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domenica 2 luglio 2023

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 2 luglio.
Il 2 luglio 1897, a Londra, Guglielmo Marconi brevetta la radio.
Premio Nobel per la fisica nel 1909, Guglielmo Marconi nasce il 25 aprile 1874. Trascorre l'infanzia a Pontecchio, Villa Griffone, cittadina vicino a Bologna, dove sviluppa le prime curiosità scientifiche e matura la sua grande scoperta, l'invenzione della radio. E' proprio qui infatti che lo scienziato lancia da una finestra, tramite l'invenzione di un'antenna trasmittente, il primo segnale di telegrafia senza fili, nell'anno 1895, attraverso quella che diverrà poi "la collina della radio".
Marconi dedicherà tutta la sua vita allo sviluppo e perfezionamento delle radiocomunicazioni. Studia privatamente; ha vent'anni quando muore il fisico tedesco Heinrich Rudolf Hertz: dalla lettura delle sue esperienze Marconi prenderà ispirazione per quei lavori sulle onde elettromagnetiche che l'occuperanno per tutta la vita.
Forte delle sue scoperte e galvanizzato dalla prospettive (anche commerciali) che potevano aprirsi, nel 1897 fonda in Inghilterra la "Marconi's wireless Telegraph Companie", non prima di aver depositato, a soli ventidue anni, il suo primo brevetto. I benefici della sua invenzione si fanno subito apprezzare da tutti; vi è un caso in particolare che lo dimostra in modo clamoroso: il primo salvataggio, a mezzo appello radio, che avvenne in quegli anni di una nave perduta sulla Manica.
Nel 1901 vengono trasmessi i primi segnali telegrafici senza fili tra Poldhu (Cornovaglia) e l'isola di Terranova (America settentrionale). La stazione trasmittente della potenza di 25 kW posta a Poldhu Cove in Cornovaglia, come antenna dispone di un insieme di fili sospesi a ventaglio fra due alberi a 45 metri d'altezza, mentre la stazione ricevente, posta a St. Johns di Terranova, è composta solo da un aquilone che porta un'antenna di 120 metri.
Il 12 dicembre 1901 per mezzo di una cuffia e di un coherer vengono ricevuti i primi SOS attraverso l'Atlantico. Così Marconi, non ancora trentenne, è carico di gloria e il suo nome già famoso. Queste sono state le prime trasmissioni transatlantiche.
Nel 1902, onorato e celebrato in ogni dove, Marconi compie alcune esperienze sulla Regia nave Carlo Alberto, provando inoltre la possibilità dei radiocollegamenti tra le navi e con la terra.
Pochi anni dopo, i 706 superstiti del noto disastro del Titanic devono la salvezza alla radio e anche per questo l'Inghilterra insignisce Marconi del titolo di Sir, mentre l'Italia lo fa Senatore (1914) e Marchese (1929).
Nel 1914, sempre più ossessionato dal desiderio di allargare le potenzialità degli strumenti partoriti dal suo genio, perfeziona i primi apparecchi radiotelefonici. Inizia poi lo studio dei sistemi a fascio a onde corte, che gli permettono ulteriori passi in avanti oltre alla possibilità di proseguire quegli esperimenti che non si stancava mai di compiere. In questo periodo si interessa anche al problema dei radio-echi.
Nel 1930 viene nominato presidente della Real Accademia d'Italia. Nello stesso anno inizia a studiare le microonde, preludio all'invenzione del radar.
La figura di Marconi venne utilizzata dalla propaganda del regime fascista come esempio di patriottismo e genialità italica. Benito Mussolini, in un discorso al Senato del 9 dicembre 1937, affermò: "Nessuna meraviglia che Marconi abbracciasse, sin dalla vigilia, la dottrina delle Camicie Nere, orgogliose di averlo nei loro ranghi". Lo stesso Marconi non nascose le sue simpatie per il regime, affermando: "Rivendico l'onore di essere stato in radiotelegrafia il primo fascista, il primo a riconoscere l'utilità di riunire in fascio i raggi elettrici, come Mussolini ha riconosciuto per primo in campo politico la necessità di riunire in fascio le energie sane del Paese per la maggiore grandezza d'Italia".
