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martedì 8 ottobre 2019

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è l'8 ottobre.
L'8 ottobre 1918 il caporale statunitense Alvin York uccise 25 nemici e ne catturò 132 praticamente da solo.
Figlio di un contadino del Tennessee, dove era nato il 13 dicembre 1887, Alvin York trascorse un’infanzia che, definire tranquilla, sarebbe un eufemismo: scapestrato, esuberante, non era raro che finisse le sue giornate ad ubriacarsi in bar, saloon e fiere itineranti. E’ proprio in queste occasioni che ha i suoi primi incontri con le armi da fuoco nei tiri a segno, cosa che lo porterà al proprio riscatto personale nel periodo del primo conflitto mondiale. Quasi a imitazione degli eroi, cui siamo abituati a vedere nei film o a leggere nei romanzi, che cadono ma si rialzano più forti di prima, la sua vita prende una piega inaspettata nel 1911 quando muore il padre William: negli anni seguenti, sarà lui che tirerà avanti la famiglia, aiutando la madre ad allevare i suoi fratelli (Alvin era il terzogenito di undici figli): nel 1914, poi, a seguito di una crisi spirituale si avvicinerà alla Chiesa di Cristo nell’Unione Cristiana, una ristretta congregazione conservatrice, che si ispirava al cattolicesimo tradizionale. Le sue giornate passate in compagnia degli amici tra alcool e saloon erano finite. Intanto, l’Europa era sprofondata nel baratro della Prima Guerra Mondiale, ma anche negli Stati Uniti cominciavano a farsi più insistenti le voci che si elevavano per un intervento a fianco degli eserciti alleati.
Forte della sua nuova fede cattolica, al momento della chiamata alle armi si definì un “obiettore di coscienza”, anticipando di quasi mezzo secolo i movimenti del Sessantotto e scrisse sul proprio foglio di arruolamento “non voglio combattere, credo nella Bibbia”: l’esercito non ne tenne conto e l’arruolò nell’82a Divisione Fanteria, 328° Reggimento, Compagnia G, destinandolo al fronte francese. Il Caporale Alvin York divenne così uno dei tanti soldati americani che composero il corpo di spedizione agli ordini del Generale John Pershing. Giunto al fronte dopo l’addestramento svolto a Camp Gordon, il suo nome, e le sue gesta, passeranno alla storia per la formidabile azione a cui prese parte l’8 ottobre 1918, quando, assieme ad un gruppo di sedici soldati, lasciò le linee francesi per prendere possesso di una linea ferroviaria nei pressi di Chatel Chéhéry, nelle Ardenne. A causa di un problema di lettura delle mappe scritte in francese, la pattuglia americana si ritrovò nel mezzo delle linee tedesche fortemente trincerate: in un primo momento, i soldati del Kaiser, vedendoli giungere dalle loro retrovie, credettero di essere circondati, ma non appena capirono la realtà dei fatti e l’esiguo numero degli yankees, reagirono prontamente. Da una collina nelle vicinanze cominciarono a crepitare le mitragliatrici e nove soldati caddero nei primi minuti di scontri. Intanto, il Caporale York, armato solo di un fucile Enfield e di una pistola Colt, si avventurò da solo in campo nemico: le giornate passate ai tiri a segno da ragazzo tornarono, come dirà lui stesso, utili. Da solo, sparando con le armi in dotazione, e con l’uso della baionetta, uccise 25 soldati nemici, mise fuori uso 35 mitragliatrici e, assieme ai sette soldati superstiti, riuscì a catturare 132 prigionieri. Al rientro alle proprie linee, fu accolto come un eroe, venendo promosso al grado di Sergente e decorato con la Distinguished Service Cross, la seconda più alta decorazione assegnata dall’Esercito degli Stati Uniti per atti di valore. Poco dopo, giunse anche la massima onorificenza, la Medal of Honor. Terminata la guerra, tornò negli Stati Uniti, dove venne accolto come un eroe nazionale. E non a torto, possiamo aggiungere.
Alvin York morì nel 1964 a causa di un'emorragia cerebrale e venne sepolto nel cimitero della sua Pall Mall.
La sua vita  ispirò un famoso film statunitense “il sergente York” di Howard Hawks con Gary Cooper, diretto nel 1941, quindi nell’anno in cui gli Usa entrarono nel conflitto mondiale dopo l’attacco di Pearl Harbor. Il film dunque parla della  vita dell' eroe statunitense della prima guerra mondiale Alvin York; il film fu un grande successo con 10 designazioni ai premi Oscar, che comportarono una statuetta per Gary Cooper – che interpretava York-  e una per il montaggio. Il film occupa un posto particolare nel lavoro di H. Hawks che lo diresse per aiutare il produttore Jesse L. Lasky in cattive acque; alla sceneggiatura collaborò John Huston.
Nel 2008 è stato scelto per essere conservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

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