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Sfogliando Twitter ci siamo accorti che il tema che impazza al momento è la campagna di indignazione per la diffida della multinazionale dalla denominazione assonante all'ormai affermato blog che, come cita il comunicato stampa, "dal 2010 si occupa di arte, design, advertising, lifestyle e trend della rete, dedicato a chi ama l’arte contemporanea in ogni sua espressione."
Triste è dover considerare che anche questa volta il potere economico di fatto spazza via piccole iniziative senza possibilità di replica paritaria.
Questa vicenda ci fa tornare alla mente i tentativi che nel mondo politico sono reiterate per limitare la libertà d'espressione, in particolare in internet.
Esprimiamo la nostra solidarietà e attendiamo gli sviluppi conseguenti alla decisione dei blogger di traghettare il progetto sotto una nuova denominazione.
In gamba!
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