A Roma, la mattina del 19 luglio 1937, Guglielmo Marconi accompagnò alla stazione la moglie, diretta a Viareggio per festeggiare il settimo compleanno della figlia Elettra, facendo poi ritorno nella casa del suocero, in via Condotti, dove ebbe una crisi cardiaca. Dopo che il suo medico personale, il dottor Cesare Frugoni, gli comunicò la gravità delle sue condizioni, Marconi fece chiamare un sacerdote, ricevette l'estrema unzione e morì alle 3:45 del mattino del 20 luglio. In segno di lutto, quello stesso giorno le stazioni radio di tutto il mondo interruppero contemporaneamente le trasmissioni per due minuti.
Ai funerali di Stato, tenutisi a Roma il 21 luglio, parteciparono la gran parte delle autorità politiche e del mondo accademico, compreso il Capo del Governo Benito Mussolini, oltre a una impressionante folla di 500.000 persone.
Le sue spoglie sono custodite a Sasso Marconi presso la casa paterna di Villa Griffone, dove hanno sede anche un museo e una fondazione a lui dedicati.

lunedì 26 dicembre 2022

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 26 dicembre.
Il 26 dicembre 1933 viene brevettata la radio a modulazione di frequenza, che consentì di avere un segnale molto più pulito e trasmissibile a maggiori distanze rispetto alla modulazione di ampiezza.
Dalle colline bolognesi alla selva del Messico: la radio nella sua ormai lunga storia ha svolto un ruolo importante nella comunicazione tra persone appartenenti alla stessa comunità così come a popolazioni di paesi lontani.
Utilizzando le ricerche di Hertz, Branly e Lodge e dell’italiano Righi, che avevano dimostrato l’esistenza delle onde elettromagnetiche descritte da Maxwell, Guglielmo Marconi sperimentò per la prima volta il telegrafo senza fili nel 1895 nella villa di campagna della sua famiglia, vicino a Bologna, mandando il segnale al di là della collina dei Celestini, di fronte al suo laboratorio.
Sperimentare la trasmissione del segnale radio a distanza divenne l’ossessione di Marconi, che si trasferì in Inghilterra per brevettare la sua invenzione e nel 1901, alle ore 12.30 del 12 dicembre, realizzò lo storico esperimento di trasmissione del segnale oltre Oceano. Intuendo il ruolo geopolitico strategico di questo servizio, i governi degli Stati Uniti e di alcuni paesi europei diedero vita a grandi corporation nazionali per la gestione del traffico telegrafico-radiofonico, come la Rca americana (Radio Corporation of America), che già nel 1923 controllava un terzo del traffico transatlantico e la metà di quello transpacifico.
Lo stesso Marconi vedeva nel carattere pubblico della trasmissione del segnale un difetto e non un pregio della propria invenzione. Proprio per il pericolo di interferenza e di disturbo alle comunicazioni commerciali e militari, le attività amatoriali vennero proibite negli Stati Uniti con l’entrata in guerra nel 1917, per riprendere poi nel periodo post bellico.
E’ del 1916, a opera di David Sarnoff, un impiegato dell’azienda americana di Marconi, l’idea di produrre una radio come oggetto domestico, che consisteva principalmente di un ricevitore, che permetteva di ascoltare suoni, concerti e opere trasmesse da un unico trasmettitore.
Le parole di Sarnoff descrivono bene la sua intenzione: “Ho in mente un piano che potrebbe fare della radio uno strumento domestico, come il grammofono o il pianoforte. Il ricevitore sarà progettato nella forma di una scatola radiofonica musicale adatta a ricevere diverse lunghezze d’onda che si potranno cambiare a piacimento spingendo un bottone.
