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sabato 9 novembre 2019

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 9 novembre.
Il 9 novembre 1046, a seguito di un terremoto, si genera l'enorme frana dei Lavini di Marco, in Trentino.
Si tratta di un grande ammasso di blocchi calcarei caduti in epoca remota dalle pendici del monte Zugna.
L'estensione e l'imponenza della frana, disposta su un perimetro molto ampio, impressionò fortemente lo stesso Dante, che la descrisse come "la ruina che nel fianco di qua da Trento l'Adige percosse...".
Da allora la zona viene appunto chiamata -la ruina dantesca o -lavini danteschi.
A seguito della frana e dall'erosione operata dagli agenti atmosferici il calcare di origine Giurassica presente nell'area è stato riportato in superficie e questo ha permesso, nel 1990, il ritrovamento di numerose orme isolate e vere e proprie piste lasciate da dinosauri.
Con oltre mille impronte finora scoperte, in molti casi organizzate in serie fino a 24 impronte, allineate lungo decine di piste, l'associazione icnologica di Rovereto è databile a circa 200 milioni di anni fa. I dinosauri documentati da queste tracce fossili erano numerosi, a volte lunghi fino a più di dieci metri e appartenenti a gruppi disparati. Centinaia di orme sono attribuibili a carnivori teropodi di dimensioni molto variabili, quasi altrettante le piste degli erbivori, tra i quali figuravano una ventina di antichissimi sauropodi, considerate fino ad oggi le piste di sauropodi più antiche mai scoperte e alcune di erbivori primitivi di piccole dimensioni appartenenti al gruppo degli ornitischia. Ai Lavini è documentata anche la presenza di animali molto più piccoli e di incerta attribuzione, ma non dinosauri. Le loro tracce non sono facili da riconoscere, a volte conservate in luoghi impervi e di difficile accesso. Altri animali che hanno lasciato traccia di sé sono bivalvi e gasteropodi, crostacei, rettili lacertoidi e forse mammiferi primitivi.
I Lavini di Marco grazie alla loro particolarità  sono stati inseriti in area di tutela all'interno di un biotopo.
Attualmente l'area si presenta come un enorme deposito di blocchi calcarei di dimensioni medio grandi intervallati da aree detritiche e colatoi calcarei, praticamente lisci a causa dell'erosione degli agenti atmosferici (dove sono visibili le orme).
Nel complesso l'impressione, anche a causa dell'esposizione Sud, è quella di un paesaggio pressoché desertico e lunare con temperature molto elevate nel periodo estivo.

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