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venerdì 24 aprile 2020

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 24 aprile.
Il 24 aprile 1967 Vladimir Komarov, cosmonauta russo, entrò nella storia nel non invidiabile ruolo di primo essere umano deceduto in una missione spaziale.
Erano anni di grande fermento per lo spazio: Stati Uniti e Unione Sovietica si contendevano il primato del dominio dei cieli, che significava naturalmente anche il dominio militare dello spazio stesso. I russi avevano per primi mandato esseri viventi in orbita, e per primi un uomo; per primi una donna, per primi più di un pilota, per primi avevano effettuato la passeggiata nello spazio.
Tuttavia i loro primati da alcuni anni non procedevano, e gli Stati Uniti stavano colmando il divario con il programma Gemini, rappresentato da navicelle equipaggiate e dotate di razzi per il cambiamento di traettoria e il randev-vous nello spazio, effettuati nel 65.
La Russia tentò di dare un nuovo impulso alla sua lotta per il dominio del cielo accelerando lo sviluppo del programma Soyuz.
In particolare, si tentava di lanciare un razzo in orbita, e successivamente un secondo razzo per agganciarli tra loro e permettere il passaggio dei cosmonauti da una navicella all'altra.
Il 23 aprile fu lanciato il Soyuz 1 con a bordo Komarov, mentre il giorno successivo sarebbe stato lanciato il Soyuz 2 con altri 3 cosmonauti.
Tuttavia Soyuz 1 ebbe fin da subito notevoli problemi, a cominciare dai pannelli solari per l'approvigionamento di energia che non si aprirono correttamente impedendo una sufficiente erogazione di energia elettrica per il corretto funzionamento della navicella. Anche l'inclinazione in cui si era venuta a trovare impediva di catturare correttamente i raggi del sole. Pertanto fu deciso di abortire il lancio della Soyuz 2 e di procedere al rientro anticipato della navetta di Komarov.
Una prima accensione dei motori fallì, e solo alla diciottesima orbita Komarov riuscì ad iniziare la procedura del rientro. Giunto a circa 7 km di altitudine, avrebbero dovuto aprirsi i paracadute per rallentare la discesa, ma ciò non avvenne e la Soyuz 1 si disintegrò nell'impatto al suolo, e con essa il suo pilota. Nei controlli successivi fu chiara l'evidente imperfezione di costruzione (dovuta alla fretta) del sistema di paracadute, e fu chiaro che se Soyuz 2 fosse stata lanciata, i 3 cosmonauti al suo interno avrebbero avuto la stessa sorte di Komarov.
Fu solo nel 69 che la missione di randev-vous e passaggio di astronauti da una navicella all'altra fu possibile, con Soyuz 4 e 5.
Komarov venne successivamente decorato per due volte con il titolo onorario di Eroe dell'Unione Sovietica e dell'Ordine di Lenin, e le sue ceneri riposano presso il muro del Cremlino: è questo il più alto onore per un cittadino sovietico.
A lui è stato dedicato l'asteroide 1836 Komarov, scoperto nel 1971.

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