La scatola musicale avrà un amplificatore e un altoparlante telefonico incorporati al suo interno. Sarà tenuta in salotto e si potrà ascoltare musica, conferenze, concerti.”
Una radio come mezzo di comunicazione di massa, dunque, che però dovette attendere ancora qualche anno per affermarsi.
E’ solo verso la fine del secondo decennio, una volta finita la prima guerra mondiale, che nacquero le prime società di radiodiffusione: sistemi pubblici in Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia, e network privati e commerciali negli Stati Uniti.
Il primo servizio regolare trasmesso alla radio, di due ore al giorno per due settimane, fu mandato in onda dalla stazione Marconi di Chelmsford in Cornovaglia, dal 23 febbraio 1920. In Europa la radio da subito fu controllata da una gestione pubblica, con scopi educativi e informativi, oltre che di intrattenimento. Nel 1922 nacque la British Broadcasting Company, una corporation sotto stretto controllo statale. Nel 1924 in Italia fu fondata l’Uri, l’Unione Radiofonica Italiana, che nel 1928 si trasformò in Eiar, l’Ente Italiano Audizioni Radiofoniche, concessionario e monopolista delle diffusioni fino al 1944, quando assunse la denominazione Rai, Radio Audizioni Italia.
Diversa è la strada che la radiofonia prese negli Stati Uniti, dove la prima trasmissione regolare quotidiana andò in onda da Detroit, il 31 agosto 1920. Nel novembre 1922 in tutto il territorio nordamericano esistevano solo cinque stazioni radio. Nel giro di pochi mesi esse passarono a 450 grazie alla diffusione e alla passione degli americani per il jazz. Fin dall’inizio, grazie anche al Radio Act del 1912 che stabiliva che qualunque cittadino americano potesse ottenere una licenza, entrarono nel settore grandi corporation commerciali, come il gigante della telefonia At&T, la General Electric, la Westinghouse.
Alla moltiplicazione di radio istituzionali, che trasmettevano dai campus universitari e dalle scuole, si affiancarono così numerosissime radio commerciali che da subito inaugurarono il modello di finanziamento dei programmi con la vendita di pubblicità. Queste puntavano sul ruolo che la radio ricopriva di "orecchio sul mondo", cosa che permetteva di raccogliere le voci e i suoni delle grandi città del pianeta e di portarli nel salotto di casa.
In epoca Fascista in Italia la radio svolse un ruolo strategico nella costruzione del mito dell’impero e della figura di Mussolini, abile comunicatore che entrava grazie ad essa in tutte le case con i suoi discorsi.
La Bbc diventò nel corso della seconda guerra mondiale la  voce simbolo del mondo libero che numerosi italiani e tedeschi ascoltavano in clandestinità per capire cosa stesse accadendo al di fuori dei propri confini. La radio svolgeva così una doppia funzione: quella di propagandare il messaggio del regime e quella di portare voci e informazioni dall’esterno.
A fine anni ’50 esplose il fenomeno delle radio pirata (Radio Merkur, Radio Caroline, Radio Nord), che trasmettevano da stazioni poste in acque internazionali e che proponevano una programmazione musicale innovativa, rispondente ai gusti e alle aspettative delle giovani generazioni.
Le radio pirata misero a rischio la popolarità delle grandi radio pubbliche, soprattutto per l’immediato successo ottenuto tra le band più popolari del momento, come i Beatles e i Beach boys, che volevano essere presenti nei loro programmi. Le prime trasmissioni pirata arrivavano dalle coste dei mari del nord, in Danimarca, Svezia, Germania e Inghilterra.
Nel decennio degli anni ’60 la radio accompagnò i movimenti di contestazione giovanile. Grazie alla sua leggerezza, accoppiata al telefono, e all’evoluzione tecnologica che l’aveva resa più accessibile ed economica anche nella fase di emissione, diventò lo strumento privilegiato per diffondere le idee dei movimenti, la loro propaganda politica e le contestazioni; dalla primavera di Praga alle manifestazioni studentesche in tutta Europa fino alle proteste in America contro la guerra del Vietnam.
