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venerdì 28 dicembre 2012

Microviaggio a #Barcellona: #Figueres e il Museo #Dalì

Confesso subito la mia ignoranza in fatto di arte, vivo in una città provinciale che da 500 anni gode di una fama che si basa proprio sui grandi capolavori artistici voluti da una  famiglia di viaggiatori e mercanti che per celebrare se stessi hanno usato il mecenatismo.
Quindi sono immersa dalla mattina alla sera nel bello classico, lineare, pulito ed essenziale. Detto questo mi sono avvicinata con grande curiosità al museo Dalì perchè molte delle sue pitture ammirate nei musei di Parigi, Berlino e Amsterdam mi sono rimaste nel cuore.



Dalì scelse questo teatro distrutto dalla guerra e da lui ricostruito per farne il suo museo. Durante tutta la visita resta la sensazione di stare in uno strano  teatro con sipari e siparietti che si aprono ovunque. 

La sala del teatro coperta da un geoide in vetro presenta un tendone rosso sotto il quale campeggia un grande affresco e

ai lati una serie di altre inserzioni tra cui una rivisitazione del particolare delle mani del Giudizio Universale e sculture e altro ancora in tutti quegli anfratti che prima permettevano i cambi di scenografia. 
(i sacchi che facevano da contrappeso alle scene)





La parte centrale a cielo aperto presenta una Cadillac con una donnona di due metri dalle forme assai rotonde al posto del piccolo simbolo utilizzato da Jaguar, Rolls Royce e altri. Alla donna sono appese due catenoni che arrivano ad una nave situata a una quindicina di metri di altezza su un piedistallo che emerge da una pila di pneumatici.


 



Al primo piano un altro ingresso inquietante una porta a forma di bocca di donna con al posto del naso un bambolotto senza testa rovesciato, al posto degli occhi una serie di parrucche che circondano una sagoma a mandorla dentro la quale si trova la testa di un bambolotto.



Nella tromba delle scale a ricordare il teatro le maschere appese lunghe figure mascherate una in fila all'altra fino a terra.

In quello che forse poteva essere il foyer un affresco dove si vedono piedi di uomo e donna e sulla parte esterna la decadenza dell'uomo ben espresso con scheletri e sostegni di vario genere posti a puntello di una virilità svanita che qui non riporto. 









Tra le stanze che suscitano curiosità quella dedicata ad uno strano divano, due quadri e una cornice fatta da materiale simil stoppa che dal basso non dice molto ma che salendo sulla scaletta e attraverso una lenta ricreano l'immagine di un volto femminile




 Sempre nella stessa stanza buia, dietro la parete sulla quale sono affissi i due quadri degli occhi e il naso, si intravedono due  piccoli opercoli di varia dimensione dai quali è possibile ammirare un gioco di specchi



Nell'accesso a quelli che dovevano essere i palchi molte opere 























Si conclude la visita con il passaggio nella sezione dei gioielli  


















In questo Museo, a celebrare nel tempo la sua fama e la sua follia è sepolto Salvador Dalì i Domenech (1904-1989).






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