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giovedì 13 gennaio 2022

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 13 gennaio.
Il 13 gennaio 1928 in Francia inizia la costruzione della Linea Maginot.
La Francia, negli anni immediatamente successivi al primo conflitto mondiale, si trovò a doversi dotare di un nuovo sistema difensivo delle sue frontiere soprattutto per i confini con la Germania e l'Italia.
La Germania sebbene fosse indebolita dalle clausole del trattato di Versailles, tra cui ricordiamo l'occupazione della riva destra del Reno e l'economia stritolata da un debito di guerra colossale (132 milioni di marchi oro), aveva il potenziale industriale e territoriale intatto, infatti il territorio metropolitano non aveva conosciuto né la guerra, né l'occupazione; inoltre il suo potenziale demografico, a dispetto dei due milioni di morti, era ancora relativamente alto (due milioni di morti rappresentava solo il 9,8% della popolazione maschile).
L'Italia, in seguito alle disillusioni del trattato di pace in cui fu sicuramente trattata come un alleato di seconda serie e con la nascita del fascismo di Mussolini, si era sempre più allontanata dai vecchi alleati per riavvicinarsi alla Germania.
Inoltre l'Alsazia e la Mosella, regioni francesi al confine con la Germania, furono per secoli contese dai due paesi, passando dall'uno all'altro, finché con la fine della Prima Guerra Mondiale, non rimasero definitivamente alla Francia. Avvenne così che queste terre, teatro di sanguinose e alterne vicende, venissero di volta in volta fortificate dagli occupanti del momento, nei punti che, nell'occasione, erano ritenuti maggiormente strategici.
Nel 1914, all'inizio della grande guerra, la Francia aveva un grande numero di fortificazioni poste a difesa della frontiera che si estendeva dal Mare del Nord al Mediterraneo. Un considerevole numero di forti furono costruiti, a partire dal 1875, secondo i dettami del generale Serè de Rivieres e modernizzati sino a tutto il 1917. I più conosciuti formano le cinture fortificate di Verdun, Toul, Epinal e Belfort; anche nelle Alpi si fortificò, seguendo i dettami del generale; sorsero quindi i forti attorno a Bourg Saint Maurice, Albertville, Modane, Briancon, Barcellonette, Sospel e Nizza.
Nel 1918, alla fine della guerra, le fortificazioni sul confine con la Germania erano per la maggior parte obsolete e semidistrutte, inoltre erano troppo distanti dalla nuova frontiera per avere un ruolo dissuasivo determinante. Gli alti comandi cominciarono quindi nel 1920 lo studio di un nuovo sistema di difesa più moderno costruito ai nuovi confini con la Germania e alcuni anni dopo, con la salita al governo di Mussolini, si cominciò a pensare di sostituire le fortificazioni ottocentesche del confine italiano.
Le esperienze acquisite nella prima guerra mondiale a Verdun con il suo complesso fortificato, fecero nascere nuove teorie sulla condotta della guerra. L'idea era: fermare l'attacco improvviso e la conseguente invasione, permettendo all'esercito di effettuare la mobilitazione e di organizzare quindi la controffensiva. Vivaci discussioni scoppiarono tra i marescialli Foch, Petain e Jofre sino a che, con la supervisione del ministro della guerra Painlevè, si pervenne a dei compromessi.
Vennero create due commissioni: la prima denominata "COMMISSIONE DI DIFESA DELLE FRONTIERE" (CDF), istituita nel dicembre del 1925, il cui scopo era: stabilire il tracciato della linea fortificata, la sua organizzazione, le forme generali e una prima stima dei costi. La seconda, denominata "COMMISSIONE DELL'ORGANIZZAZIONE DELLE REGIONI FORTICATE" (CORF), venne istituita nel dicembre 1927. Lo scopo era la realizzazione tecnica e pratica di tre grandi regioni fortificate: Metz, Lauter, Alpes comprendenti la difesa del Nord e del Reno.
Il 7 gennaio 1929 Painlevè fece approvare durante il consiglio dei ministri il sistema difensivo proposto dalla CORF e il 1 Novembre del 1929, cedette il suo ministero ad ANDREE' MAGINOT. Fu Maginot a presentare il programma alla camera dei deputati e poi al senato. Il senato approvò la legge con una maggioranza superiore al 90% dei voti e venne accordato il finanziamento necessario al primo lotto di lavori (200 milioni di franchi).
Il programma diventò legge il 14 Gennaio 1930, quindi si poteva procedere nella costruzione. In realtà le opere preliminari erano già iniziate, infatti l'avvio dei lavori avvenne negli ultimi mesi del 1929 su entrambe le rive della Mosella, nei dintorni di Thionville, nella regione di Bitche, nell'Alsazia del Nord. Nel periodo tra il 1930 e il 1931 fu la volta di numerosi cantieri secondari, i lavori fervevano a Longuyon e lungo il Reno sino ai sobborghi di Basilea: venne iniziata la Maginot Alpina lungo la frontiera italiana.
La regione denominata TROUEE DE LA SARRE (letteralmente varco del fiume Sarre) tra Saint Avold e Rohrbach non venne ancora fortificata: solo in seguito verrà predisposta una difesa, inondando vaste porzioni di terreno rendendola quindi impraticabile (ZONA DELLE INONDAZIONI).
L'ossatura della Linea Maginot fu quindi realizzata a partire dal 1930, nel 1933 i grossi forti erano finiti, dal 1933 al 1935 vennero istallati gli impianti elettromeccanici, gli armamenti e l'arredo interno. Si può quindi affermare che nel Nord-Est da LONGUYON (dipartimento Meurthe e Moselle) a BASILEA (ai confini con la Svizzera) la "Linea", nelle sue parti essenziali fu finita entro il 1935.