Le radio libere erano radio povere, spesso avevano sede in appartamenti privati o in stabili occupati, e raggiungevano soprattutto la popolazione locale.
Tra esse rimane storica l’esperienza di Radio Alice di Bologna, chiusa con la forza dalla polizia il 12 marzo 1977, dopo i giorni delle manifestazioni di piazza.
Oggi, nella maggior parte dei paesi europei e negli Stati Uniti, convivono tipicamente tre tipologie di radio: le radio pubbliche, le radio commerciali e le radio comunitarie, queste ultime più legate al territorio, spesso gestite da volontari e inserite in progetti a natura sociale e culturale.
Le radio web hanno anche permesso, nel corso delle guerre dei nostri giorni, di ascoltare la voce e le testimonianze delle popolazioni coinvolte. Nei paesi del Sud del mondo, invece, la radio tradizionale rimane il principale mezzo di comunicazione e svolge tuttora un ruolo importante di informazione ma anche di educazione, come dimostrano numerosissime esperienze di radio africane, asiatiche e sudamericane.
La radio ha giocato, in molti casi di guerra civile e di ribellione nei confronti di regimi e di governi autoritari, un ruolo nel mantenere in contatto le popolazioni che si riconoscevano in quegli ideali e che potevano così partecipare alle azioni e alle dimostrazioni proposte. Un esempio per tutti, quello di Radio Rebelde del Chiapas, che da anni racconta le esperienze, le parole e le proposte delle popolazioni indigene zapatiste del Sud del Messico da un luogo non meglio precisato della Selva Lacandona.

mercoledì 26 gennaio 2022

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 26 gennaio.
Il 26 gennaio 2006 la Western Union americana, ultima tra le grandi compagnie di comunicazioni USA, cessa il suo servizio di telegrafia.
Il telegrafo è stato il primo sistema di comunicazione in grado di trasmettere l'informazione quasi istantaneamente su distanze geografiche. Prima dell'avvento del telegrafo l'unica forma di comunicazione possibile era l'invio fisico di corrispondenza, che per esempio tra Milano e Roma richiedeva non meno di molte ore anche con il treno, da poco inventato. Tra Milano e New York occorrevano settimane tra trasporto via terra e navigazione transoceanica. Lo scambio di idee era lento, ma in linea con un'epoca in cui ancora i ritmi di vita erano ben diversi da quelli frenetici odierni, con telefono, internet, televisione globale e notizie che giungono entro pochi minuti da un capo all'altro del mondo a costi minimi.
Per un privato cittadino inviare un telegramma comportava l'andare all'ufficio poste e telegrafi, compilare un modulo con il testo da trasmettere e pagare un importo proporzionale al numero di parole scritte. Il destinatario riceveva a domicilio il messaggio al massimo entro poche ore per invii nazionali, ma poteva anche richiedere qualche giorno se il destinatario si trovata all'altro capo del mondo, raggiunto solo da linee secondarie. Le agenzie giornalistiche disponevano di terminali telegrafici all'interno delle sedi, in modo da poter ricevere ed inviare rapidamente la corrispondenza con gli inviati. Non è un caso se la nascita e l'espansione delle agenzie di stampa è concomitante a quella del telegrafo.
All'inizio del novecento il globo era ormai coperto da una fitta rete di cavi telegrafici terrestri e sottomarini, e si poteva incominciare timidamente a parlare di informazione globale.
La necessità di comunicare è sempre stata presente in ogni civiltà ed in ogni epoca. Già gli antichi greci impiegavano falò per comunicare. Per la comunicazione diurna sono stati impiegati segnali sonori, sia di strumenti a fiato (corni) che percussioni (tamburi, tam-tam). Per distanze ancora maggiori sono stati impiegati i segnali di fumo, comunemente associati agli Indiani d'America.
