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domenica 9 gennaio 2022

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 9 gennaio.
Il 9 gennaio 1908 nasce a Parigi Simone de Beauvoir.
Simone de Beauvoir nasce da una famiglia benestante. Il padre è l'avvocato Georges Bertrand de Beauvoir e la madre è Françoise Brasseur. Simone riceve un'educazione molto rigida e severa, poiché la madre è molto cattolica. Trascorre un'infanzia serena accanto alla sorella Hélène, nonostante la situazione economica difficile che colpisce la famiglia, poiché il nonno materno è andato in bancarotta. All'età di dieci anni inizia ad appassionarsi alla scrittura e si affeziona molto a una sua amica d'infanzia, Elizabeth Mabille che muore in modo tragico; la morte dell'amica segna profondamente Simone che inizia a trovare già in giovane età la sua autonomia.
Avendo una grande passione per lo studio, si iscrive all'Istituto Désir, dove dimostra di essere un'allieva molto diligente e intelligente. Si dedica totalmente allo studio, mostrando un grande interesse per la letteratura classica francese, per la letteratura contemporanea e per i capolavori dei surrealisti. Il suo interesse per la letteratura la induce a continuare gli studi e a intraprendere la strada dell'insegnamento. In questi anni si allontana dalla religione cattolica a cui è stata indirizzata già dalla giovane età. Continua a studiare presso il Liceo di Neuilly e presso l'Istituto Cattolico di Parigi. Nel 1926, mentre si prepara per gli esami di ammissione all'Università, entra a far parte del movimento socialista e allo stesso tempo frequenta alcuni corsi di filosofia presso la Sorbona di Parigi.
In quest'anno inoltre svolge un tirocinio presso l'Istituto universitario Janson de Sailly e, dopo avere passato gli esami di ammissione alla Sorbona, viene ammessa. Nel corso degli studi universitari conosce Lévi-Strauss, Raymond Aron, Merleau-Ponty, Paul Nizan e Jean-Paul Sartre. Tra lei e Sartre nasce subito un forte legame intellettuale e sentimentale, che durerà per tutta la vita, nonostante i due non si uniscano in matrimonio.
Finiti gli studi universitari, Simone ottiene la laurea in Lettere e l'agrégation (l'idoneità) in filosofia. Avendo questi due importanti titoli si dedica all'insegnamento in tre città francesi: Marsiglia, Rouen e Parigi. Esercita la professione di docente fino al 1943 quando prende una decisione importante, ovvero quella di dedicarsi completamente all'attività di scrittrice. Simone De Beauvoir e il compagno Jean-Paul Sartre sono molto legati e viaggiano tanto in giro per il mondo, recandosi in Marocco, in Spagna, in Grecia e in Italia. Insieme al compagno partecipa agli eventi più importanti dell'epoca e cerca di conoscere meglio numerosi autori tra cui Ernest Hemingway, Franz Kafka, Marcel Proust, Virginia Woolf, André Gidé, Martin Heiddeger, Edmund Husserl. Inoltre assiste ai tragici eventi che si stanno susseguendo in Europa a causa del nazismo e del fascismo, senza però esporsi.
Nell'anno del suo debutto da scrittrice scrive la sua prima opera, "L'invitata", in cui si racconta come l'arrivo di un terzo personaggio turbi e destabilizzi l'equilibro di una coppia. Nel 1944 scrive il suo secondo romanzo, "Il sangue degli altri", in cui affronta il tema della guerra e della resistenza. Nel romanzo si afferma che le persone che devono lottare contro l'occupazione nazista devono anche cercare di spingere altre persone a mettere a repentaglio la propria vita. Simone De Beauvoir sottolinea come queste persone quindi sono costrette a prendere una decisione così difficile in nome della libertà e degli ideali di giustizia.
Questo romanzo viene scritto proprio nel corso della seconda guerra mondiale quando anche la Francia, come tanti altri Paesi europei, è occupata dai nazisti. Simone, in questo periodo, è da sola nella sua patria natale e aderisce pienamente agli ideali della resistenza antinazista che sta operando nel suo Paese.
Il romanzo scritto dall'autrice francese è un modo di porsi in prima linea nella condanna ai totalitarismi. L'anno dopo fonda insieme a Jean-Paul Sartre, Jean Paulhan, Maurice Merleau-Ponty, Raymond Aron e altri intellettuali "Les Temps Modernes", una rivista in cui pubblica numerosi articoli che prendono in esame la filosofia esistenzialista e gli eventi che si susseguono nell'età contemporanea.
