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AUGUSTA PRAETORIA
Già abitata in tempi protostorici da una popolazione di cultura
megalitica, fu insediamento della tribù Celto-Ligure dei Salassi.
Secondo una leggenda nell'anno 1158 a.C. venne fondata la città di
Cordelia da Cordelo, capostipite dei Salassi, discendente di Saturno e
compagno di spedizione di Ercole. Uniche testimonianze della presenza
dei Salassi sono una necropoli e un'area di culto risalente al III
millennio nella zona dell'attuale quartiere di Saint-Martin-de-Corléans
oltre ad alcune tombe megalitiche.Alla fine della Seconda guerra punica,
dopo la vittoria di Scipione l'Africano su Annibale nel 202 a.C., Roma
rivolse la sua attenzione verso le Alpi, dove i Galli alleati dei
Cartaginesi continuavano a costituire una notevole minaccia; la funzione
di un accampamento posto in questa valle era principalmente strategica.
Era essenziale consolidare il dominio di Roma sulla Pianura Padana e
sui territori prealpini, utilizzando le Alpi come baluardo naturale
contro le invasioni barbariche; per questo nacque allo sbocco delle
valli alpine un sistema di città fortificate che controllavano gli
accessi alle fertili terre della Pianura Padana.Ma dal I secolo a.C. la
progressiva conquista della Gallia modificò l'importanza strategica dei
valichi del Piccolo e del Gran San Bernardo ponendo il problema del
controllo della valle abitata a quel tempo da una popolazione, i
Salassi, ostacolo al passaggio dei soldati e dei mercanti lungo la Via
delle Gallie. Dopo una serie di spedizioni militari e di trattati
dall'incerto esito nel 25 a.C. Cesare Augusto inviò contro i Salassi il
futuro console Aulo Terenzio Varrone Murena a capo di un esercito
consistente, ed alla fine, sconfitti, i Salassi vennero probabilmente
sterminati o ridotti in schiavitù.Costruita in breve tempo su modello
dell'accampamento militare romano, Augusta Prætoria Salassorum nacque
all'incrocio delle vie del Grande (Mons Jovis o Summus Pœninus) e
Piccolo San Bernardo (Columna Jovis o Alpis Graia) presso la confluenza
dei fiumi Dora Baltea e Buthier. Un'imponente cinta muraria proteggeva
il territorio, mentre quattro porte davano accesso alla città costruita
sul modello ortogonale cardo-decumanico. La via centrale Decumanus
Maximus (l'attuale Via Porta Prætoria, Via Jean-Baptiste de Tillier e
Via Édouard Aubert), allora larga nove metri, era la prosecuzione
naturale della Via consolare delle Gallie che da Milano arrivava fino al
Piccolo San Bernardo. L'accesso alla città era comunque assicurato da
un ponte sul Buthier, di cui oggi è visibile solo un'arcata poco
distante dal letto del torrente, deviato a causa di un'inondazione.
All'interno delle mura sorgevano i quartieri residenziali, il teatro, le
terme, il foro e l'anfiteatro, mentre a sud si stendevano i quartieri
popolari divisi secondo un modello classico a scacchiera.Ancora molto
controverso è il problema sul popolamento della città prima e dopo la
conquista romana. Un incerto documento accenna a 3.000 pretoriani, ed
alla convivenza con i Salassi sopravvissuti, in contrasto con un
anfiteatro progettato per una città di trenta/quarantamila abitanti.
Un'iscrizione risalente al 23 a.C. sembrerebbe smentire le affermazioni
degli storici antichi tra cui Strabone, riguardo alle deportazioni in
massa dei Salassi e alle loro vendita come schiavi a Ivrea. Inoltre il
linguaggio giuridico al tempo dei romani incolae indicava gli abitanti
di una colonia in possesso di diritti inferiori a quella dei cives. Tali
indizi lasciano supporre che la popolazione salassa si sia integrata
con i nuovi conquistatori, così come lasciano supporre numerose
iscrizioni funerarie nelle quali appaiono nomi salassi associati ad
altri romani, i cui figli nati da matrimoni misti portavano sempre nomi
latini. In epoca romana ebbe una grande importanza strategica e militare
grazie al controllo esercitato sui due passi del Piccolo e del Gran san
Bernardo. Aosta iniziò, fin dal I secolo, ad avere connotazioni
inequivocabilmente urbane e monumentali, imponendosi come uno dei più
ricchi e popolosi centri abitati dell'Italia Settentrionale.I lasciti
dell'architettura di epoca romana: l'Arco di' Augusto, la Porta Prætoria
e le porte romane di Aosta, il Teatro romano di Aosta, l'Anfiteatro
romano di Aosta, la Cinta muraria e le torri, il Criptoportico forense,
il Ponte romano sul Buthier, la Villa romana della Consolata, l'Area
funeraria fuori Porta Decumana di Aosta.
di Donatella Farina
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