Al tempo dell'Antica Roma operò una fitta rete di corrieri che trasportavano lungo le strade consolari le tavolette di cera con incisi i messaggi.
Un altro mezzo, particolarmente usato in ambito militare in diverse epoche, fu il piccione viaggiatore.
Verso la fine del diciottesimo Claude Chappe e fratello lavorarono allo sviluppo di un sistema telegrafico basato su una catena di semafori. Nel 1793 presentarono al pubblico il modello definitivo: su una torre era installato un braccio rotante che portava alle estremità due bracci minori; il tutto era manovrabile per assumere configurazioni standardizzate corrispondenti a lettere, numeri e ordini di servizio. Da una postazione successiva, distante molti chilometri, un addetto dotato di binocolo osservava il messaggio per poi ripeterlo alla prossima stazione.
Il sistema ebbe successo e nei decenni seguenti si sviluppò una rete di centinaia di semafori che collegavano Parigi con le zone periferiche della Francia e oltre, seguendo l'espansione dell'impero napoleonico. Lo stesso Napoleone Bonaparte, consapevole dell'importanza delle comunicazioni in campo militare, commissionò stazioni semaforiche mobili da installare sui campi di battaglia.
Fino alla prima metà del XIX secolo la corrispondenza era esclusivamente cartacea ed era recapitata dai servizi postali. Le missive viaggiavano su regolari servizi di corriere, che avevano tratto beneficio dallo sviluppo della rete di strade postali nel settecento. I tempi era però lunghi, si parlava di giorni, settimane o anche mesi per la corrispondenza intercontinentale.
Negli Stati Uniti, in seguito alla scoperta dell'oro in California nel 1848, si sviluppò un sistema di corrieri specializzati nel collegamento tra le due coste, atlantica e pacifica: il Pony express, istituito nel 1860.
Insomma, la richiesta di comunicazione era elevata e diversi studiosi ed inventori si erano cimentati nell'impresa, ma con i risultati più diversi.
Negli anni quaranta il successo arriva finalmente per Samuel Morse, che inventa un sistema telegrafico elettrico impiegante un unico filo, ed inventa uno speciale codice, il Codice Morse, che permette di codificare le lettere alfabetiche in sequenze di impulsi di diversa durata (punti e linee).
Egli riesce a brevettare la sua invenzione negli Stati Uniti ed ottenere il supporto del governo e il 24 maggio 1844 si ha la prima trasmissione ufficiale tra le città di Washington e Baltimora. In breve tempo il sistema comincia a diffondersi in ogni continente formando una fitta rete, grazie anche a ulteriori perfezionamenti quali l'introduzione degli isolatori in vetro o ceramica, il filo di rame al posto del ferro ed il sistema ''duplex'', che consentirono di aumentare la lunghezza delle tratte ed aumentarne l'efficienza. Si forma anche una classe di operatori specializzati, alcuni dei quali arrivavano a digitare il codice Morse ad una velocità di 80-100 caratteri al minuto.
I nodi della rete, gli uffici telegrafici intermedi (Relais), provvedevano ad instradare i messaggi sulle giuste tratte fino a destinazione. Da notare che il lavoro veniva svolto a mano: i messaggi ricevuti erano letti e, in base alla destinazione, consegnati all'impiegato che li ritelegrafava sul tratto successivo. Il sistema venne parzialmente automatizzato con l'introduzione del nastro perforato e dei trasmettitori automatici.
Oltre ai messaggi privati, sulla rete telegrafica viaggiavano le notizie dei corrispondenti ai giornali: è l'epoca in nascono le agenzie di stampa, prime fra tutte la Reuters.
In Italia l'introduzione del sistema telegrafico avviene nel 1852, nel Regno delle Due Sicilie.
Le reti, per quanto estese, coprivano però solo la terraferma: la comunicazione tra continenti avveniva ancora via nave. I telegrammi giungevano all'ufficio postale del porto, qui venivano trascritti su carta, condotti a destinazione per mare e qui di nuovo telegrafati fino a destinazione. Ed il viaggio poteva richiedere settimane.
