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giovedì 30 aprile 2020

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 30 aprile.
Il 30 aprile 1993, durante un cambio di campo al torneo di tennis di Amburgo, Monica Seles, numero 1 al mondo della classifica WTA, viene accoltellata alla schiena da uno squilibrato, sostenitore della rivale Steffi Graf.
Nata a Novi Sad, in Jugoslavia, Monica capì a sei anni che sarebbe diventata una tennista quando in una vacanza sul mare Adriatico, osservò suo padre Karolj e suo fratello Zoltan che prendevano una borsa con le racchette. Quando chiese dove stavano andando, suo fratello rispose: "A giocare a tennis." Lei aveva udito solo la parola "gioco" da quella frase ed era suonato come un divertimento. Non ha mai, molti anni dopo quel momento, davvero smesso di giocare, anche se rapidamente il tennis ha cessato di essere qualcosa di simile al divertimento.
Il padre in gioventù era stato un campione sportivo ma non avendo potuto proseguire la sua carriera nell’atletica, si ripromise che i figli non avrebbero fatto lo stesso. Il fratello Zoltan è stato un top-ten nella classifica juniores del suo paese e giocava con Boris Becker e Stefan Edberg nelle manifestazioni europee. Monica voleva assolutamente batterlo anche se lui era di otto anni più grande.
In famiglia la nonna e la madre dicevano che non era nella natura di una ragazza giocare così tanto a tennis ma né il papà né Monica avrebbero ascoltato. Era una grande amante dei cartoni animati, così Karolj decise di disegnare il volto di Jerry su ogni palla da tennis e Monica sarebbe stata il gatto Tom che cercava con la sua racchetta di acciuffare il topolino che le era sfuggito. Faceva questo per molte ore al giorno. Vivevano in un appartamento e i bambini non erano ammessi al tennis club locale e così il padre mise una rete tra due auto nel parcheggio vicino casa e Monica doveva indirizzare le palle negli scatoloni predisposti negli angoli del campo. Poteva salire per la cena solo quando 200 palle precise erano posizionate nelle scatole.
La Seles guarda a questo come un momento d'oro. L'unico timore successivamente nella sua vita sarebbe stato quello di perdere. “Ho parlato con alcuni campioni di tennis, nel corso degli anni - McEnroe, Borg, Agassi, Federer - e nonostante abbiano caratteri differenti, sono uniti da una cosa: una schiacciante paura del dolore della sconfitta”. Il desiderio di gloria l’ha sempre spinta fin da quando era giovane. Monica a sette anni giunse terza in un torneo per ragazze molto più grandi di lei ma il suo viso durante la premiazione era una maschera di pura auto-ripugnanza. Non poteva sopportare di non aver vinto.
A 13 anni era classificata tra le 18 giocatrici più forti del mondo. Era stata notata l'anno prima in un torneo negli Stati Uniti dal leggendario allenatore Nick Bollettieri che la invitò ad iscriversi alla sua accademia in Florida. Suo padre le diceva di giocare ogni punto come se fosse l'ultimo, senza pensare a niente altro. Ha ignorato il sistema di punteggio nel tennis anche molto dopo il suo arrivo a Bradenton. “Era capace di impiegare 70 ore di allenamento per imparare un solo colpo, non accettava di non saper fare qualcosa”.
Nel maggio del 1989 vinse il suo primo torneo WTA a Houston battendo in finale Chris Evert. Poco dopo arrivò in semifinale al Roland Garros, sconfitta dalla numero uno del mondo Steffi Graf. Il mondo del tennis rimase affascinato da questa mancina,“quadrumane”,capace di arrivare sempre sulla palla ed imprimere accelerazioni impressionanti in ogni angolo del campo. Ma passò alla storia anche per il suo “grunting” quando colpiva la palla. La Seles disse che non era mai stata veramente consapevole dei suoi rantoli prima dell’attenzione dei media su di esso, perché lo aveva fatto da quando era una bambina.
Monica non aveva mai pensato a se stessa come una grande giocatrice fino a quando batté la stessa Steffi Graf nella finale dei French Open dell’anno successivo all’età di 16 anni. Per tre anni Monica dominò il circuito. Fra il gennaio 1991 e il febbraio 1993 Monica Seles vinse 22 titoli WTA, raggiungendo 33 finali su 34 tornei disputati. Il suo score tra vittorie e sconfitte in quel periodo fu di 159 a 12 (92,9% di vittorie). Nei major era un impressionante 55 a 1. Complessivamente, tra il 1990 e l'inizio del 1993 la Seles vinse otto titoli del Grande Slam. A soli 19 anni la Seles era in testa alle classifiche da oltre due anni.