Nelle Alpi le condizioni orografiche e climatiche allungarono i tempi per l'esecuzione dei lavori, tanto che numerosi forti erano ancora allo stato di cantiere nel 1940 (Plan Caval, Granges Communes, Restefond). Lungo la frontiera del Nord Est, la CORF costruì una catena di fortificazioni che, nel 1935, assommava a 20 grossi forti, misti artiglieria e fanteria, 26 piccoli forti per la fanteria, di cui cinque dotati di artiglieria, 293 tra casematte per la fanteria e blockhaus, 78 ricoveri di intervallo, 14 osservatori d'artiglieria corazzati. Per contro, a causa della continua diminuzione degli stanziamenti, la CORF dovette ridimensionare i suoi piani, per cui alcuni forti si trasformarono in singole casematte o peggio ancora sparirono del tutto. Secondo una stima ragionevole si può affermare che nel Nord - Est la Linea Maginot esistente è solo il 50% di quanto progettato inizialmente.
Nel 1936 il Belgio proclamò la stretta neutralità pertanto occorse rinforzare questa frontiera e dare più continuità alla Linea ove necessario. Dal 1934 al 1938 vennero costruiti alcuni rafforzamenti detti "NOUVEAUX FRONTS" (Nuovi fronti), tra la valle della Sarre e Bitche, tra Montmedy e Sedan e al Nord davanti a Maubeuge e Valenciennes. Questo prolungamento non aveva più la solidità, né la potenza delle prime realizzazioni, era inoltre dotato di pochissima artiglieria di medio calibro.
I fatti dimostreranno che questa fortificazione economica non poteva opporsi efficacemente all'attacco nemico; il nuovo fronte realizzò solo due opere di artiglieria, 10 piccole opere e 55 casematte d'intervallo.
La Linea Maginot a partire dal Mare del Nord sino a giungere al confine Svizzero conta ora:
22 grossi forti
36 piccoli forti
348 casematte e blockhaus (311 secondo un autore)
78 ricoveri corazzati
14 osservatori
Quanto al fronte delle Alpi assomma a:
23 forti dotati di artiglieria
34 piccoli forti
29 casematte di intervallo + 8 di seconda linea
22 avamposti
3 osservatori
A sostegno di questo assieme poderoso vanno aggiunte decine di caserme, decine di depositi per materiali e munizioni, ferrovie e strade militari.
Un capitolo a parte fu la fortificazione di complemento o fortificazione di campagna permanente, costruita negli anni compresi tra il 1935 e il 1940. Migliaia di blockhaus di diverso tipo vennero costruiti sia negli intervalli della fortificazione CORF sia davanti sia dietro la linea principale. La maggior parte furono fabbricati dalla manodopera militare (MOM); se la quantità era enorme, la qualità scarseggiava, la serietà ed il rigore della fortificazione CORF non si troverà più.
L'ora della verità, per la Linea Maginot, scocca con l'attacco lanciato dai Tedeschi il 10 maggio 1940; eccone la cronistoria: da Mauberge a Sedan dove la linea era composta da fortificazioni di scarso valore difensivo, lo sfondamento fu repentino (13-25 maggio 1940).
Nel settore di Montmedy il piccolo forte de "La Ferte" venne preso, benché il suo equipaggio non si fosse arreso; abbandonati al loro destino 107 uomini vi trovano la morte (19 maggio 1940). Nella Sarre, dopo una prima battaglia difensiva vittoriosa, il ripiegare delle truppe di complemento, permise ai Tedeschi di infiltrarsi (14-15 giugno 1940) e di attaccare dal dietro i piccoli forti di Kerfent, di Bambesch, di Haut Poirer e di Welschhof; sprovvisti di artiglieria pesante queste fortificazioni si arresero una dopo l'altra tra il 20 e il 24 giugno.
Nei bassi Vosgi i Tedeschi attaccarono nei punti deboli e sfondarono la Linea facilmente (19 giugno 1940), il 15 giugno sul Reno, le truppe germaniche lanciarono un attacco su vasta scala, le casematte costruite sulla riva vennero attaccate con artiglieria appostata nei boschi della spiaggia opposta (cannoni a tiro teso di piccolo e medio calibro), vennero quindi rapidamente distrutte.
Le casematte della seconda linea (linea dei villaggi) prive di artiglieria e ormai abbandonate a se stesse dalle truppe di intervallo, vennero a loro volta assaltate, prese e distrutte. L'attacco fu sferrato dalle truppe d'assalto e dai guastatori tedeschi che operarono di concerto con l'aviazione. Questa supplì egregiamente, con i bombardieri in picchiata, all'impossibilità dell'artiglieria tedesca a supportare efficacemente gli assaltatori.
Per contro, l'opera di Fermont potentemente armata da artiglieria, riuscì a respingere gli attacchi nemici; nel settore di Thionville, Michelsberg resistette vittoriosamente appoggiato dal tiro delle artiglierie di Anzeling, Mont De Welches e Hackenberg.
Nel settore di Haguenau, Four a Chaux, Hochwald e Schoenenbourg congiunsero le loro forze e respinsero ogni attacco (19-25 giugno 1940).
Nelle Alpi l'attacco sferrato dagli Italiani viene ovunque respinto prima di giungere alla linea di resistenza offerta dai grossi forti. Si può quindi trarre la seguente conclusione: ove la Linea Maginot fu costruita secondo gli schemi originali e quindi potentemente armata di artiglieria, ebbe modo di resistere efficacemente a ogni attacco, sia esso frontale che proveniente dalle retrovie.

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