Cerca nel web

lunedì 20 agosto 2012

#Antologiadiletteratura #Wilbur Smith "La voce del tuono"

Aiutare gli altri anche quando si ha paura per la propria incolumità.
 
Avanzare ancora nella prateria sottostante le alture era un suicidio. La risolutezza che l'aveva sostenuto fin lì si afflosciò e la paura spezzò la frusta con cui Sean l'aveva tenuta sotto controllo. Corse indietro alla cieca, gemendo, piegato in avanti, i gomiti che si muovevano al ritmo dei piedi sospinti dal terrore.
Poi, accanto a lui, Saul fu colpito al capo. L'impatto del proiettile lo gettò in avanti, mentre il fucile gli schizzava di mano. Emise un gemito di dolore e di sorpresa, quindi cadde piegandosi sul ventre. Sean continuò a correre.
"Sean!" La voce di Saul dietro di lui.
"Sean!". Una disperata invocazione di aiuto. Ma Sean chiuse la sua mente a quella e corse verso la sicurezza del fossato.
"Sean. Ti prego!"
Si fermò e rimase incerto, con i Mauser che abbaiavano sulle alture e le pallottole che falciavano l'erba intorno a lui.
"Lascialo", urlava a Sean il suo terrore. "Lascialo. Corri!Corri!"
Saul strisciava verso di lui, con la faccia coperta di sangue e gli occhi fissi sul suo volto. "Sean!"
"Lascialo!Lascialo!
Ma c'era speranza su quel pietoso viso insanguinato, e le dita di Saul artigliavano l'erba fino alle radici, mentre si trascinava in avanti.
Era al di là di ogni bragionevolezza. Ma Sean tornò indietro.
Spronato dal terrore, trovò la forza di sollevare Saul e di correre con lui.
Odiandolo come non aveva mai odiato prima, Sean trasportò barcollando il compagno verso il fosso di drenaggio. La tensione nervosa rallentava il ritmo del tempo e gli parve di correre per un'eternità. "Maledetto" disse a Saul, odiandolo...Poi il terrenpo gli mancò sotto i piedi. Caddero insieme nel fossato...
"Grazie, Sean". Improvvisamente Courteney si accorse che gli occhi del compagno erano pieni di lacrime e la cosa lo imbarazzò. Distolse lo sguardo.
"Grazie...per essere tornato a prendermi".
"Dimenticalo".
"Non lo dimenticherò mai. Finché avrò vita".
"Tu avresti fatto lo stesso".
"No, non credo. Non ne sarei stato capace. Ero così spaventato, così terrorizzato, Sean. Tu non puoi sapere. Tu non saprai mai cosa significhi avere tanta paura...Ti devo la vita".
"Chiudi il becco, maledizione!"...Sean non riuscì a trattenere la propria rabbia. "Così, io non saprei cos'è la paura! Ero talmente terrorizzato là fuori che ... ti odiavo. Mi senti?Ti odiavo".
Poi la sua voce si raddolcì. Doveva spiegarlo a Saul e a se stesso. Doveva parlarne, giustificarlo e sistemarlo saldamente nell'ordine delle cose.
A un tratto si sentì molto vecchio e saggio. Teneva nelle sue mani la chiave del grande mistero della vita. Era tutto così chiaro, per la prima volta lo capiva e poteva spiegarlo.

WILBUR SMITH - La voce del tuono, Superpocket 2010 su licenza Longanesi, Milano, pp.119-121

fonte web: http://www.culturaesvago.com/antologia-di-letteratura/
immagine: http://www.ebookvanilla.it/la-voce-del-tuono.html

Nessun commento:

Posta un commento

Cerca nel blog

Archivio blog