trovato un tubo che serviva per eliminare l'acqua. L'accesso alla terrazza alta del santuario avveniva per mezzo di scalini di marmo costruiti attorno all'edificio come una gigantesca cornice. Il basamento era largo 7,85 m e lungo 131 m. Plinio scrive che le colonne erano alte 20 m, snelle ed elegantemente scanalate (stile ionico), dei bellissimi capitelli sostenevano le travi tanto grosse da far sorgere una leggenda la quale narra di un intervento della dea stessa per aiutare l'architetto ad erigerle, questi infatti demoralizzato dall'enorme difficoltà dell'impresa tentava il suicidio.
Il fregio non aveva figure ma solo una grossa dentellatura sulla cima più alta che sorreggeva il timpano. Quest'ultimo aveva tre aperture o finestre: quella centrale fornita di sportelli e al suo fianco si ergevano due statue di amazzoni. Plinio parla nel complesso di 127 colonne. La cella si trovava esattamente al centro dell'edificio. Non siamo certi del fatto che la statua della dea dominasse la cella, ma possiamo dedurre come la grandezza della statua fosse quella delle copie di epoca romana. La strana statua delle molte mammelle dell'Artemide Efesia rappresenta una dea madre.
Gli elementi decorativi di figure di animali come cervi, leoni, grifoni, sfingi, sirene e api sono originari dell'Est. Le statue avevano una rilevante importanza in questo complesso, infatti di tutte le gare svoltesi fra i greci, quelle di scultura che si tennero nel V secolo per adornare il tempio risultarono uniche. Gli scultori delle statue di bronzo delle amazzoni, (qui però mostrate non in atteggiamento guerresco, ma di supplici che implorano rifugio nel tempio), furono invitati ad esporle in pubblico e le quattro giudicate migliori (quelle di Fidia, Policleto, Cresila e Fradmone) furono scelte per decorare il tempio. La celebrazione della pace di Callia del 450 a.C. fu l'occasione per questo avvenimento. Il tempio fu distrutto il 21 luglio del 356 a.C. da un certo Erostato, che lo incendiò col pretesto che con tale gesto, il proprio nome sarebbe rimasto negli annali della storia. Nella sezione più bassa degli scavi, in quello che è chiamato "deposito della fondazione", databile intorno al 600 a.C., furono rinvenute statuette d'oro, di legno, d'avorio, d'argilla, ed alcune erano raffigurazioni di Artemide come dea cacciatrice con l'arco o dea dell'Ade con una torcia.
Queste statue mostrano un miscuglio di forme orientali, lidie, persiane, ittite ed egizie. Una parte importante per la ricostruzione del tempio è costituita dalle monete che recano la sua immagine, nelle fondamenta del tempio sono state rinvenute 87 delle più antiche monete conosciute. Per ricostruire la facciata del santuario si utilizzò una sola moneta e non ci si rese conto che sulla moneta era stata operata una sintesi del numero esatto delle colonne (8), come risulta da altre monete. Dopo la distruzione da parte dei Goti, avvenuta nel 262 d.C., si era tentato di ricostruire il tempio che nel periodo classico poteva essere considerato l'espressione dell'immortalità della Grecia Ionica. L'uso dell'edificio nel IV secolo era mal tollerato dalla religione cristiana, e per questo fu completamente distrutto da S. Giovanni Crisostomo. Si narra che la gente continuasse ancora ad adorare le pietre sottratte all'area sacra, la primissima e più venerata era la pietra caduta dal cielo, probabilmente un meteorite.
Il sito del tempio fu riscoperto nel 1869 da una spedizione finanziata dal British Museum, assieme a numerosi reperti e sculture provenienti dal tempio ricostruito, anche se oggi la perduta meraviglia del mondo non è più visibile.
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