Buongiorno, oggi è il 6 marzo.
Il 6 marzo 1860 muore a Torino Palagio Pelagi.
Pelagio Palagi nacque a Bologna nel 1775, dove visse fino all'età di trent'anni. Giovanissimo, fu "adottato" ed educato, soprattutto in materia artistica, dal conte Carlo Filippo Aldrovandi. Studiò pittura e frequentò l'Accademia Clementina fra il 1798 e il 1799.
Tra il 1802 e il 1804 realizzò alcuni importanti monumenti funerari della Certosa, mostrando gusto scenografico e fondendo la tradizione prospettica bolognese con citazioni neoclassiche dall'antico. Dal 1806 al 1815 si stabilì a Roma, dove conobbe i più famosi pittori e scultori del tempo, come Francesco Hayez e Antonio Canova e aderì al movimento neoclassico. Lavorò all'esecuzione delle decorazioni di palazzo Torlonia in piazza Venezia e nel cantiere napoleonico del Quirinale. Nel 1815 si trasferì a Milano, dove, frequentando l'ambiente dell'Accademia di Brera, ritrovò Hayez che lo introdusse al nuovo gusto romantico.
Nel 1832 fu chiamato a Torino da Carlo Alberto di Savoia come artista di corte: qui dipinse e progettò mobili e arredi per le residenze sabaude e partecipò alla ristrutturazione e decorazione del castello di Pollenzo e della residenza di Racconigi; sua è anche la sontuosa sala da ballo del palazzo reale di Torino.
La passione per l'antico lo portò a formare una ricca collezione di antichità egizie, greche, etrusche, romane e oggetti d'arte medievale e moderna, un medagliere, una raccolta di incisione e di disegni suoi e di altri artisti che, insieme alla biblioteca e all'archivio personale, destinò per lascito testamentario al Comune di Bologna.
La Biblioteca dell'Archiginnasio conserva il fondo speciale Pelagio Palagi, costituito dal suo archivio personale di scritti e documenti vari, da un amplissimo carteggio, nonché da studi di numismatica, mentre disegni di studio e di progetto sono collocati fra le raccolte del Gabinetto dei disegni e delle stampe. I reperti archeologici, provenienti dalla sua collezione, costituiscono uno dei nuclei principali del Museo Civico.
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