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giovedì 5 novembre 2015

Uno di noi

 Un trafiletto de Il Mattino buttato lì, con disgusto, per l'appellativo sgradito di "straniero", mi ha attirato per tutt'altro, pur di mio reale interesse: Santino a Napoli, domani. "Devo assolutamente esserci!" il commento al post del trafiletto. Il suo "mi piace".
 E così ho ritagliato il tempo per partecipare al seminario "So me sinjom (ciò che sono): un rom".

 E Santino Spinelli è rom; è italiano, come ha ampiamente spiegato e documentato nel corso del seminario, con perfetta cognizione di causa, in quanto professore universitario plurilaureato; è un musicista, grande musicista, il primo motivo per cui sono stato attratto da lui e per il quale ho cercato la sua amicizia. E' una persona straordinaria, carica di energia e consapevolezza, semplicità e autorevolezza.
 "But baxt ta sastipe!": il mio saluto quando sono entrato nell'aula del Palazzo del Mediterraneo, una delle sedi dell'Università "Orientale" di Napoli. Un sorriso ed un abbraccio la sua risposta. Da grande amico.
 Il prossimo saluto lo scambieremo in Abbruzzo, Santino, quando verrò a trovarti. Promesso! Eppure ti aspetto ancora a Napoli, all'Orientale come tutti i giovani cui hai saputo comunicare la tua fortissima prossimità culturale, certamente aiutato da papà e mamma che ci hanno parlato dal tuo splendido film, per parlare ancora dei Rom, della loro cultura, per scoprire che è anche la nostra cultura, per guardare al di là del nostro meschino orizzonte.
 Lo faremo anche suonando. Magari insieme.

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