Il primo esperimento di posa di un cavo sotto il mare venne effettuato nel 1845 all'interno della baia di Portsmouth dalla ditta S.W. Silver & Company. il cavo era lungo un miglio ed isolato con gomma naturale (''Gutta percha''). Nel 1850, ad opera della ditta Submarine Telegraph Co viene posato il primo cavo attraverso La Manica da Dover a Calais, ma rimase operativo per soli tre giorni, fino a che non fu tranciato per errore da un pescatore.
Negli anni seguenti si sviluppò una rete di cavi sottomarini tra le coste europee e mediterranee, sotto i canali, tra le isole e anche sotto alcuni grandi fiumi. Nel contempo migliorava la tecnologia dei conduttori e dei rivestimenti, nonché il know-how relativo alla posa e riparazione. Furono allestite navi speciali adibite al ripescaggio e riparazione dei cavi.
In Italia nel 1854 furono realizzati i primi collegamenti tra il continente, Corsica e Sardegna.
Gli stati del Commonwealth britannico furono interconnessi da una fitta rete, ed in particolare si ricorda la lunga tratta sottomarina Londra-Bombay via Porthcurno, Gibilterra, Malta e Suez.
Mancava ancora un tassello fondamentale: il collegamento tra Europa e Nord America attraverso l'oceano atlantico. Questa opera fu una vera e propria epopea, un'impresa di estrema complessità tecnica ed amministrativa. Si pensi all'enorme matassa di cavo, migliaia di chilometri da fabbricare, trasportare, caricare nella stiva delle navi, da calare lentamente in mare per settimane, magari nel mezzo di una tempesta. Il considerevole costo fu coperto con emissioni di obbligazioni e con contributi pubblici.
Il primo tentativo fu effettuato nel 1858 tra Irlanda e Terranova, 2200Km di cavo posati da due navi salpate dalle coste e destinate ad incontrarsi a metà strada. I lavori furono ostacolati da molte difficoltà e furono interrotti più volte. Al termine il cavo operò per circa tre mesi prima di guastarsi.
Il collegamento definitivo fu realizzato tra il 1865 e il 1866 dalla ditta Atlantic Telegraph Co, utilizzando il transatlantico Great Eastern riadattato come nave posacavi. Europa ed America potevano finalmente comunicare in tempo reale.
La telegrafia attraverso i migliaia di chilometri di cavo atlantico è però ben diversa da quella ordinaria; il segnale risulta enormemente attenuato a causa della legge di Ohm e gli impulsi dilatati nel tempo e confusi a causa di induttanza e capacità del cavo. La trasmissione doveva essere quindi molto lenta e la ricezione effettuata con sensibili galvanometri. Diversi ingegneri operarono per migliorare la tecnica della telegrafia sottomarina, uno tra i quali fu Michael Pupin, che diede il nome alla tecnica della pupinizzazione.
Nonostante l'avvento della radio e dei satelliti il cavo sottomarino è ancora oggi ampiamente utilizzato, anche se in fibra ottica e per comunicazioni digitali.
Nel 1897 Guglielmo Marconi presentò il brevetto della radio ed entro il 1907 vennero stabilite le prime comunicazioni transoceaniche sufficientemente affidabili. Le prime radio non erano ancora in grado di trasmettere la voce ma erano più idonee ed inviare semplici segnali acceso/spento, quindi ideali per il codice Morse. Uno svantaggio dei primi sistemi radio era l'assenza della sintonia e quindi dei canali. Qualunque segnale trasmesso veniva ricevuto da tutte le stazioni a portata di segnale, con gravi problemi di riservatezza e volume di messaggi inviabili. In compenso era evidente la possibilità di installare una stazione anche sulle navi, cosa che permise la trasmissione della richiesta di soccorso da parte del Titanic, captata dal Carpathia, che così potè intervenire in soccorso.
