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lunedì 27 aprile 2020

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 27 aprile.
Il 27 aprile 1986 muore a Lamezia Terme, all'età di 35 anni, Graziella Franchini, più conosciuta come "Lolita", cantante degli anni 60 e 70.
Graziella Franchini nasce nel 1950 in provincia di Verona, ha solo sedici anni quando viene notata dal maestro e talent scout Franco Chiaravalle ad una festa parrocchiale in provincia di Milano, mentre si esibisce in un piccolo palco su brani di artisti famosi. L’uomo rimane fortemente impressionato dall’incredibile potenza vocale della giovane, in forte contrasto con il suo fisico: minuto, grazioso, con un visetto regolare solcato sul mento da una deliziosa fossetta e dagli occhi di un verde mare incredibile; unisce il tutto un sorriso accattivante velatamente sexy. E’ come una folgorazione.
Presi accordi al termine dell’esibizione la presenta a Mara Del Rio, una famosa cantante degli anni 50, ora discografica che dopo un provino la mette immediatamente sotto contratto. In omaggio al suo aspetto sbarazzino e forse in simbiosi con una moda imperante all’epoca le assegna il nome d’arte di Lolita dal famoso e controverso romanzo di Nabokov.
Lolita incide il suo primo 45 giri dal titolo "Matusalemme", un brano in stile Ye-ye senza grandi pretese, ma dove ha modo di evidenziare le sue non comuni doti vocali.
Con questo partecipa al Festival di Pesaro e si classifica prima assoluta sbaragliando tutti gli avversari.
Nel 1967 partecipa al più importante Festival di Zurigo con un brano costruito appositamente per lei, "La mia vita non avrà domani", un titolo che come vedremo più avanti si rivelerà beffardamente profetico.
Il brano e l’interpretazione perfetta le assegnano anche in questo caso il primo posto assoluto, scatenando aspre polemiche poiché in quel festival partecipano tutti i migliori e collaudati cantanti del momento.
A smentire tutti arriveranno subito dopo i dati delle classifiche di vendita dei dischi dove Lolita compare immediatamente.
Ovviamente questo successo le aprirà le porte della televisione, con caroselli e partecipazione a varie trasmissioni musicali dove è sempre accolta con favore di pubblico.
Nel 1968 partecipa al Festival di Lugano con un remake di "Come le rose", uno splendido pezzo degli anni venti dove alla sua voce si unisce un'efficacissimo arrangiamento moderno. Lolita anche in questo contesto si aggiudica il primo posto. La sua carriera è ora tutta in ascesa ed è un asso pigliatutto.
Il 1969, è un anno magico per Lolita: partecipa all'edizione forse più bella e combattuta di "Un disco per l'estate". Cinquantasei sono i cantanti in gara con altrettante canzoni tutte di qualità medio alta. Dopo una lunga e combattuta selezione radiofonica, ventiquattro approderanno a Saint Vincent e solamente dodici avranno accesso alla serata finale ripresa dalla RAI.
Lolita rientra a buon diritto tra queste, presenta un brano dal titolo "L'ultimo ballo d'estate" che sarà il suo più grosso successo discografico in termini di vendite e gradimento. Si presenta sul palco del casinò delle feste in forma smagliante, con una vertiginosa minigonna che mette ancor più in evidenza il suo fisico perfetto; il viso incorniciato dai capelli biondissimi e corti ed un trucco marcato fanno il resto. Interpreta il suo brano, che è tipicamente estivo in modo esemplare muovendosi con grazia ed eleganza conquistando le simpatie di tutto il pubblico presente in sala e dei telespettatori. Non si aggiudicherà il primo posto ma il successo è assicurato.
Poco dopo partecipa al Festival di Napoli in coppia con Peppino di Capri dove presenta addirittura due brani, anche questi accolti in modo favorevole.
Oramai sembrerebbe giunto il momento del successo definitivo per lei ed invece inspiegabilmente la sua carriera subisce una brusca frenata. Forse incomprensioni con la sua casa discografica (che nel frattempo ha lasciato) la portano ad un periodo di stallo in cui sembra aver smarrito la creatività.
