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domenica 5 settembre 2021

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 5 settembre.
Il 5 settembre 1986 il volo Pan Am 73 da Mumbai a Francoforte viene dirottato all'aeroporto di Karachi.
Il dirottamento avvene circa alle 6.00 del mattino da parte di membri dell’Organizzazione Abu Nidal. A bordo dell’aereo, nel momento in cui fu dirottato, c’erano 379 persone tra passeggeri ed equipaggio.  I piloti riuscirono a liberarsi lasciando l’aereo immobile sulla pista. I dirottatori si impossessarono dell’aereo e chiesero che si fornisse loro un equipaggio per pilotare l’aereo dirottato portandolo con tutti i passeggeri a Cipro. Nel corso del dirottamento, un cittadino americano fu giustiziato nel portellone d’imbarco dell’aereo. Alla fine del dirottamento, i dirottatori aprirono il fuoco sui passeggeri. Almeno 20 passeggeri furono uccisi e più di 100 altri gravemente feriti.
Le autorità pachistane arrestarono quattro dei sospettati sulla scena ed in seguito catturarono un quinto sospetto che aveva collaborato ad organizzare l’attacco. Tutti e cinque sono stati processati e condannati a pene detentive in Pakistan.
Nel settembre 2001, Zayd Hassan Abd al-Latif Safarini, uno dei cinque terroristi condannati, fu rilasciato dalle autorità pachistane. È stato poi catturato dall’FBI e processato in un tribunale federale negli Stati Uniti. Il 16 dicembre 2003, Safarini accettò un patteggiamento offerto dal Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti. Il 13 maggio 2005, fu condannato a 160 anni di detenzione.
Nel gennaio 2008, i quattro dirottatori sono stati rilasciati dalle autorità pachistane. Wadoud Muhammad Hafiz al-Turki, Jamal Saeed Abdul Rahim, Muhammad Abdullah Khalil Hussain ar-Rahayyal e Muhammad Ahmed al-Munawar sono stati incriminati nel Distretto di Columbia per il loro ruolo nel dirottamento e rimangono tuttora latitanti, sebbene si sospetti che Rahim sia rimasto ucciso il 9 gennaio 2010 in un attacco missilistico americano nel Nord Pakistan.
Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha autorizzato una ricompensa fino a 5 milioni di dollari per informazioni che possano portare all’arresto e/o alla loro condanna.

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