Questo evento disastroso ha reso evidente l'utilità del mezzo radiotelegrafico in mare, il cui uso è stato disciplinato per la prima volta dalla conferenza internazionale di Londra del 1914 sulla sicurezza marittima.
La continua ricerca volta ad aumentare la velocità delle trasmissioni riducendo nel contempo i costi ha portato allo sviluppo, negli anni '20, della telescrivente. Si trattava di una macchina simile alla macchina da scrivere, su cui l'operatore componeva il testo da inviare. I caratteri digitati venivano automaticamente codificati secondo un codice a cinque bit, il codice Baudot. Il testo ricevuto veniva stampato su un foglio di carta. Negli anni '30 iniziò a svilupparsi una rete di telecomunicazione specifica per le telescriventi, in grado di commutare automaticamente le comunicazioni: la rete Telex.
Al giorni d'oggi la telegrafia è passata in secondo piano, retrocessa dell'avvento del telefono prima e del digitale poi.
A partire da 1 febbraio 1999 l'utilizzo della telegrafia Morse non è più obbligatorio in ambito marittimo, in favore della tecnologia digitale GMDSS.
L'utilizzo di questo mezzo è però portato avanti con passione dai radioamatori, i quali sostengono che questa tecnologia è molto efficace rispetto al parlato nelle comunicazioni a lunga distanza, anche con trasmettitori di bassa potenza.
Naturalmente è sempre possibile andare all'ufficio postale ed inviare un telegramma. Questo però da molti decenni non è più trasformato in codice Morse da un operatore, ma è composto su una tastiera ed inviato, fino al 2001, con il sistema Telex, oggi con il servizio Teltex di Poste Italiane.
Dal 21 giugno 2013 l'India, uno degli ultimi paesi ad usarlo, ha messo in pensione il telegramma.

giovedì 7 gennaio 2021

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 7 gennaio.
Il 7 gennaio 1943 è la presunta data di morte di Nikola Tesla.
Nikola Tesla nasce il 10 Luglio 1856 a Smilijan (nell'allora Dalmazia ungherese, odierna Croazia). Il padre, Milutin Tesla di origine serba, è un ministro del culto ortodosso, sua madre, Duka Mandic, è una donna non istruita, ma dotata di memoria prodigiosa.
Dopo aver terminato gli studi di fisica e matematica al Politecnico di Graz, in Austria (mentre studia filosofia all'Università di Praga), studiando 19 ore al giorno e dormendone solo due, lo scienziato prova sempre di più strani fenomeni: nel buio può infatti "sentire" l'esistenza di oggetti; inoltre fin dall'infanzia vede lampi di luce che interferiscono con la sua visione degli oggetti reali.
È proprio in questo periodo in cui Nikola Tesla affronta queste singolari esperienze, che inizia ad avere brillanti idee nel campo della fisica e inizia a dedicarsi anima e corpo al principio della corrente alternata. Nel 1881, mentre lavora come disegnatore e progettista all'Engineering Department del Central Telegraph Office, inizia ad elaborare il concetto della rotazione del campo magnetico che rende la corrente alternata, quale è tutt'oggi, uno strumento indispensabile per la fornitura di corrente elettrica.
L'anno successivo, sempre più interessato al principio della corrente alternata, Tesla si trasferisce a Parigi, in quanto dipendente della "Continental Edison Company"; nel 1883 realizza il primo motore a induzione di corrente alternata, che consiste in pratica a un generatore (di corrente alternata); durante la creazione del suo motore, Tesla realizza e modifica questo progetto senza provvedere alcuna bozza o progetto su carta, basandosi solo sulle immagini nella sua mente.
Nel 1884, desideroso di far conoscere le proprie scoperte, si reca negli Stati Uniti, sempre per lavorare alla corte di Edison, con il quale però - in seguito ai diversi punti di vista sulla corrente alternata e ad un mancato pagamento per la realizzazione delle modifiche del progetto "Dinamo" - non riesce a portare a compimento la collaborazione.
