#Frasi #DalLibro:La Cripta dei Cappuccini di Joseph Roth
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La variopinta allegrezza della città capitale e
residenza imperiale si nutriva molto chiaramente - mio padre l'aveva
detto tante volte - del tragico amore dei paesi della Corona per
l'Austria: tragico, perché eternamente non ricambiato. Gli
zigani della puszta, gli huculi subcarpatici, i vetturini ebrei della
Galizia, i miei parenti stessi, i caldarrostai sloveni di Sipolje, i
piantatori di tabacco svevi della Bàcska, gli allevatori di cavalli
della steppa, i sibersna osmanici, quelli della Bosnia-Erzegovina, i
mercanti di cavalli della Hanà in Moravia, i tessitori dei Monti
Metalliferi, i mugnai e i mercanti di corallo della Podolia, tutti
costoro erano i munifici sostentatori dell'Austria; quanto più poveri,
tanto più munifici. Tanta pena c'era voluta, tanto dolore,
spontaneamente offerti quasi fosse cosa naturale, perché il centro della
monarchia avesse fama nel mondo di patria del bel garbo, della letizia,
della genialità. La grazia di cui godevamo cresceva e fioriva, ma il
suo terreno era ingrassato dal dolore e dal lutto.
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