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lunedì 30 settembre 2019

#Almanacco quotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 30 settembre.
Il 30 settembre 1924 nasce Truman Capote.
Giornalista, scrittore, dialoghista, sceneggiatore, drammaturgo, attore: rinchiudere in una sola definizione Truman Capote è praticamente impossibile. Nato il 30 settembre del 1924 a New Orleans, Truman (il cui vero nome è Truman Streckfus Persons) cresce in Alabama, a Monroeville, accudito dai parenti che lo hanno preso in cura dopo il divorzio dei genitori: la madre, scostante e turbolenta, alle prese con numerosi amanti, gli fa visita solo occasionalmente, mentre il padre, sprovveduto e squattrinato, ricomparirà solo quando Capote sarà ricco e famoso.
L'infanzia del piccolo Truman, dunque, è poco felice, e l'unico affetto che lo consola è quello di Harper Lee, sua amica del cuore, che diventerà a sua volta celebre come scrittrice grazie al libro vincitore del Premio Pulitzer "Il buio oltre la siepe" (titolo originale: "To kill a mockingbird"), dove appare anche Truman, nei panni del piccolo Dill.
Anche durante l'adolescenza la vita per Truman non è semplice: a scuola viene preso in giro per i suoi modi effemminati, e trova l'unico sollievo nell'insegnante di inglese del college, unica che sa apprezzare la sua sterminata fantasia, alimentata dalla sua passione per la lettura. Dopo la scuola Truman si trasferisce a New York, dove assume il cognome di Joe Capote, suo patrigno; pur di entrare in contatto con il mondo del giornalismo, il ragazzo trova lavoro come fattorino presso il "New Yorker", celebre rivista letteraria, dal quale però viene licenziato dopo essersi spacciato come inviato in occasione di un convegno letterario.
Nel frattempo, alcuni suoi racconti vengono pubblicati sull'"Harper's Bazaar" e sul "Southern Gothic Novelist". Un successo inaspettato arriva con "Miriam", edito da una rivista femminile, che gli apre le porte dei salotti mondani della Grande Mela. Truman Capote, personaggio dandy e profondo intellettuale, ben presto diventa amico di Ronald Reagan, Tennessee Williams, Jackie Kennedy, Andy Warhol e Humphrey Bogart: è l'inizio di una vita segnata dagli eccessi, aggravata da un carattere difficile e dall'ostentazione della propria omosessualità.
Truman Capote in pochi anni diventa uno scrittore conosciuto in tutto il Paese: dopo "Altre voci, altre stanze", del 1948, è la volta di "Colazione da Tiffany" e del musical "House of flowers", del quale compone sceneggiatura e parole dei brani musicali. Nel 1966 sul "New Yorker" esce a puntate "A sangue freddo", la sua opera più famosa, realizzata dopo un lavoro di indagine durato sei anni.
Poco dopo, però, inizia già la parabola discendente di Capote, che con il romanzo "Preghiere esaudite", peraltro mai completato, prova a condensare tutte le osservazioni derivanti dal suo incontro con il jet set. Pensato come un libro di carattere proustiano, una sorta di ritratto del nulla delle vicende che coinvolgono i divi della Grande Mela, "Preghiere esaudite" fa perdere a Capote tutte le sue amicizie.
Droga e alcol sono sempre più protagonisti della vita dello scrittore, che veste i panni di un moderno Oscar Wilde, dall'esistenza distruttiva ed estetizzante. Il novello Thomas Chatterton, come è stato ribattezzato da James Michener, passa l'ultima parte della sua vita con uomini che mirano unicamente al suo denaro, disinteressandosi di lui. Truman sviluppa, inoltre, una forma pesante di epilessia, dovuta all'abuso di sonniferi. Le sue condizioni di salute peggiorano sempre di più, anche a causa della dipendenza dall'alcol: lasciato dal suo compagno, dal bel mondo che lo aveva osannato e dai divi che rinnegano la sua amicizia, Capote passa intere settimane a bere e a dormire, sul letto di casa propria o in un ospedale di New York.
Due tentativi di disintossicazione non vanno a buon fine, e così, all'età di 59 anni, Truman Capote muore il 25 agosto del 1984 a causa di una cirrosi epatica mentre si trova a Bel Air, Los Angeles, ospite di una delle poche persone amiche che non lo hanno mai lasciato, Joanne Carson.
Tra le altre opere della carriera di Truman Capote, vale la pena di citare la realizzazione dei dialoghi inglesi di "Stazione Termini", film del 1953 di Vittorio De Sica, e le sceneggiature di "Il tesoro dell'Africa", "Laura" e "Suspense". L'artista si è anche cimentato come attore prendendo parte al tredicesimo episodio della prima stagione di "ABC Stage 67", a "The Thanksgiving visitor" e a "Invito a cena con delitto". Maledetto, deluso e deludente, artisticamente creativo e profondamente geniale, vittima dell'alcol, della droga, di se stesso e della propria ingenuità, Truman Capote ha rappresentato una delle personalità più controverse degli anni Sessanta e Settanta, non solo in America ma anche nel resto del mondo.

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