Buongiorno, oggi è il 26 giugno.
Il 26 giugno 1870 viene portata in scena per la prima volta "La Valchiria" di Wagner, secondo episodio della imponente tetralogia dell'anello del Nibelungo.
Nella mitologia scandinava le Valchirie erano le nove figlie che Wotan (Odino), il più antico e grande degli dèi, il creatore del mondo e di tutte le cose, aveva avuto da Erda, la dea della Terra.
Wotan era il signore della sapienza, conoscitore delle cose antiche e profonde, della magia e delle arti, che in seguito gli uomini appresero da lui. Egli non solo conosceva i misteri dei Nove mondi e l’ordine delle loro stirpi, ma anche il destino degli uomini e il fato stesso dell’universo.
Wotan era anche Sigrföðr ("padre della vittoria"), perché decideva nelle battaglie a chi dovesse andare la vittoria, e Valföðr, ("padre dei caduti"), perché erano suoi figli adottivi tutti coloro che cadevano in battaglia. Con questi due nomi egli distribuiva in battaglia la vittoria e la morte, entrambi doni graditi ai guerrieri.
Le Valchirie, anch’esse divinità, avevano il compito di scegliere i più eroici tra i caduti e portarli nel Valhalla, dove venivano accolti dallo stesso Wotan e preparati a quella che sarà l’ultima battaglia alla fine del mondo, accanto agli dei, contro le forze del caos.
Esse vengono spesso rappresentate come aitanti fanciulle dai lunghi capelli biondi, armate sopra cavalli alati, con elmo e lancia; in realtà la leggenda vuole che le loro cavalcature fossero i branchi di lupi che giravano tra i cadaveri dei guerrieri morti in battaglia, e che le Valchirie stesse apparissero simili ai corvi che volavano sopra i campi di battaglia. Secondo tale visione fantastica, i branchi di lupi e i corvi che spazzavano un campo dopo una battaglia rappresentavano il mezzo per scegliere i corpi degli eroi caduti combattendo.
Richard Wagner, nel corso di 26 anni (dal 1848 al 1874) compose la musica e scrisse il libretto de L’anello del Nibelungo, una tetralogia di quattro drammi musicali che costituiscono un continuum narrativo che si svolge nell’arco di un prologo e tre "giornate":
· L’oro del Reno (prologo)
· La Valchiria (prima giornata)
· Sigfrido (seconda giornata)
· Il crepuscolo degli dei (terza giornata)
Essa costituisce una delle più sterminate creazioni della storia dell’arte (15 ore di musica), e con tale opera Wagner inaugurò la sua nuova concezione drammatico-musicale, al punto che la Tetralogia può definirsi qualcosa di assolutamente nuovo.
La Cavalcata delle Valchirie (“Walkürenritt” o “Ritt der Walküren”) è il nome con cui è conosciuto il preludio del terzo atto de La Valchiria.
La scena rappresenta le Valchirie che si sono riunite assieme sui loro cavalli alati per cavalcare verso il Valhalla, ridendo allegramente e chiamandosi continuamente tra loro. Del tutto soggiogate alla volontà paterna, muteranno le loro risa in spavento quando vedranno la loro sorella maggiore Brunhilde, la figlia prediletta di Wotan, accorrere precipitosamente verso di loro, dopo aver disubbidito alla volontà del padre.
L’opera La Valchiria si distingue musicalmente nella sua totalità in quanto si effonde in un canto amoroso in un sinfonismo pieno ed appassionato.
Wagner compose quest’opera nel suo esilio a Zurigo (aveva attivamente partecipato ai moti di Dresda e perciò venne esiliato dalla Germania); egli disse che i grandi miti di quest’opera acquistarono luce e potenza dalla visione delle grandi montagne svizzere imbiancate di neve, dei panorami intatti, delle acque lacustri terse. Sono perciò sempre presenti quadri dalla natura incontaminata, popolati da creature che sembrano emergere appena con la loro coscienza dagli elementi naturali in cui vivono. E’ così che va intesa la Cavalcata, una potente pagina musicale, dal ritmo travolgente e coinvolgente, che risuona intorno agli infiniti spazi celesti.
La bozza di questo brano risale al 1854 ma l’arrangiamento orchestrale fu terminato solo nel 1856. La sua prima rappresentazione fu eseguita nel 1870 nonostante il diniego dell’autore; addirittura lo spartito fu pubblicato e venduto a Lipsia contro la sua volontà, cosa che lo obbligò a scrivere numerose lettere di protesta contro la grande casa produttrice musicale Schott. Il tema della cavalcata si distingue particolarmente per i suoi riferimenti nella cultura popolare, ma soprattutto viene abbinata a tutto ciò che è attinente all’arte della guerra.
E’ noto che venisse passata tra le radio ad onde corte dei soldati tedeschi che pilotavano i carri armati prima degli assalti; venne utilizzata anche come colonna sonora di numerosissimi documentari di guerra di produzione tedesca (Die Deutsche Wochenschau, fu una serie ricca di cronache e testimonianze di guerra raccolte sul campo).
E’ d’obbligo a queste aggiungere anche la sequenza dell’attacco aereo da Apocalypse Now, il film di Francis Ford Coppola del 1979 sulla guerra in Vietnam, nella scena in cui uno squadrone di elicotteri inserisce il brano mentre attacca un villaggio vietnamita per attuare una guerra psicologica.
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