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mercoledì 23 ottobre 2019

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 23 ottobre.
Il 23 ottobre 1958 nascono i Puffi.
E’ stata tuta colpa di una striscia, “John & Solfami”, una serie a fumetti creata dal disegnatore belga Pejo (all’anagrafe Pierre Culliford, 1928-1992). Nella striscia pubblicata il 23 ottobre 1958, i due simpatici protagonisti incontrano una strana popolazione di piccoli esseri dalla pelle blu: sono i Puffi. Il grande pubblico inizia ad accorgersi di loro nel 1965 mentre va in onda un film d’animazione interamente dedicato a questa simpatica popolazione dello schermo: Le avventure dei Puffi. Tuttavia, il successo planetario arriva soltanto nel 1981 quando sbuca dal piccolo schermo la serie animata prodotta dalla premiata ditta Hanna-Barbera. E’ il tempo della puff-mania, in una centrifuga di gadget, pupazzi, fumetti che invadono anche l’Italia per la gioia dei teenager.
Le strane e buffe creature dalla pelle blu vivono in una foresta, collocata probabilmente al confine franco-belga, indossano un cappellone e pantalone bianco, abitano in case a forma di fungo, e si nutrono di puffbacche. Il capo del villaggio è il saggio Grande Puffo (pare che all’anagrafe abbia 542 anni!), che deve guidare tutto il villaggio per difendersi dalle malefatte dell’arcigno Gargamella e della sua gatta Birba, desiderosi di mangiare i deliziosi omini blu. Questi due ultimi personaggi sono ispirati a due anti-eroi delle pagine letterarie dello scrittore francese Rabelais.  L’organizzazione economica di Pufflandia è stata accostata da molti al modello comunista sovietico. Pertanto, sono in molti a sostenere che il cartone animato nasconda in filigrana un messaggio di rivolta contro il sistema capitalista. Per non parlare di coloro che vedono tra i Puffi riferimenti alla massoneria: e se i 99 puffi fossero davvero la rappresentazione dei 99 saggi della Nuova Atlantide di Francesco Bacone?
Concentrandosi sui singoli  personaggi, c’è da dire che nel villaggio dei Puffi c’è una sola donna: si chiama Puffetta e ha i capelli biondi. Questo personaggio misterioso (all’inizio una spia di Gargamella) che con il suo sexy-appeal si presenta come una ragazza dai facili costumi, resta un interrogativo sulla riproduzione degli omini blu: come si riproducono i Puffi? In questa comunità “patriarcale” e “maschilista”, ha il ruolo di compagna o madre? A parte il Grande Puffo (doppiato dal grande attore Elio Pandolfi), che è al timone della comunità ed è l’incarnazione della saggezza, il pubblico si sofferma costantemente su alcuni di loro: Quattrocchi, polemico e contestatore; Vanitoso, tra i primi personaggi di un cartoon ad avere tendenze omosessuali esplicite; Forzuto, il forte che tiene controllo tutto; Pittore, che con il suo estro artistico difende la poesia dell’arte; Baby Puffo, il bambino della comunità; Golosone, che non sa resistere a nessun peccato di gola; Brontolone, che tramuta il suo brontolare in uno stile di vita; Burlone, che passa il tempo a progettare invenzioni per prendersi gioco degli altri.
Lasciamo da parte queste interpretazioni o letture puramente ideologiche, che rischiano di far perdere il valore artistico alla fantasia dell’autore. Gli omini blu conquistano i piccoli telespettatori italiani nell’ora serale dal 1982 su Italia 1: 256 episodi della durata di 24 minuti ciascuno, con i disegni di Ohrio Otsuki e le sigle cantate da Cristina D’Avena, che sfondano le Hit Parade dei piccoli telespettatori. Ci hanno accompagnato per dieci serie, che hanno permesso al Grande Puffo e il suo villaggio di dominare la scena dei cartoon degli anni ottanta. Chi si lascia avvolgere ancora dal mantello della fantasia, sa che non è una follia l’ipotesi di rincontrarli, magari in una zolla di verde non distante da casa nostra.

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