Concorre al Disco per l'estate del 1970 con "Circolo chiuso" ed al successivo del 1971 con "io sto soffrendo", brani dignitosi che però aggiungono poco al suo curriculum canoro.
Nel 1973 ritorna alla sua vecchia casa discografica che le prepara un rilancio in grande stile coronando il suo desiderio di sempre: partecipare al festival di Sanremo.
Lolita, che oramai ha lasciato i panni della ragazzina beat ed è diventata una giovane donna nel pieno della sua bellezza, ha affinato la sua vocalità, diventata più morbida e sensuale. Quella che si presenta sul palco dell’Ariston è una nuova Lolita, ancora più solare e radiosa.
Presenta un brano bellissimo, melodico e raffinato dal titolo “Innamorata io” che esegue in maniera impeccabile e riscontra un’ottima accoglienza dal pubblico in sala.
All'epoca il regolamento sanremese prevedeva la doppia esecuzione dello stesso brano; a Lolita viene abbinato nientemeno che Claudio Villa, il reuccio che gode sempre di immensa fama. Una strategia discografica importante per rafforzare Lolita, che si rivelerà fallimentare. Villa dello stesso brano ne fa una versione nel suo stile, roboante e farraginosa; le sue doti canore sono indiscusse però in questo caso i due sono lontani milioni di anni luce come stile interpretativo.
Il verdetto sarà impietoso: eliminati entrambi. Per Lolita, che riponeva grandi speranze su questo rientro, sarà un enorme dispiacere, un dolore aggravato anche dal fatto che pure la sua vita sentimentale in questo particolare momento sta sgretolandosi.
E' l'ultima apparizione di Lolita in televisione e in grandi palcoscenici.
Continua con serate in locali e balere, scomparendo completamente dalla ribalta.
L' omicidio di Lolita fu scoperto il 27 aprile del 1986, in una villetta del complesso turistico "La Marinella" a Lamezia Terme. Il corpo della cantante fu trovato dai carabinieri. La cantante era stata massacrata a colpi di coltello e con il collo di una bottiglia alla testa e al pube. Per l' accusa la soluzione di quel giallo fu subito chiara: Teresa Tropea, trent'anni, e la madre Caterina Pagliuso, sessantaquattro, avevano ucciso la cantante perché questa aveva stretto una relazione sentimentale con l'ex fidanzato della ragazza, Michele Roperto, un giovane ginecologo dell'ospedale di Lamezia, separato dalla moglie e da diversi anni fidanzato con Teresa. Insomma la cantante che veniva dal nord aveva rubato il fidanzato e messo in pericolo un matrimonio più che probabile. Per questo andava punita. Nella sentenza di rinvio a giudizio il giudice istruttore di Lamezia, Salvatore Murone, aveva delineato la causale e le modalità del delitto in ogni suo aspetto. Nell'ottobre del 1985 Teresa Tropea, una bella ragazza dai lunghi capelli castani, occhi chiari, iscritta alla facoltà di medicina dell'università di Messina viene a conoscenza, questo il quadro dell'accusa, della relazione che Roperto ha instaurato forse fin dall'agosto di quell'anno con Lolita. Graziella Franchini da alcuni mesi si era trasferita da Milano in Calabria. Aveva abitato per un po' di tempo in un albergo, poi in una villetta del complesso turistico, case a schiera immerse nel verde, affacciate sul mar Tirreno. Fra Lolita e Michele Roperto le cose sembrano andare per il meglio ma di mezzo c'è Teresa. Anche in dibattimento il medico ha confermato che più volte Teresa cercò di far interrompere la relazione con Lolita e il venerdì santo del 1986 (un mese prima dell' omicidio) si verifica un episodio che ha poi rappresentato il punto centrale dell' accusa. Teresa e la madre si recano, infatti, nella villetta della Marinella e, presente Roperto, picchiano Lolita, colpendola anche con la leva di un cambio d'automobile. Dopo quell'espisodio, Roperto decide di troncare il fidanzamento con Teresa. Il 27 aprile, poi, Lolita viene uccisa.
Dopo due anni di dibattimento, che aveva suscitato l'attenzione morbosa dell'opinione pubblica, le due donne vengono assolte per insufficienza di prove.
A tutt'oggi l'omicida di Graziella Franchini non ha un nome.

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