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martedì 14 luglio 2020

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 14 luglio.
Il 14 luglio 1811 Amedeo Avogadro pubblica i suoi studi sul contenuto molecolare dei gas e sulla sua famosa legge: Volumi uguali di gas diversi, a parità di pressione e temperatura, contengono lo stesso numero di molecole; il volume è di circa 22,4 litri, in condizioni normali di pressione e temperatura e il numero di molecole si chiama numero di Avogadro, appunto (circa 6,022 per 10 elevato alla 23) e che corrisponde a una quantità di materia di una mole.
Quando nel 1808 Gay Lussac (1778-1850) enunciò le leggi di combinazione degli elementi allo stato gassoso, Avogadro mise in relazione queste con l’ipotesi atomica di John Dalton (1766-1844) apparsa nel New System of Chemical Philosophy (1808). Indubbiamente gli anni compresi tra il 1800 e il 1811 furono straordinariamente fecondi per la chimica e la scienza in genere. I progressi, in quel periodo, si poterono realizzare grazie anche all’opera del Lavoisier (1743-1794), che negli ultimi anni del settecento aveva perfezionato e completato i suoi studi sulla combinazione degli elementi allo stato solido, sulla combustione e la conservazione della massa nelle reazioni chimiche. Ma la teoria di Dalton degli atomi indivisibili non poteva accordarsi con i risultati di Gay-Lussac. I rapporti semplici dei volumi di combinazione non si spiegavano se si ammetteva che gli elementi gassosi potessero essere solo allo stato atomico. D’altronde, la teoria del chimico inglese aveva trovato in Jons Jacob Berzelius (1779-1848), un tenace sostenitore. In una pubblicazione del 1812, Berzelius, ispirandosi agli studi di A. Volta, affermò che non potevano esistere molecole di elementi gassosi, come l’idrogeno o l’ossigeno o l’azoto in quanto gli atomi si aggregavano seguendo le leggi dell’elettrostatica comportandosi, alcuni da positivi, ed altri da negativi. La tenace opposizione alla teoria atomica del chimico svedese Berzelius, il quale godeva di indiscussa autorità presso la comunità scientifica internazionale, fu la principale causa della “congiura del silenzio” perpetrata ai danni di Amedeo Avogadro. La verifica sperimentale della legge di Avogadro fu ottenuta infatti solo nel 1858 grazie a Cannizzaro, tramite la misura del peso dei gas stessi, per ricavare i rispettivi pesi molecolari. Inoltre nella storia della scienza, “il caso Avogadro” rappresenta un esempio eclatante di come un lavoro scientifico estremamente importante, non sia riconosciuto tale, anzi osteggiato e poi dimenticato per un lungo periodo. Fino al 1901 in Italia nessun libro, o pubblicazione di chimica e di fisica citava la comunicazione scientifica del 1811 del chimico torinese. Questa grave omissione assume un particolare significato negativo per la scienza italiana , se si pensa che la memoria di Avogadro era già stata tradotta in inglese e in francese.


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