Nel maggio dell'anno successivo, George Westinghouse acquista i brevetti di Tesla relativi soprattutto al motore a corrente alternata e alla bobina, creando così la "Westinghouse Electric Company".
Tesla sostiene inoltre l'esistenza in natura, di campi energetici, di "energia gratuita" cui da il nome di etere. E attraverso l'etere, si possono - stando alle sue affermazioni - trasmettere, ad esempio, altre forme di energia. Nel maggio del 1899 si reca a Colorado Springs dove installa un laboratorio; ritiene possibile grazie all'etere trasmettere energia elettrica a località lontane senza la necessità di ricorrere ai fili di conduzione elettrica, e quindi agli elettrodotti.
In particolare scopre che la Terra, o meglio la crosta terrestre, è un ottimo conduttore di energia elettrica, dal momento che un fulmine che colpisce il suolo, crea delle onde di energia che si muovono da un lato della terra all'altro.
Installa così nel proprio laboratorio un'enorme bobina che ha lo scopo di mandare impulsi elettrici nel sottosuolo, così da permettere il trasferimento di energia elettrica a lampadine poste a una notevole distanza. Ritornando a New York, Tesla scrive un articolo di respiro futuristico sul Century Magazine, affermando la possibilità di catturare l'energia sprigionata dal sole e proponendo un "sistema mondiale di comunicazione" utile per comunicare telefonicamente, trasmettere notizie, musica, andamento dei titoli azionari, informazioni di carattere militare o privato senza la necessità, ancora una volta, di ricorrere ai fili.
L'articolo cattura l'attenzione di un altro magnate dell'epoca, J. P. Morgan che offre un finanziamento di 150 mila dollari per costruire tale stazione trasmittente. Tesla si mette subito al lavoro, procedendo alla costruzione di una torre altissima sulle scogliere di Wanderclyffe, Long Island, New York. La Wanderclyffe Tower non è altro che uno sviluppo delle idee maturate da Tesla a Colorado Springs.
Il 12 dicembre 1901 il mondo viene sconvolto da una notizia sensazionale: Guglielmo Marconi trasmette la lettera "S" oltreoceano, da una località in Cornovaglia; tale informazione viene trasmessa a Newfoundland, in America. Morgan, contrariato, ritira l'appoggio finanziario a Tesla.
All'inizio della Prima guerra mondiale, Tesla ipotizza un congegno per individuare delle navi inviando segnali che consistono in onde radio ad alta frequenza. Il concetto che sta dietro a questa idea è il dispositivo radar. Sarà Guglielmo Marconi a sviluppare questo concetto, attuando questa idea, lavorando per la costruzione del radar. Nel 1934 l'italiano realizza il collegamento radiotelegrafico fra l'Elettra (il suo laboratorio situato su un veicolo natante) ed il radiofaro di Sestri Levante. Successivamente, nel 1935, compie esperienze di avvistamento sulla Via Aurelia.
Tesla nel suo percorso di vita avrebbe incontrato molte volte Guglielmo Marconi.
Nel 1912 il nome di Tesla viene candidato al Premio Nobel per la Fisica: lo rifiuta per non averlo ricevuto nel 1909, al posto di Marconi. Accade di nuovo nel 1915: Tesla rifiuta il premio Nobel, venendo a conoscenza del fatto che lo deve condividere con Edison. Nel 1917 gli viene concessa, per il suo contributo al sapere scientifico, un'onorificenza intitolata a Edison, la "Edison Medal", che accetta.
Tesla viveva solo, in una camera d'albergo a New York - dove il suo corpo senza vita venne trovato - e per questo fatto non vi è certezza riguardo la data della morte, che si suppone tuttavia essere il 7 gennaio 1943. Nel mese di giugno successivo la Corte Suprema degli Stati Uniti in una sua decisione (caso 369, 21 Giugno 1943) riconoscerà Tesla come primo inventore della radio.

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