Due anni dopo compie numerosi viaggi tra America del Nord, America latina e Asia, recandosi negli Stati Uniti, a Cuba, in Brasile, in Cina e in Russia. La sua produzione letteraria è notevole in questi anni, infatti, realizza i seguenti testi: "L'America giorno per giorno" e "La lunga marcia".
Nel 1949 realizza un importante saggio, "Il secondo sesso", in cui analizza la condizione femminile a livello sociale e morale. Grazie a questo scritto otterrà tanti riconoscimenti a livello internazionale.
Trascorsi cinque anni scrive uno dei suoi romanzi più celebri, "I Mandarini", in cui descrive le paure e le speranze della società francese nel secondo dopoguerra. Grazie a questo capolavoro letterario riceve il Premio Goncourt.
Negli anni successivi scrive la sua autobiografia che si articola in quattro volumi: "Memorie di una ragazza per bene", "L'Età forte", "La forza delle cose" e "A conti fatti". Negli anni Sessanta è una forte sostenitrice del movimento femminista e pubblica un altro romanzo autobiografico, "Una morte dolcissima", che dedica alla madre morta di recente. Tra il 1966 e il 1967 scrive due nuovi romanzi: "Le belle immagini" e "La donna spezzata". Il secondo romanzo racconta la storia di tre donne che vivono una situazione di crisi. In quest'opera quindi viene riproposto ancora una volta il tema della condizione femminile.
In questi anni scoppia la rivoluzione studentesca parigina e Simone De Beauvoir la sostiene. Partecipa anche alle manifestazioni organizzate dal movimento femminista ed è proprio per questo motivo che riceve molte critiche, ma anche appoggio da molte persone che la ammirano per il coraggio con cui esprime le proprie opinioni. Insieme ad altre donne fonda La Lega per i diritti delle donne, organizzazione di cui nel 1974 diventa il Presidente. Tra la prima metà degli anni Settanta e la prima metà degli anni Ottanta continua con grande intensità la sua attività letteraria, scrivendo "La terza età" in cui affronta tematiche come la malattia, la vecchiaia e la morte e "La cerimonia degli addii", in cui racconta i suoi ultimi dieci anni di vita con Jean-Paul Sartre, deceduto il 15 aprile 1980.
Le ultime due opere che realizza sono "Lettere al Castoro e ad altre amiche" e "Quando tutte le donne del mondo".
Il pensiero di Simone de Beauvoir si forma in comunione con quello di Sartre e con il suo esistenzialismo: i due scrittori sono soliti discutere le loro idee così come i loro scritti, e tengono in massima considerazione la reciproca critica. Le opere della scrittrice sono densamente intessute di considerazioni filosofiche ed esistenzialiste comunque personali, rivolte in modo particolare ad approfondire il tema del ruolo e della condizione della donna nella società moderna. Nella sua attività intellettuale hanno ovviamente avuto una notevole rilevanza le sue origini alto-borghesi e la presa di una qualche distanza "politica" da queste in anni successivi, così come l'abbraccio di un certo tipo di socialismo e d'attivismo politico di concerto con Sartre (pur condividendo molti dei principi del comunismo i due non vi aderiranno mai completamente per varie ragioni, alcune delle quali si possono evincere ad esempio dalla lettura del romanzo "I mandarini"). Il suo ateismo è ben reso da espressioni come: "Dio è diventato un'idea astratta, che una sera io ho cancellato" (cit. da "Memorie d' una ragazza perbene"). Atea come Sartre, per lei l'ateismo non è disimpegno dalla morale, ma la fondazione di una nuova etica atea non meno impegnativa e innovativa della coscienza e del costume.
Simone de Beauvoir morì il 14 aprile 1986 e venne seppellita nel cimitero di Montparnasse di Parigi accanto al suo compagno di una vita. Radicalmente atea come Sartre, ne La Cérémonie des Adieux aveva scritto a riguardo della morte di colui col quale aveva condiviso gran parte della sua esistenza e delle sue idee: «La sua morte ci separa. La mia morte non ci riunirà. È così; è già bello che le nostre vite abbiano potuto essere in sintonia così a lungo».

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