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domenica 1 dicembre 2019

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il primo dicembre.
Il primo dicembre 1913 Henry Ford introduce la catena di montaggio nei suoi stabilimenti per la produzione di automobili.
La catena di montaggio nasce tra Ottocento e Novecento, quando l’ingegnere Frederick Taylor mette a punto il suo sistema di organizzazione scientifica del lavoro. Il processo produttivo viene scomposto in parti semplici e ogni operaio ne compie una. Il lavoro si squalifica, ma la produttività cresce in modo impressionante.
Essa è generalmente costituita da un nastro trasportatore, che scorre portando con sé le diverse parti da assemblare per ottenere il prodotto finito. Ogni operaio può così montare un unico pezzo alla volta, tramite movimenti ripetitivi e meccanici, con un notevole risparmio dei tempi di produzione, ma anche con una rigida divisione dei compiti che affida a ciascun addetto un’unica mansione specifica da ripetere ininterrottamente.
La catena di montaggio venne perfezionata e utilizzata per la prima volta nel 1913 nella fabbrica automobilistica dell’americano Henry Ford, riducendo i tempi necessari a produrre una singola autovettura da 12 ore ad un’ora sola.
Sull’esempio delle industrie Ford questo sistema di produzione seriale si diffuse velocemente in tutti i maggiori impianti industriali dell’epoca. La nuova tecnica, conosciuta anche con il termine di fordismo, divenne uno dei pilastri fondamentali dell’economia del XX secolo e rivoluzionò l’organizzazione della produzione a livello globale con l’avvio dei consumi di massa, grazie alla standardizzazione dei prodotti e la riduzione dei costi e prezzi.
La catena di montaggio fu però subito anche criticata da coloro che ritenevano che questo sistema di lavoro, altamente ripetitivo e meccanico, provocasse alienazione della psiche, e disturbi motori negli operai costretti a gesti ripetitivi, in rapida successione e privi di contenuto professionale. Le problematiche connesse all’utilizzo delle catene di montaggio furono rese celebri dal famosissimo film di Charlie Chaplin, Tempi moderni, che descrive in maniera molto efficace gli effetti stressanti ed alienanti che tale metodo produceva negli operai addetti.
Nei moderni impianti industriali tali problemi sono stati ormai superati con l’automazione delle catene di montaggio, cioè affidando le mansioni più pericolose e ripetitive a robot industriali e riducendo così notevolmente gli effetti negativi sugli uomini legati alla produzione in serie.

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