In molti erano convinti che Monica potesse entrare di diritto nell’Olimpo del tennis se avesse continuato con questo impressionante ruolino di marcia. Infatti il 1993 era cominciato con la vittoria agli Open Australiani ma il 30 aprile, al torneo di Amburgo, durante un cambio campo, venne aggredita alle spalle da un folle tifoso di Steffi Graf, Günther Parche che pensava con il suo gesto di restituire la leadership alla tennista tedesca.
Purtroppo fu proprio così, da quel momento in poi la Graf ritornerà leader del tennis facendo indigestione di record e Slam. Monica dal suo letto di ospedale apprese che la federazione tedesca decise di continuare il torneo come se nulla fosse accaduto. La Graf venne a trovarla per pochi minuti ma non ci fu molto da dire, non erano mai state grandi amiche. Ad esclusione della Sabatini, tutte le top ten votarono contro la decisione della WTA di congelare la sua classifica fino al ritorno alle competizioni.
Parche non rimase neanche un giorno in galera, affidato ai servizi sociali a causa della supposta infermità mentale.
Dopo essere uscita dall'ospedale, la Seles si ritirò dalle competizioni tennistiche. Come se non bastasse, Monica apprese di un tumore diagnosticato al padre che era per lei non solo il suo mentore ma anche il migliore amico. Monica non poteva parlare con lui delle sue ossessioni che non la facevano dormire la notte, delle sue ansie quando camminava per strada e del timore di essere colpita alle spalle da un momento all’altro, il padre aveva altro a cui pensare.
Il cibo diventò il deterrente contro la paura. Più mangiava e più appagava la propria angoscia."Le patatine fritte sono state la mia rovina, così come ero stata una campionessa di tennis, ero diventata un campionessa mangiatrice di patate ". Al suo 21° compleanno, quando avrebbe potuto avere il mondo ai suoi piedi, rimase a casa con un sacchetto di biscotti a piangere.
Grazie all’aiuto di Martina Navratilova che la coinvolse in un’esibizione ad Atlantic City nel 1995, la Seles dopo due anni e mezzo decise di riprovarci. Naturalmente pur cercando di arrivare in forma all’appuntamento non era nella stessa condizione di quando aveva lasciato il tennis a 19 anni. "Avevo 25 chili in più ed ho potuto sentire i commenti: Oh mio Dio! Che cosa le è accaduto? Avete visto come è grassa? Voglio dire, mi avevano quasi pugnalato a morte. Ero stata fuori dal circuito per due anni. Mio padre era molto malato. Io non ero più un adolescente. Mi sono sfogata con il cibo. Che cosa si aspettavano? "
Monica Seles vinse un altro importante titolo, l'Australian Open nel 1996, ma pur volendo ancora vincere tanto come prima, non poteva smettere di mangiare per continuare a farlo. Dopo il suo ritorno alle competizioni ha collezionato solo tre finali , una vittoria nelle prove dello Slam e 20 titoli WTA. Essendo stata naturalizzata americana nelle 1994, con la nazionale a stelle e strisce vinse 3 Fed Cup e un bronzo Olimpico ad Atlanta 1996.
Nel 1998 arriva la morte annunciata del padre e comincia un lento declino che la riporta di nuovo ad abbuffate giornaliere da 5000 calorie. Incomincia una serie innumerevole di infortuni ai piedi e alle caviglie che hanno poi prematuramente messo la parola fine alla sua straordinaria e sfortunata carriera. Con il tempo Monica capì che il mistero sul suo mangiare era che non vi era nessun mistero. “Il problema non era ciò che mangiavo, ma ciò che mi stava mangiando” e come ogni grande campione si trova sempre un altro modo per vivere e per vincere.
Oggi la Seles è ambasciatrice dell'ONU e testimonial della microalga "Spirulina" contro la malnutrizione insieme a persone come Maradona, Tushar Gandhi e la famiglia Obama.
Ha pubblicato un libro di memorie il cui titolo nell'edizione italiana è: "Ho ripreso il controllo. Del mio corpo, della mia mente, di me stessa" ed è la compagna del miliardario americano Tom Golisano.
Nel 2011 è stata inserita dalla rivista Time tra le "30 leggende del tennis femminile: passato, presente e futuro".

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